mercoledì 30 aprile 2025

Un invito di Roberto Prisco: ChesterStein25.

Da Roberto Prisco riceviamo e pubblichiamo:

Questo è finalmente il programma completo.

Chi intende venire mi spedisca una e-mail di conferma.

arrivederci al 18 maggio 

Ritrovo comune dei Gruppi Chestertoniani Veronesi e degli alunni della Scuola di Filosofia Edith Stein

Domenica 18 maggio 2025

ore 15,30 Ritrovo

ore 16 Conversazione con Giuseppe Colombo:

The Ballad of the White Horse:
A piedi e a cavallo, in compagnia di due coppie speciali:
Frances Alice Blogg e Gilbert K. Chesterton
Mary the Mother of God e King Alfred,
Attraversiamo i campi della fede che già è, e si fa cultura.
E cultura si fa disegno di civiltà… e politica.

ore 16,45 Merenda al sacco e rum con formaggio

ore 18,30 Sigari e congedo

L'appuntamento è nel giardino della villetta di Gilberto Girimondo a Montecchio

Consigli per arrivarci:
- Partire da Quinzano
- In fondo alla piazza (a fianco della pizzeria Italia) si passa una strettoia e si prende via Lavello che poi diventa via Are Zovo.
- Si procede per circa sette Chilometri in direzione di Montecchio.
- Poco prima di arrivare a Montecchio sulla sinistra (prima del bidone di raccolta vetri) si imbocca la via Pozza Stroa dove al numero civico 1 si trova la villetta di Gilberto.
- La via Pozza Stroa è segnalata anche col vecchio toponimo di Monchetto

In caso di pioggia saremo sempre ospitati da Gilberto. Non è necessaria una soluzione di ripiego

Cordiali saluti

Roberto Prisco

Breve recensione de La Ballata del Cavallo Bianco tradotta in rima da Giulio Mainardi.

È appena uscita una nuova edizione italiana de La Ballata del Cavallo Bianco, per i tipi delle Edizioni del Faro (Trento). Come promesso ne parliamo insieme.

Giulio Mainardi (che è ormai una vecchia conoscenza nonostante la sua giovane età, ancora nei venti, oltre che un traduttore ormai esperto, avendo tradotto molte opere anche inedite del nostro Chesterton) ha tradotto in rima un’opera anzi un poema certamente impegnativo.

Forse non tutti sono consapevoli della massa critica costituita dall’opera poetica di Chesterton, ampiamente sottovalutata. È poco conosciuta, anche se ha ricevuto il plauso di uomini come John Ronald Reuel Tolkien, nonché la gloria di essere cantata in circostanze decisive della vita, quelle in cui non si scherza, come accadde ai soldati inglesi nelle trincee francesi della Somme durante la Prima Guerra Mondiale (vedi il caso della poesia Lepanto, di cui ho avuto il piacere di scrivere la prefazione; l'opera è stata tradotta anche in questo caso da Giulio Mainardi). Dunque, un’opera così importante, espressa in un genere come quello poetico, non può essere sorvolata. 

Parliamo della scelta di tradurre in rima, perché questa è la novità: è costata cara al traduttore, questa scelta! Si è trattato di una fatica di oltre nove anni, lo dice lui stesso, ma lo ha fatto convinto di compiere un’opera doverosa. Dovete sapere che Chesterton da qualche parte ha scritto che la poesia è ritmo e se non la si fa in rima è come la prosa. Con questo Chesterton voleva semplicemente ribadire un concetto che lo fa assurgere a difensore della classicità. Quest’idea di classicità è il motivo che spinse Emilio Cecchi a invitare lui e Belloc  a scrivere per La Ronda (ne dà conto nel famoso articolo Ospiti di cui abbiamo parlato più volte e che abbiamo pubblicato su questo blog). Non sono certo che Cecchi sapesse di questa riga che esprime con tanta chiarezza il pensiero di Chesterton sulla poesia, però sono certo che, semmai l’abbia letta, l’avrà trovata assolutamente confacenti a quei motivi che lo avevano reso ammiratore e mentore italiano del nostro eroe inglese.

In ogni caso è sempre il traduttore a dare conto di questa scelta: lo fa nella prefazione, riprendendo un pensiero di Chesterton stesso in Fancies versus Fads, e ribadendo la volontà di dare forma poetica anche alla traduzione perché essa integra e costituisce lo spirito dell'opera tradotta.

Pure di rilievo è la bibliografia, in fondo al libro, con cui Mainardi dà conto delle proprie scelte e del proprio lavoro.

Mainardi compie anche un’altra opera: alla maniera di una volta traduce in italiano anche i nomi dei luoghi e delle persone che compongono questo affresco medievale, e dà conto delle scelte. Qualcuno potrebbe rimanere anche piuttosto perplesso, ma in fondo cosa c'è strano? Noi chiamiamo la città tedesca di Mainz col nome italianissimo di Magonza, Gdańsk col nome di Danzica (che per i tedeschi si chiama sempre Danzig, come chiamano Görz la nostra Gorizia), i cronisti della battaglia di Lepanto ribattezzarono Occhialì il capo dell'ala sinistra della flotta ottomana che in realtà si chiamava Uluç Alì (che era il suo nome da rinnegato e significava proprio Alì il Rinnegato, in quanto prima di convertirsi all'islam si chiamava Giovan Dionigi Galeni…). Ho fatto degli esempi banali, però credo che questo incarni il tentativo di ridare dignità e vita alla nostra lingua che la sta perdendo passo dopo passo, perché la crediamo non adatta ad esprimere sentimenti e concetti che vengono da un altro mondo. È una scelta, a volte potrebbe anche disorientare, però io la trovo un gesto di affetto verso la nostra lingua, come se il traduttore volesse rendere più familiare ancora uno scenario che l’autore vuole che ci tocchi fino in fondo. 

D’altronde la traduzione deve sapere della cultura di chi la leggerà. Sarebbe bello rileggere il saggio di Belloc intitolato Sulla traduzione (è edita in italiano e con questo titolo da Morcelliana), lui che aveva due identità culturali, etniche, due tradizioni molto distinte ma non per questo del tutto inconciliabili, nelle sue vene, quella francese e quella inglese. Potremmo fare tantissimi esempi di come a volte siamo costretti a rendere delle espressioni straniere che, se tradotte alla lettera, sarebbero senza senso o ridicole (una su tutte: "alive and kicking" non lo traduciamo "vivo e scalciante", perché sarebbe poco comprensibile e onestamente farebbe un pochino ridere, e facciamo bene se lo traduciamo "vivo e vegeto", che invece in inglese non è immediatamente comprensibile...). 

Inoltre, Mainardi fa anche un grosso lavoro di carattere filologico: cita e dà conto di opere come quella di suor Bernadette Sheridan, dà conto delle proprie scelte, le confronta con quelle di altri traduttori o commentatori (c’è spazio anche per la nostra Annalisa Teggi, che ha fatto la prima traduzione in assoluto - non solo prima in italiano dunque - di quest’opera, e l’ha fatta con scienza e coscienza in prosa). 

Insomma, c’è di che discutere e commentare. Io trovo che sia un’opera bella, tra l’altro contenuta in un oggetto più che dignitoso, visto che il libro è bello ed apprezzabile anche fisicamente, e si tiene in mano con piacere; ha trovato anche delle soluzioni grafiche adeguate per mostrare note e, coraggiosamente, il testo originale a fronte.

Una bella cosa, un tassello in più dell'opera di diffusione e di studio del nostro caro Chesterton, che oggi avrà una voce in più, ed oltretutto musicale, per farsi conoscere in Italia.

Marco Sermarini

Qui sotto trovate alcune delle traduzioni di Giulio Mainardi e i nostri post che le riguardano:


Magia e altri sette drammi










Aneddoti su Chesterton - “Chesterton menzionato solo due volte dal Punch…”

Sebbene il Nostro Eroe non abbia mai scritto per Punch, la popolare rivista umoristica inglese, ciononostante sembra che sul Punch si facesse spesso menzione di Chesterton. Ciò affiora da un articolo uscito su The Globe il 1 luglio 1909 in cui si afferma non senza stupore e un velato disappunto che "il nome del signor Chesterton è menzionato solo due volte nel numero più recente del Punch…".


Qui sopra, un numero di Punch del 1926.

lunedì 28 aprile 2025

Da L'Osservatore della Domenica del 13 maggio 1956 - G. K. Chesterton, il filosofo dal naso dipinto di verde.

Il 13 maggio 1956 Leone Dogo scrisse un articolo sul Nostro Eroe, nell'imminenza del ventennale della sua morte, intitolato «G. K. Chesterton: il filosofo dal "naso dipinto di verde"», che riprendeva la famosa immagine creata da Emilio Cecchi.

Dice Dogo con stupore: "La traduzione italiana di «Ortodossia», vale a dire di quello che giustamente è ritenuto il capolavoro di Chesterton saggista, ha raggiunto l'anno scorso la sesta edizione, per i tipi della Morcelliana. Sei edizioni in pochi anni di un libro di filosofia! In Italia!!.. Un piccolo miracolo; che però si spiega assai bene".



domenica 27 aprile 2025

Chi vuol vedere segni, deve dare tutto! Il video del Chesterton Gala 2025 e un caldo invito della Scuola Libera Gilbert Keith Chesterton.

Qui potete vedere il video del Chesterton Gala 2025, tenutosi l'8 febbraio scorso.

La Scuola Libera Gilbert Keith Chesterton è a San Benedetto del Tronto e come si comprende si ispira al Nostro Eroe in tutto. È una scuola distributista proprio per questo, nata in una comunità distributista e proposta a tutti.

Lo spettacolo è molto bello e va visto, ci sono anche due inviti per noi, a sostenerla in diversi modi.

È la scuola di Chesterton, aiutiamola!!! Chi aiuta loro, aiuta Chesterton a continuare la sua missione oggi e qui tra noi.

La famosa "Visita a Chesterton" di Emilio Cecchi finisce sull'Osservatore della Domenica del 16 ottobre 1960.

Nell'opera di scavo all'interno dell'archivio dell'Osservatore della Domenica condotto dal nostro Angelo Bottone è emerso anche il famoso resoconto della visita di Emilio Cecchi a Beaconsfield da Chesterton, più volte riportata e citata nel nostro blog (ne parlammo anche in occasione del ventilato abbattimento dell'abitazione dei Chesterton chiamata Overroads).

È un famoso brillantissimo racconto, scritto magistralmente da colui che definimmo il mentore italiano di Chesterton. Più volte abbiamo parlato della centralità della sua opera nell'introdurre Chesterton in Italia, attraverso le sue recensioni e soprattutto attraverso La Ronda.

Oggi è reperibile anche nel volume Scrittori Inglesi e Americani, continuamente ripubblicato negli anni.

L'Osservatore si interesso così a Chesterton e a Cecchi.

Casos vuole che la pagina riporti anche un articolo di un altro chestertoniano italiano, Piero Bargellini che, da direttore e ispiratore de Il Frontespizio, diede altrettanto spazio a Chesterton, complice don Giuseppe De Luca.

Tutte cose di cui troverete ampia e più approfondita traccia su questo blog digitando questi illustri nomi nel motore di ricerca interno, in alto a sinistra.

Marco Sermarini



sabato 26 aprile 2025

Dall'Osservatore della Domenica del 16 aprile 1967 - San Giorgio, di G. K. Chesterton.

Grazie alla segnalazione del nostro Angelo Bottone, abbiamo la possibilità di mostrarvi una pagina dell'edizione del 16 aprile 1967 dell'Osservatore della Domenica, l'edizione domenicale dell'Osservatore Romano, sempre ricca di contenuti culturalmente rilevanti.

L'occasione era la ormai prossima memoria del santo patrono dell'Inghilterra (23 aprile -- era prossima anche per noi alcuni giorni fa, ma lo sapete qual è il motto della nostra società... "se una cosa vale la pena di farla...", il seguito ai migliori conoscitori della filosofia e delle opere del Nostro Eroe).

Per cercare altre cose simili è sufficiente collegarsi al sito dell'Osservatore Romano, cercare nella barra gialla "Archivi" e selezionare "Osservatore della Domenica" (nel collegamento che vi offriamo qui c'è già selezionata la pagina dell'archivio dell'Osservatore della Domenica) e poi con pazienza sfogliare anno per anno e numero per numero. C'è dell'altro su Chesterton, con piacevole pazienza.

Quella che vedete è una foto che ho fatto animalescamente dal sito, non leggibile, ma selezionando anno e numero lo potrete vedere scorrendolo come un comune pdf (è archiviato in questo formato).

Marco Sermarini





venerdì 25 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Ridursi ad un puntino...

L'umiltà è l'arte lussuosa di ridursi a un punto, non a una cosa piccola o grande, ma a una cosa che non ha alcuna dimensione, in modo che per essa tutte le cose cosmiche siano ciò che sono realmente, di una statura incommensurabile.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.



giovedì 24 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Scavare per capire.

Nella mente sana c'è sempre un oscuro suggerimento: la religione ci insegna piuttosto a scavare che ad arrampicarci; se riuscissimo a capire l'argilla comune della terra, capiremmo tutto.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.



mercoledì 23 aprile 2025

Un aforisma al giorno - La città più poetica della campagna (l'avreste mai detto? interessante...).

Una città è, in senso proprio, più poetica anche di una campagna, perché mentre la natura è un caos di forze inconsce, una città è un caos di forze consapevoli. La cresta del fiore o il disegno del lichene possono essere o meno simboli significativi. Ma non c'è pietra nella strada o mattone nel muro che non sia in realtà un simbolo intenzionale, un messaggio di un uomo, come se fosse un telegramma o una cartolina postale. La strada più stretta possiede, in ogni stortura e in ogni angolo della sua intenzione, l'anima dell'uomo che l'ha costruita, forse da tempo nella sua tomba. Ogni mattone ha un geroglifico umano come se fosse un mattone scolpito di Babilonia; ogni ardesia sul tetto è un documento educativo come se fosse un'ardesia coperta di somme e sottrazioni. Tutto ciò che tende, anche sotto la forma fantastica delle minuzie di Sherlock Holmes, ad affermare il romanticismo dei dettagli nella civiltà, a sottolineare il carattere insondabilmente umano di pietre e tegole, è una buona cosa. È bene che l'uomo medio prenda l'abitudine di guardare con fantasia dieci uomini per strada, anche solo per la possibilità che l'undicesimo sia un noto ladro.

Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.




martedì 22 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Matrimoni davvero felici (bellissimo e verissimo).

C'era molto più senso negli anziani che dicevano che moglie e marito dovevano avere la stessa religione di quanto non ce ne sia in tutti i discorsi contemporanei sulle anime sorelle, sugli spiriti affini e sulle auree di colore identico. In effetti, più i sessi sono in violento contrasto, meno è probabile che si scontrino violentemente. Più i loro temperamenti sono incompatibili, meglio è. Ovviamente l'anima di una moglie non può essere un'anima sorella. Molto raramente è anche solo una cugina di primo grado. Ci sono pochissimi matrimoni con gusti e temperamento identici; in genere sono infelici. Ma avere la stessa teoria di fondo, ritenere la stessa cosa una virtù, sia che la si pratichi o la si trascuri, ritenere la stessa cosa un peccato, sia che la si punisca o la si perdoni o la si derida, in ultima istanza chiamare la stessa cosa dovere e la stessa cosa disgrazia, questo è davvero necessario per un matrimonio tollerabilmente felice; ed è molto meglio rappresentato da una religione comune che da affinità e auree.

Gilbert Keith Chesterton, A Miscellany of Men.






lunedì 21 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Cose semplici indiscusse.

Le cose più semplici finché sono indiscusse diventano invariabilmente le più sottili quando vengono contestate.

Gilbert Keith Chesterton, A Miscellany of Men.




domenica 20 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Indossiamo il nostro cuore su una manica...

Il ritualismo attirerà sempre gran parte dell'umanità sana, semplicemente perché il ritualismo è indossare il cuore sulla manica, una pratica eccellente. Dice in sostanza: "Indossate il vostro cuore sulla manica; portatelo blasonato in cremisi e ricamato in oro. Scatenatevi in canti e colori come fanno gli innamorati. Lasciate che gli altri fingano una delicatezza disumana e un silenzio piuttosto sofisticato. Gridiamo come fanno i bambini quando hanno trovato davvero qualcosa. Facciamo suonare trombe e accendiamo candele davanti alla cosa che abbiamo, per dimostrare almeno che l'abbiamo. E che mantengano un silenzio decoroso e un comportamento moderato, che alzino un muro di pietra e stendano un velo di mistero su qualcosa che non hanno affatto".

Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 luglio 1906.



Un aforisma al giorno - Il mondo era morto nella notte... - B u o n a P a s q u a!

Il terzo giorno gli amici di Cristo, venuti all'alba, trovarono la tomba vuota e il sasso rotolò via. In vari modi si resero conto della nuova meraviglia; ma anche loro si resero conto a malapena che il mondo era morto nella notte.
Quello che guardavano era il primo giorno di una nuova creazione, con un nuovo cielo e una nuova terra; e nella parvenza di un giardiniere Dio camminava di nuovo nel giardino, al fresco non della sera ma dell'alba.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno

Beato Angelico, Noli me tangere, Convento di
San Marco, Firenze, 1438 - 1440.





B U O N A   P A S Q U A
D I  R E S U R R E Z I O N E!

sabato 19 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Nelle questioni di verità...

Nelle questioni di verità, il fatto che non si voglia pubblicare qualcosa è, nove volte su dieci, una prova che la si dovrebbe pubblicare.

Gilbert Keith Chesterton, A Miscellany of Men.




giovedì 17 aprile 2025

Un aforisma al giorno - In tutto il cosmo c'è una festa intensa e segreta...

Per riassumere l'intera questione in modo molto semplice, se il signor McCabe mi chiede perché introduco la frivolezza in una discussione sulla natura dell'uomo, rispondo che la frivolezza fa parte della natura dell'uomo. Se mi chiede perché introduco quelli che lui chiama paradossi in un problema filosofico, rispondo che tutti i problemi filosofici tendono a diventare paradossali. Se obietta che tratto la vita in modo tumultuoso, rispondo che la vita è un tumulto. E dico che l'Universo come lo vedo io, in ogni caso, è molto più simile ai fuochi d'artificio del Crystal Palace che alla sua filosofia. In tutto il cosmo c'è una festa intensa e segreta, come i preparativi per il giorno di Guy Fawkes. L'eternità è la vigilia di qualcosa. Non guardo mai le stelle senza sentire che sono i fuochi di un razzo di uno scolaretto, fissi nella loro eterna caduta.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



mercoledì 16 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Una cosa troppo sentimentale.

La cosa più sentimentale del mondo è nascondere i propri sentimenti; significa prenderli troppo sul serio.

Gilbert Keith Chesterton, Alarms and Discursions.



martedì 15 aprile 2025

Un aforisma al giorno - La cosa meravigliosa dell'infanzia.



La cosa meravigliosa dell'infanzia è che qualsiasi cosa in essa era una meraviglia. Non era semplicemente un mondo pieno di miracoli, era un mondo miracoloso. Ciò che mi dà questa emozione è quasi tutto ciò che ricordo davvero, non le cose che ritengo più degne di essere ricordate. È in questo che si differenzia dall'altro grande brivido del passato, quello legato al primo amore e alla passione romantica; perché quello, pur essendo ugualmente struggente, arriva sempre a un punto; ed è stretto come una tenaglia che trafigge il cuore, mentre l'altro era più simile a cento finestre aperte su tutti i lati della testa.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



lunedì 14 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Mode ed eresie = Contrapporre l'umore alla mente.




Una moda o un'eresia è l'esaltazione di qualcosa che, anche se vero, è secondario o temporaneo nella sua natura contro le cose essenziali ed eterne, quelle che si dimostrano sempre vere nel lungo periodo. In breve, è la contrapposizione dell'umore alla mente.

Gilbert Keith Chesterton, William Blake.





sabato 12 aprile 2025

venerdì 11 aprile 2025

Un avviso da Verona dagli amici dei Gruppi Chestertoniani Veronesi.

Ritrovo comune dei Gruppi Chestertoniani Veronesi 

e degli alunni della Scuola di Filosofia Edith Stein


Domenica 18 maggio 2025

Il nostro Roberto Prisco, mentore di questa 
e di altre iniziative frizzantissime...

 

ore 15,30 Ritrovo

 

ore 16 Conversazione con Giuseppe Colombo: 
The Ballad of the White Horse
:

A piedi e a cavallo, in compagnia di due coppie speciali:

Frances Alice Blogg e Gilbert K. Chesterton 

Mary the Mother of God e King Alfred,

Attraversiamo i campi della fede che già è, e si fa cultura. 
E cultura si fa disegno di civiltà… e politica.

 

ore 16,45 Merenda al sacco e rum con formaggio

 

ore 18,30 Sigari e congedo

  

L’appuntamento è nel giardino della villetta di Gilberto Girimondo a Montecchio

 

Consigli per arrivarci:

- Partire da Quinzano

- In fondo alla piazza (a fianco della pizzeria Italia) si passa una strettoia e si prende
 via Lavello che poi diventa via Are Zovo. 

- Si procede per circa sette Chilometri in direzione di Montecchio.

- Poco prima di arrivare a Montecchio sulla sinistra (prima del bidone di raccolta vetri)
 si imbocca la via Pozza Stroa dove al numero civico 1 si trova la villetta di Gilberto. 

- La via Pozza Stroa è segnalata anche col vecchio toponimo di Monchetto

In caso di pioggia Informazioni precise saranno date con l'avviso successivo.

lunedì 7 aprile 2025

9 aprile 2025 a Bologna...


 

Un aforisma al giorno - Eresia o moda, umore e mente...



Una moda o un'eresia è l'esaltazione di qualcosa che, anche se vero, è di natura secondaria o temporanea contro le cose essenziali ed eterne, quelle che si dimostrano sempre vere a lungo termine. In breve, è la contrapposizione dell'umore alla mente.

Gilbert Keith Chesterton, William Blake.

William Blake


domenica 6 aprile 2025

Un aforisma al giorno - Temperamento artistico...



Il temperamento artistico è una malattia che affligge i dilettanti. È una malattia che nasce dal fatto che gli uomini non hanno sufficiente forza espressiva per esprimere e liberarsi dell'elemento artistico nel loro essere. Per ogni uomo sano di mente è salutare esprimere l'arte che è in lui; per ogni uomo sano di mente è essenziale liberarsi dell'arte che è in lui a tutti i costi. Gli artisti di grande e sana vitalità si liberano facilmente della loro arte, come respirano facilmente o sudano facilmente. Ma negli artisti con meno forza, la cosa diventa una pressione e produce un dolore definito, che si chiama temperamento artistico. Così, i grandissimi artisti riescono a essere uomini comuni, uomini come Shakespeare.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 1 aprile 1905.



venerdì 4 aprile 2025

Aforismi in lingua originale - He is not two men…

Happy is he who still loves something that he loved in the nursery: he has not been broken in two by time; he is not two men, but one, and has saved not only his soul but his life.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News,
26 September 1908



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martedì 1 aprile 2025

Chesterton's Ballad of the White Horse: From Conception to Critical Reception Critical Reception, di Nicholas Milne.



Vi proponiamo questo saggio su La Ballata del Cavallo Bianco, vista la pubblicazione della traduzione in rima di Giulio Mainardi e l’interesse che l’opera suscita da sempre, in specie, in Italia, dal tempo della traduzione di Annalisa Teggi.