Gli uomini sono governati, oggi come oggi, dall'orologio, da bugiardi che rifiutano loro le notizie e da sciocchi che non sanno governare.
Gilbert Keith Chesterton, Utopia degli usurai.
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Questa è la prima edizione uscita in America. |
Gli uomini sono governati, oggi come oggi, dall'orologio, da bugiardi che rifiutano loro le notizie e da sciocchi che non sanno governare.
Gilbert Keith Chesterton, Utopia degli usurai.
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Questa è la prima edizione uscita in America. |
Tutte le cose buone sono una cosa sola. I tramonti, le scuole di filosofia, i bambini, le costellazioni, le cattedrali, le opere, le montagne, i cavalli, le poesie: tutto questo non è che un travestimento. Una cosa sola cammina sempre in mezzo a noi in un abito di fantasia, nel mantello grigio di una chiesa o in quello verde di un prato. È sempre dietro, la sua forma fa cadere le pieghe in modo superbo. Questo è ciò che intuirono gli antichi selvaggi Ebrei, soli tra le nazioni, e il motivo per cui il loro rude dio tribale è stato eretto sulle rovine di tutte le civiltà politeiste. I Greci, i Normanni e i Romani, infatti, vedevano le guerre superficiali della natura e facevano del sole un dio, del mare un altro, del vento un terzo. Non erano entusiasti, come lo fu qualche rude israelita, una notte nelle lande desolate, da solo, dall'idea improvvisa e sfolgorante che tutti fossero lo stesso Dio: un'idea degna di un romanzo poliziesco.
Gilbert Keith Chesterton, Lettera a Frances Blogg, 1899, in Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton.
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Gilbert e Frances più o meno all'epoca di questa lettera. |
C'è una cosa che spesso viene chiamata progresso, ma che si verifica solo in condizioni noiose e stantie: in realtà non è un progresso, ma una sorta di plagio strisciante. Portare sempre più avanti la stessa moda non è segno di energia, ma di stanchezza. Si può immaginare che nel fantastico declino di qualche civiltà cinese si possano trovare cose che aumentano automaticamente, semplicemente perché tutti hanno dimenticato a cosa servivano. I cappelli potrebbero essere più grandi degli ombrelli, perché tutti hanno dimenticato di indossarli. I bastoni da passeggio potrebbero essere più alti delle lance, perché nessuno ha mai pensato di portarli a spasso. La mente umana non va mai così veloce, se non quando è entrata in un solco.
Gilbert Keith Chesterton, The Living Age, 21 agosto 1909.
https://www.tempi.it/immigrazione-e-liberta-di-rimanere-occorre-ricostruire-una-vita-comunitaria/
Anni fa in questo post vi spiegammo la storia della famosissima foto ritraente Chesterton, Shaw e Belloc (in realtà, come vedrete andando a visitare nuovamente il post - fatelo! -, ne esistono diverse da differenti punti di vista, segno della presenza di numerosi fotografi, segno quest'ultimo dell'importanza dell'evento).
Il viaggio è giunto al termine, i nostri eroi sono a casa ma si è già acceso il fuoco della speranza e s'è ravvivato quello dell'amicizia, nata ormai dieci anni fa grazie al caro Stratford Caldecott che dal cielo sarà molto contento di tutto questo, forse quando scrisse quella riga su Facebook letta e presa sul serio non se lo sarebbe mai immaginato.
A questo proposito ripropongo qualche vecchia immagine per far capire come quest'amicizia abbia radici profonde (vi dirò che un pochino mi commuovono):
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Un giovanissimo John Kanu tra il 1999 e il 2002 con Natal'ja Trauberg, traduttrice in lingua russa dell'opera di Chesterton, a Oxford nella vecchia sede della Chesterton Library. |
Qui siamo nel 2013 a Ferrara, durante un incontro con il compianto mons. Luigi Negri, all'epoca amato arcivescovo di Ferrara - Comacchio. |
Qui siamo a San Benedetto del Tronto nel 2016, in occasione del secondo viaggio di John in Italia, dopo l'arrivo del primo container in Sierra Leone. John spiegò il suo metodo. John è convincente. |
E qui siamo nel 2013, quando imponemmo il "ciribillo" (una spilla circolare con l'effige di Pier Giorgio Frassati) a John, segno dell'appartenenza alla nostra compagnia (che in fondo è una tribù!). |
Qui nel 2013 a San Benedetto del Tronto con Padre Cassian Folsom, fondatore del Monastero di San Benedetto in Monte a Norcia. |
La bandiera della Sierra Leone distributista tessuta per noi dai ragazzi di John Kanu. |
E qui l'uomo che ha reso possibile tutto, Stratford Caldecott (con il nostro Angelo Bottone in veste di traduttore e conferenziere), a San Benedetto del Tronto nel 2012. |
Ecco la cronaca del 19 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_20.html
ed ecco la cronaca del 20 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_21.html
Spero che tutto questo convincerà i più scettici che il distributismo è la vera ed unica strada per la serenità, per uno sviluppo a misura d'uomo, per costruire nazioni che abbiano un giusto benessere senza sfruttamento verso nessuno, proprio nessuno, per costruire una societas christiana. Io personalmente ci credo fermamente, vorrei convincere ognuno di voi. Spero che i miei amici che sono stati in Sierra Leone lo sappiano fare meglio di me.
Marco Sermarini
I nostri amici chestertoniani Giorgio, Kevin e Ciccio hanno vissuto giornate intense e ora che sono tornati contano di dare seguito a quanto hanno visto e vissuto.
Credo si possa dire serenamente che hanno ricevuto molto più di quello che hanno ed abbiamo dato.
Quelli che ancora credono nel capitalismo o nel dirigismo statale e non hanno visto quello che hanno visto i nostri amici credo che rimarranno sulle loro miopi posizioni. Leggere questi racconti, guardare quelle foto è di aiuto per chi vuole capire che il distributismo in atto, non quello da tastiera, è l'unica vera speranza.
Questa che segue è la quarta puntata del diario di bordo dei nostri eroi:
Questa è la quinta:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_19.html
E questa è la sesta:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_55.html
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John nel suo villaggio natale, Kabonka, come dice lui "in the middle of nowhere" (ma per lui è sempre casa e ci torna spesso... radici profonde non gelano...). |
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John e suo zio, l'ultimo superstite del villaggio tra coloro che decisero di mandarlo a studiare finanziandolo con enormi sacrifici. |
Cari chestertoniani vicini e lontani,
Vi comunico due cose,![]() |
Visita alla tomba di Chesterton con gli amici inglesi ed americani, Ottobre 2022. |
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La parte dei libri appartenuti ai Chesterton conservata nei locali della parrocchia di Beaconsfield. |
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La casa di Beaconsfield (Top Meadow) che fu costruita da Gilbert e Frances. Vi si trasferirono nel 1922. Grove Road, Beaconsfield. |
In my early youth it was Schopenhauer’s hour and the power of darkness, and there lay on the whole intellectual and artistic world a load of despair. The liveliest claim that could be made was to call oneself a decadent, and demand the right to rot. The decadents said in substance that everything was bad except beauty. Some of them seemed rather to say that everything was bad except badness. Now the first movement of my mind was simply an impulse to say that being rotten was emphatically all rot. But I began to make for myself a sort of rudimentary philosophy about the thing, which was founded on the first principle that it is, after all, a precious and wonderful privilege to exist at all. It was simply what I should express now by saying that we must praise God for creating us out of nothing.
Gilbert Keith Chesterton, Where All Roads Lead.
La schiavitù non era per la Chiesa una difficoltà di dottrina, ma un problema di immaginazione. Aristotele e i saggi pagani che avevano definito le arti servili o "utili", avevano considerato lo schiavo come uno strumento, un'ascia per tagliare il legno o qualsiasi cosa fosse da tagliare. La Chiesa non denunciava il taglio; ma le sembrava di tagliare il vetro con un diamante. Era perseguitata dal ricordo che il diamante è molto più prezioso del vetro. Così il cristianesimo non poteva adagiarsi nella semplicità pagana secondo cui l'uomo era fatto per l'opera, quando l'opera era molto meno immortalmente importante dell'uomo. Più o meno a questo punto della storia dell'Inghilterra si racconta generalmente l'aneddoto di un gioco di parole di Gregorio Magno; e questo è forse il vero punto della questione. Secondo la teoria romana, i barbari schiavi dovevano essere utili. Il misticismo del santo si commuoveva nel trovarli ornamentali; e "Non Angli sed Angeli" significava più semplicemente "Non schiavi, ma anime".
Gilbert Keith Chesterton, Una breve storia d'Inghilterra.
Proseguiamo con le notizie dei nostri amici in missione in Sierra Leone.
Confesso che vedere la faccia di Chesterton sui sacchi di granturco mi ha commosso. Prendersi il lusso di sostenere una cosa così non ha prezzo.
Marco Sermarini
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Il granturco distributista con la faccia del nostro Chesterton. Di certo Chesterton ha contribuito alla grande alla sua produzione. |
15/09/2023.
Questo viaggio sta entrando nel vivo già dalla colazione, John ci anticipa la giornata e ci racconta che andremo a Kono, il distretto dove lavora abitualmente il SLCC (Sierra Leone Chesterton Center, ndr) che si trova nella parte centro orientale del paese, ma la cosa interessante è la storia che ci porta lì, perché qualche settimana fa John, dopo due anni di tentativi è riuscito a conoscere un italiano che ha un grosso allevamento di polli, ma compra il mais dalla Guinea o dall'Europa e spende anche fino a 40.000 dollari l'anno per questo. John ha visto un'opportunita in quest'uomo, è partito ed è andato a conoscerlo. Questo perché nelle sue cooperative il nostro eroe ha condotto una lotta con le comunità per farle iniziare a coltivare mais: prima era solo riso perché loro mangiano solo riso, e ha spiegato a chi obiettava che il mais può essere coltivato per essere venduto al mercato per avere dei soldi che possono servire per una vita migliore e per mandare i figli a scuola. In breve tempo purtroppo il mercato è diventato saturo e il mais si è svalutato facendo scendere la produzione. John che immaginava già chi avrebbe incontrato con il suo viaggio, ha preparato uno studio sulle quantità di mais che le sue cooperative avrebbero potuto produrre in un'anno, all'incirca 80 tonnellate. Immaginate adesso un grosso imprenditore italiano con la sua attività in Sierra Leone che incontra un uomo del posto che gli vuole parlare di una collaborazione lavorativa. John si è accorto che l'italiano era un po' scettico e che da buon capitalista ha iniziato a fargli dei conti in tasca per poter risparmiare, dicendo a John che non sarebbe stato possibile tutto quel raccolto, ha forse percepito - sbagliando - che John potesse essere un imprenditore che vuole fare soldi con il mais, ma il nostro eroe ha spiegato con calma che il suo business non sono né i soldi né il mais ma aiutare le famiglie ad avere una vita comunitaria, ad avere un lavoro e ad avere il necessario per permettere ai figli di crescere e sostenersi sulle proprie gambe. La carta vincente però non era ancora stata scoperta...
Il resto qui sotto:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo_17.html
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Un gigantesco albero di mango e il pick up di John Kanu nella regione di Makeni. |
Il fervido consiglio che vi do, cari amici, è di leggere attentamente queste corrispondenze: sono gli occhi di persone sincere su una realtà che nessuno vi racconterà, e se dico nessuno intendo nessuno. Lasciate stare.
Ci inviterà a riflettere anche sul tema delle migrazioni, che mi appaiono sempre più un fenomeno frutto di un sistema (quello capitalistico, anche nella versione statalista comunista cinese) che fa solo del male al mondo. Chi non ci crede non vede, non vuole vedere, legge solo le notizie sparate su giornali e internet da chi ha interessi da difendere nel medesimo sistema, perde tempo e si disinforma e scava da sé la propria fossa, sega il ramo dove è seduto.
Sono pubblicati sul blog della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati, che è uno dei partner dell'Operazione Rhino, cioè la spedizione del generatore di corrente che ha reso indipendente la scuola dal sistema di distribuzione dell'energia elettrica del suo paese.
Leggete bene, amici, non è un affare per qualche fissato, John ha coinvolto migliaia di persone del suo popolo e noi siamo fieri di essere suoi anzi loro amici.
Chi pensa di poter dare il suo contributo può scrivere alla mail della Società.
Marco Sermarini
14 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/i-nostri-amici-giorgio-kevin-e-ciccio.html
15 Settembre 2023:
http://piergiorgiofrassati.blogspot.com/2023/09/viaggio-in-sierra-leone-diario-di-bordo.html
Nei prossimi giorni seguiranno gli aggiornamenti.
Il diavolo è in grado di citare le Scritture per i suoi scopi; e il testo delle Scritture che ora cita più comunemente è: "Il regno dei cieli è dentro di voi". Quel testo è stato il punto di appoggio e di sostegno di molti più farisei, presuntuosi e prepotenti spirituali di tutti i dogmi della creazione; è servito a identificare l'autocompiacimento con la pace che supera ogni comprensione.
E il testo da citare in risposta è quello che dichiara che nessuno può ricevere il regno se non è un piccolo bambino. Ciò che dobbiamo avere dentro è lo spirito del bambino; ma lo spirito del bambino non è del tutto preoccupato di ciò che c'è dentro. Il primo segno di possesso è l'interesse per l'esterno. La cosa più infantile di un bambino è la sua curiosità, il suo appetito e la sua capacità di stupirsi del mondo. Potremmo quasi dire che il vantaggio di avere il regno dentro di sé è quello di cercarlo altrove.
Gilbert Keith Chesterton, Quello che ho visto in America.
Scott era davvero molto lontano dall'essere uno scrittore perfetto, ma non credo che si possa dimostrare che il grande ed elaborato piano su cui sono costruite le sue storie fosse in qualche modo un'imperfezione. Organizzò le sue interminabili prefazioni e le sue colossali introduzioni proprio come un architetto progetta grandi cancelli e lunghi accessi a una casa davvero grande. Non condivideva il desiderio dei giorni nostri di arrivare rapidamente alla fine di una storia. Gli piaceva la narrazione come sensazione; non desiderava ingoiare una storia come una pillola che poi gli avrebbe fatto bene. Voleva assaporarla come un bicchiere di porto, perché gli facesse bene in quel momento. Il lettore siede tardi ai suoi banchetti. I suoi personaggi hanno quell'aria di immortalità che appartiene a quelli di Dumas e Dickens. Non ci stupiremmo di incontrarli in un certo numero di sequel. Scott, nel suo cuore, avrebbe probabilmente voluto scrivere una storia infinita senza inizio né fine.
Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types.
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Sir Walter Scott e i suoi cani. |
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Una sala della Chesterton Academy di Freetown intitolata al nostro amatissimo Stratford Caldecott |
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L'arrivo dei nostri amici e la gioia di John Kanu |
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Si va all'avventura! |
L'uomo che realizza un frutteto dove c'era un campo, che è il proprietario del frutteto e che decide a chi farlo ereditare, gode anche del gusto delle mele e, speriamo, anche del gusto del sidro. Ma sta facendo qualcosa di molto più grande, e in definitiva più gratificante, del semplice mangiare una mela. Sta imponendo la sua volontà al mondo, come previsto dalla carta che gli è stata data dalla volontà di Dio; sta affermando che la sua anima è sua e non appartiene al Dipartimento di Ricerca sui Frutteti o al principale Trust del Commercio di Mele. Ma sta anche facendo qualcosa che era implicito in tutte le più antiche religioni della terra, in quei grandi panorami di sfarzo e rituali che seguivano l'ordine delle stagioni in Cina o in Babilonia: sta adorando la fecondità del mondo.
Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.
Può essere più facile essere davvero dotati di arguzia che, nel senso più audace e duraturo del termine, di immaginazione. Ma è immensamente più facile fingere di avere immaginazione che fingere di possedere arguzia. Un uomo può indulgere in una fasulla rapsodia, perché il trionfo di una rapsodia può essere quello di essere incomprensibile. Ma un uomo non può indulgere in una finta battuta, perché è la rovina di una battuta essere incomprensibile.
Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types.
Spesso è un errore strategico mettere a tacere un uomo, perché lascia al mondo l'impressione che abbia qualcosa da dire.
Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 14 agosto 1915.
L'istinto moderno è che se il cuore dell'uomo è malvagio, non c'è nulla che rimanga buono. Ma il sentimento più antico era che se il cuore dell'uomo era così malvagio, c'era qualcosa che rimaneva buono: la bontà rimaneva buona. Esisteva una vera e propria virtù vendicatrice al di fuori della razza umana, verso la quale gli uomini si elevavano o dalla quale si allontanavano.
Gilbert Keith Chesterton, All Things Considered.
Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.
Ai tempi della mia prima giovinezza era l'ora di Schopenhauer e del potere delle tenebre, e su tutto il mondo intellettuale e artistico gravava un fardello di disperazione. La rivendicazione più vivace che si potesse fare era quella di definirsi decadenti e di chiedere il diritto di marcire. I decadenti dicevano in sostanza che tutto era male tranne la bellezza. Alcuni di loro sembravano piuttosto dire che tutto era male tranne la malvagità. Ora, il primo movimento della mia mente è stato semplicemente un impulso a dire che essere marcio era assolutamente tutto marcio. Ma cominciai a costruirmi una sorta di filosofia rudimentale sulla questione, che si fondava sul primo principio che, dopo tutto, è un prezioso e meraviglioso privilegio esistere. Era semplicemente ciò che dovrei esprimere ora dicendo che dobbiamo lodare Dio per averci creato dal nulla.
Gilbert Keith Chesterton, Where All Roads Lead.
Chesterton sbarcò in America in pieno Proibizionismo. Una delle prime dichiarazioni che fece fu a difesa della libertà dell'uomo di bere, anche fino a ubriacarsi.
Sto scrivendo questo testo su un treno e non posso continuare perché accanto a me ci sono due signore molto moderne che parlano di vegetarianesimo, della vita superiore, dell'evoluzione spirituale e di altri divertimenti dei ricchi. Sono entrambe ricche e ben vestite, come lo sono sempre questo tipo di rivoluzionari; e sono entrambe di bell'aspetto, con il bieco occhio blu che contraddistingue la loro religione esoterica; l'unica religione sulla terra che non ha in sé né agnosticismo né umiltà. Una di loro sta cercando di dimostrare che è molto liberale, che non è una vegetariana fanatica, il che mi sembra sconsiderato; perché sicuramente se un uomo è vegetariano per motivi morali, dovrebbe essere un vegetariano fanatico. Dovrebbe essere furioso anche con chi mangia carne in modo moderato: non tolleriamo un cannibale temperato. Il consumo di carne o non è affatto sbagliato (come penso io), o è molto sbagliato. In questo assomiglia all'omicidio, alla religione e a molte altre cose interessanti. Ma la signora che sta parlando ha tutta la sconsideratezza moderna intrinseca nel pensiero. Dice, in mia presenza personale e fisica, le seguenti parole calme e straordinarie: "Naturalmente la domanda è se avete ancora il desiderio. Se riuscite a superare il desiderio di carne, allora siete su un piano superiore. Ma fino a quando avrete il desiderio di qualcosa, dovrete naturalmente farlo. Il desiderio dimostra che si deve fare". Questa affascinante generalizzazione (che dovrebbe essere di straordinario interesse per l'intera razza umana, compresi i tiranni, i borseggiatori, i dipsomani, i delinquenti, gli avvocati fraudolenti, gli uomini che amano mangiare il vetro, gli uomini che desiderano essere venerati come il Messia, i fumatori d'oppio, i mangiatori di bhang, i conquistatori militari, i sofisti, i bevitori di sangue e altri troppo numerosi per essere menzionati), questa generalizzazione, dico, mi commuove immensamente. Mi sento vivamente spinto ad alzarmi semplicemente e improvvisamente dal mio posto e a parlare come segue: "Signora, sono certo che non potrà che essere felice di sapere che mi ha convinto. Un uomo dovrebbe sempre fare una cosa finché ha un vero desiderio di farla. Quanto è vero! È illuminante! E tuttavia quanto è semplice! La mia attuale voglia genuina, che vi colpirà improvvisamente e bruscamente sul ponte del naso, è una voglia che, essendo molto meno distruttiva di quella di mangiare carne, sicuramente otterrà la vostra acquiescenza teorica, e che ha anche il vantaggio di darvi qualche barlume di idea del tipo di mondo in cui vivete. Come dice lei, potrei sopravvivere alla voglia di mangiare. Dopo avervi picchiato sul naso per un giorno o due, il desiderio stesso potrebbe abbandonarmi. Allora, senza dubbio, passerò a un livello superiore".
Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 28 aprile 1906.
In ogni romanzo autentico ci sono tre personaggi vivi e commoventi. Per amor di logica si possono chiamare San Giorgio e il Drago e la Principessa. In ogni storia d'amore ci devono essere gli elementi gemelli dell'amore e della lotta. In ogni romanzo ci devono essere i tre personaggi: ci deve essere la Principessa, che è una cosa da amare; ci deve essere il Drago, che è una cosa da combattere; e ci deve essere San Giorgio, che è una cosa che ama e combatte allo stesso tempo. Ci sono molti sintomi di cinismo e decadenza nella nostra civiltà moderna. Ma tra tutti i segni della debolezza moderna, della mancanza di comprensione della morale così come deve essere, non ce n'è stato nessuno così sciocco o pericoloso come questo: che i filosofi di oggi hanno iniziato a dividere l'amore dalla lotta e a metterli in campi opposti. Non c'è segno peggiore che si possa trovare un uomo, persino Nietzsche, che dica che dovremmo combattere invece di amare. Non c'è segno peggiore che trovare un uomo, persino Tolstoi, che ci dica che dovremmo amare invece di combattere. Le due cose si implicano a vicenda; si implicano a vicenda nel vecchio romanticismo e nella vecchia religione, che erano le due cose stabili dell'umanità. Non si può amare una cosa senza voler combattere per essa. Non si può combattere senza qualcosa per cui combattere.
Gilbert Keith Chesterton, Appreciations and Criticisms of the Works of Charles Dickens (Prefazione a Nicholas Nickleby).
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Paolo Uccello, San Giorgio e il drago (1460), National Gallery, Londra. |
Si potrebbe scrivere un saggio interessante sul possesso di uno stile letterario ateo. Esiste. Il segno di questo stile è che ogni volta che si nomina o si descrive qualcosa, si scelgono parole che suggeriscono che una cosa non ha un'anima. Così non si parla di amore o di passione, che implicano uno scopo o un desiderio. Si parla di "relazioni" tra i sessi, come se fossero semplicemente legati l'uno all'altro in un certo modo, come una sedia e un tavolo. Così non si parla di guerra (che implica una volontà), ma di scoppio della guerra, come se fosse una sorta di bollore. Così non si parlerà di padroni che pagano più o meno salari, il che suggerisce vagamente una qualche responsabilità morale nei padroni: si parlerà di aumento e diminuzione dei salari, come se la cosa fosse automatica, come le maree del mare. Così non definiranno il progresso un tentativo di miglioramento, ma una tendenza al miglioramento. E così, soprattutto, non definiranno la simpatia tra le nazioni oppresse simpatia, ma solidarietà. Perché questo suggerisce mattoni e coke, argilla e fango, e tutte le cose di cui sono ghiotti.
Gilbert Keith Chesterton, The Illustrated London News, 7 dicembre 1912.
Dal Catholic Herald dell'8 Febbraio 2023:
(È un capitolo estratto da Il pozzo e le pozzanghere - The Well and the Shallows)
I HAVE explained that these are sketches of six separate occasions, on which I should have become a Catholic, if I had not been the one and only kind of human being who cannot become a Catholic. The excitement of conversion is still open to the atheist and the diabolist; and everybody can be converted except the convert. In my first outline, I mentioned that one of the crises, which would in any case have driven me the way I had gone already, was the shilly-shallying and sham liberality of the famous Lambeth Report on what is quaintly called Birth Control. It is in fact, of course, a scheme for preventing birth in order to escape control. But this particular case was only the culmination of a long process of compromise and cowardice about the problem of sex; the final surrender after a continuous retreat.
Il resto qui di seguito:
https://catholicherald.co.uk/the-surrender-upon-sex-a-critique-of-the-church-of-england/
di Hugh Somerville-Knapman OSB
Dal Catholic Herald del 2 Gennaio 2023:
With due deference to the originator of the latest foray in to the world of Father Brown, I doubt many devotees of GK Chesterton’s clerical detective would find the portrayal of the character by Mark Williams to be excellent. The BBC series, now in its ninth season and popular as it appears to be, is such a travesty that Chesterton would recognise neither his fictional hero nor its non-fictional model. Yet it is testimony to the fact that the Father Brown phenomenon, for want of a better word, continues to prosper more than a century after its first appearance in 1911. This new devotional anthology, edited by Stephen Poxon, is a further witness to the fact.
Il resto qui di seguito:
https://catholicherald.co.uk/father-brown-and-the-mystery-of-chesterton/
La sopravvivenza, sotto varie forme, di diverse posizioni filosofiche e intellettuali che Gilbert Keith Chesterton ha lasciato senza argomenti, fa sì che il pensiero del brillante autore inglese continui a essere, a distanza di un secolo, pienamente attuale.
https://omnesmag.com/it/risorse/argumentos/teologia-siglo-xx/eretici-chesterton/