domenica 18 ottobre 2009

CUPO TRAMONTO DI ZAPATERO AL DI LÀ DEL BENE E DEL MALE LA SPAGNA È STANCA


da Avveniredel 17 Ottobre 2009

LUIGI GENINAZZI

L’ultima radicale riforma di José Luis Zapatero, il premier socialista spagnolo deciso ad abbattere in un sol colpo principi etici e senso comune, potrebbe avere come titolo quello dei famosi aforismi di Nietzsche. Nella sua dissennata corsa a trasformare la Spagna nella società più permissiva d’Europa è ormai giunto «al di là del Bene e del Male ». Il disegno di legge sull’interruzione volontaria della gravidanza che l’esecutivo di Madrid intende sottoporre al Parlamento non solo introduce la depenalizzazione totale dell’aborto nei primi tre mesi di gravidanza ma ne estende «il diritto » anche alle minorenni di 16 e 17 anni, senza il consenso dei genitori. «Un’autentica barbarie». Così l’ha definita non un reazionario di destra, ma una femminista storica come la scrittrice catalana Angela Vallvey che denuncia un’operazione ideologica a danno delle ragazze, sospinte a fare da sé invece che a trovare sostegno nella realtà familiare.
Con Zapatero siamo ben oltre l’idea, istillata nella mentalità comune, secondo cui l’aborto sarebbe « un male necessario » o « un male minore » ( idea ambigua che però evita di defi­nire buona una pratica che si vuole comunque giustificare). Il suo progetto di legge, a ben vedere, più che alla depenalizzazione mira alla banalizzazione dell’aborto. Non solo non è un crimine, ma non è neppure un dramma, una scelta difficile e dolorosa. No, è un’azione neutra, senza alcun connotato etico, che, in quanto tale, può e dev’essere fruibile da parte di tutti. Anche delle minorenni
Non bastavano il matrimonio omosessuale, il divorzio-express, l’autorizzazione alla ricerca sulle staminali embrionali e alla clonazione terapeutica, infine la legge organica sull’educazione che impone l’insegnamento nelle scuole del relativismo etico e della teoria del 'genere', tutti provvedimenti varati in questi sei anni dal premier spagnolo in nome di «un progresso irrefrenabile» (sono parole sue). Ci voleva anche l’aborto facile. Così Zapatero compie un altro passo verso il baratro del nichilismo eretto a programma di governo. Eppure, alle elezioni del marzo 2008, aveva solennemente promesso che non avrebbe cambiato la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Ma la sua incoerenza è pari all’arroganza con cui affronta il netto calo di popolarità. La luna di miele fra Zapatero ed i suoi connazionali è finita già da parecchio tempo. Ma negli ultimi mesi il premier è in caduta libera nei sondaggi, due spagnoli su tre dichiarano di nutrire 'poca o nessuna fiducia' nella sua capacità di sollevare il Paese dalla grave crisi economica e perfino il quotidiano un tempo fiancheggiatore El País non gli ri­sparmia le critiche più aspre. E lui, in mezzo a tanti problemi, non sa far altro che sventolare la bandiera del laicismo e del permissivismo.
Oggi saranno in tanti a gridare il loro no. A Madrid sono attese centinaia di migliaia di persone che scenderanno in piazza per una grande manifestazione contro i progetti abortisti del governo. L’ha organizzata una galassia di associazioni della società civile, di credenti e di non credenti, anche se qualcuno insiste nel vederci soprattutto un tentativo di ri­scossa dei cattolici. Ma qui c’è in gioco ben di più di un contrasto fra Stato e Chiesa. Un Paese dove una sedicenne potrà tranquillamente abortire senza neppure farlo sapere ai genitori è un in cubo per tutti. Perfino per qualche de putato socialista che alla prossima se duta delle Cortes potrebbe votare contro l’ultra-abortista Zapatero.

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