lunedì 31 gennaio 2022

Tracce postume del buon Cecil Chesterton.

Tempo fa mi ero messo alla ricerca di notizie sulla morte di Cecil. Ne abbiamo parlato altre volte in questo blog, di sicuro in questo post ma anche in altri. Mi aveva sempre colpito l'unità e la vicinanza dei due fratelli, l'affetto e la stima reciproci, la condivisione delle cose più vere e più intime. Di cose più tenere e belle della loro infanzia ho già parlato, e ne parla Chesterton nella sua Autobiografia.

Qui volevo condividere con voi i risultati di una breve ricerca su un sito molto noto in Inghilterra utile per scandagliare le proprie origini, il paese di nascita, dove pagavano le tasse i nonni, tutte cose che a noi suonano piuttosto strane ma per chi vuole ricostruire il suo passato sono utilissime.

Siccome è un sito a pagamento e si paga anche caro, ho approfittato di un'offerta che mi dava modo di cercare gratuitamente per un paio di giorni, se non ricordo male, anche se non di scaricare il risultato delle mie ricerche. Ecco il motivo delle non splendide immagini.

Sono andato a scavare nei registri della forza militare inglese. Ho trovato tante cose, è stato anche bello, appassionante e commovente incrociare tanti nomi di giovani morti in guerra: considerate che nel 1916, ad esempio, anche un cugino carnale dei Chesterton, Frank Sydney Chesterton, figlio di Sydney (il fratello e socio in affari di Mr. Ed, il babbo dei nostri eroi), morì in guerra. Pensate che dolore dovettero portare i due fratelli Edward e Sydney in quegli anni.

Sapevo che il Reggimento di Cecil era il 18th Highland Light Infantry, per la precisione il 2° battaglione (il primo era sul fronte mediorientale). Da lì sono riuscito a risalire a queste non bellissime (me ne scuso, ma lo sapete, se una cosa vale la pena di farla... ciao!) ma significative foto.



In questa prima foto qui sopra potete vedere il registro dei soldati deceduti, tenuto in maniera molto ordinata ed efficiente. Cecil è il secondo dall'alto. 18 H.L.I. significa 18th Highland Light Infantry. Il numero è la matricola del soldato, poi c'è il cognome e il grado (Pte. è la sigla che significa Private, cioè soldato semplice) e l'iniziale del nome, C. cioè Cecil. Da ultimo la data di morte, 6 Dicembre 1918.


In una pubblicazione a stampa (osservate qui sopra) disponibile presso gli uffici della British Army troviamo qualcosa di più: 

CHESTERTON, Pte. Cecil Edward, 356419. 18th Bn. Highland Light Inf. Died of disease 6th December 1918. Age 39. Son of Edward and Marie Louise Chesterton, of Kensington London. Born at Kensington, London. XII. B. 38.



In queste altre due foto si può vedere (qui sopra) l'epigrafe del registro dell'Imperial Ward Graves Commission, la commissione che si occupava di dare degna sepoltura ai soldati morti in guerra, in particolare a quelli che, come in questo caso, morirono all'estero e lì rimasero. Il registro specifica il contenuto riga per riga dell'iscrizione posta sulla pietra tombale. In quella di Cecil c'è scritto (e lo si dovrebbe vedere nella foto più in alto):

First line (prima riga)

DEARLY LOVED (molto amato)

Second line (seconda riga)

AND DEEPLY REGRETTED (e profondamente rimpianto)

Third line (terza riga)

BY HIS WIFE AND HIS PARENTS (da sua moglie e dai suoi genitori)

e poi sotto il nominativo e l'indirizzo dell'autore della brevissima epigrafe, e cioè Edward Chesterton, 11 Warwick Gardens, Kensington, London.

Cecil, come già saprete, è sepolto nel Terlinchtun British Cemetery, a Wimille, nel dipartimento del Passo di Calais, Haute France. La posizione della sua sepoltura, qualora qualcuno di noi volesse andarlo a trovare, dire una preghiera e portare fiori (in fondo morì senza figli, come il fratello, e oggi è ben difficile che qualcuno si occupi di lui...) è XII. B. 38.

Tanto dolore in questa famiglia, sia quella di Mr. Ed e Marie Louise che assistettero alla morte del loro caro figlio, che in quella di Ada, che vide andare via per sempre il marito sposato da poco.

Un piccolo sogno nel cassetto è partire con la mia macchina, attraversare la Francia e andare a trovare quest'uomo, Louis figlio di Belloc (è sepolto a pochi chilometri da lì, sempre nell'area di Calais, leggete bene in questo post), poi in Inghilterra presso la tomba dei Belloc e da ultimo dal nostro Gilbert. Potete anche pensare che io sia pazzo, perché è vero. Che vi devo fare? Sono molto legato a questi uomini che mi hanno dato così tanto. Almeno una volta l'anno chiedo al mio amico Stuart di portare fiori sulla tomba di Chesterton, e lui e sua moglie lo fanno sempre, a nome mio e di tutti voi chestertoniani italiani. Sono cuori gentili e capiscono.

Ecco, ho cercato di dare un po' più di luce a quest'uomo tanto amato dal nostro Gilbert, la cui morte lo provò profondamente. Vi invito a leggere il capitolo dell'Autobiografia dedicato a Cecil, vale la pena. Capita raramente di ascoltare parole così piene di stima e d'amore.

Marco Sermarini

domenica 30 gennaio 2022

Il Fondo Chesterton presso la British Library.

Nel collegamento qui sotto trovate la pagina del motore di ricerca del sito della British Library che riguarda Chesterton.

E' interessante vedere come questo copiosissimo fondo sia stato messo insieme non solo dalla sua segretaria Dorothy Edith Collins, che lo ha detenuto sino alla sua morte nel 1988, ma anche dal padre Edward Chesterton. Infatti ci sono scritti ed oggetti che il babbo devotamente metteva da parte man mano che il giovane Gilbert si affermava.

Una delle cose che spicca è il libretto che egli fece stampare per darlo ai suoi figli, una storia per bambini intitolata The Wonderful Story of Dunder van Haeden, che fece stampare solo nel 1902 e di cui abbiamo parlato anche in questo blog.

In ogni caso c'è tanta altra roba che varrebbe la pena di esplorare dal vivo. Qualcuno dei nostro soci in passato lo ha fatto, e questo ci ha dato molte soddisfazioni.

Marco Sermarini 

https://searcharchives.bl.uk/primo_library/libweb/action/dlDisplay.do?docId=IAMS032-001988635&vid=IAMS_VU2&indx=1&dym=false&dscnt=1&onCampus=false&group=ALL&institution=BL&ct=search&vl(freeText0)=032-001988635&submit=search


La British Library a Londra,
Euston Road.

Una bella vecchia edizione del San Francesco d’Assisi.


È l'edizione dell'Istituto di Propaganda Libraria (che pubblicò anche l'Autobiografia con la traduzione e il saggio introduttivo di mons. Castelli, molto validi, e La Resurrezione di Roma).

È molto bella anche la sua traduzione.

Marco Sermarini

sabato 29 gennaio 2022

Un aforisma al giorno.

Il problema reale di questo nostro mondo non è che sia irragionevole e nemmeno che sia ragionevole. Il tipo di problema più comune è che il mondo è quasi ragionevole, ma non completamente. La vita non è illogica, eppure è una trappola per logici. Sembra solo un po’ più matematica e regolare di quanto non sia; la sua esattezza è ovvia, ma la sua inesattezza è nascosta, la sua stranezza sta in agguato.

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.

venerdì 28 gennaio 2022

La biografia di Chesterton firmata da Maisie Ward con tanto di sovraccoperta (raro!).


Personalmente ho una edizione senza dustjacket, come dicono gli anglofoni, senza sovraccoperta, come diciamo noi italici.

È rara perché comprenderete come sia difficile che resistano alle ingiurie del tempo. Comunque non è la prima biografia di Chesterton (cronologicamente la prima dovrebbe essere il breve profilo di Bill Titterton) ma è sicuramente la più importante. Maisie Ward ed il marito Frank Sheed diedero vita ad una casa editrice, la Sheed & Ward, che si occupò anche di pubblicare questo libro. Chesterton era molto legato ai due coniugi, che gli chiesero pure di tenere a battesimo il loro figlio Wilfrid.

È un'ottima base per un'eventuale positio in caso di apertura del processo sulle virtù eroiche, che sempre speriamo si apra.

Marco Sermarini

mercoledì 26 gennaio 2022

Un'edizione italiana poco conosciuta de L'Uomo che fu Giovedì (con dieci delle storie di Padre Brown).


 

Il numero dell'Illustrated London News del 20 Giugno 1936 dedica la copertina al suo caro editorialista Gilbert Keith Chesterton.


 

Un aforisma al giorno.

Come minimo per sei volte, in questi ultimi anni, mi sono trovato in situazioni tali da non avere altra scelta che quella di farmi cattolico. E l'avrei fatto, se questo passo avventato non mi fosse stato impedito dalla fortunata coincidenza che già lo ero.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.

Un aforisma al giorno.

Stevenson non era un cattolico; non ha finto di essere rimasto un puritano; ma era un pagano altamente onorevole, responsabile e valoroso, in un mondo traboccante di pagani che erano per la maggior parte molto meno cavalieri e onorevoli. Io, per esempio, se posso dirlo, sono pronto a difendere il mio modo di pensare o a giudicare gli altri in base al loro. Ma la pretesa vittoriana che ogni eroe ben vestito d’un romanzo, che possa contare su cinquecento sterline l’anno, sia nato immune dalle tentazioni per combattere le quali i più straordinari santi si sono cinti di cilici e di rovi – beh, questo non mi interessa affatto e non lo discuterò ancora.


Gilbert Keith Chesterton, Robert Louis Stevenson.

domenica 23 gennaio 2022

Chesterton in altre parole - John Sullivan e il team di Sir Edmund Hillary.


A una cena per Sir Edmund Hillary (1), il mio vicino, un perfetto estraneo, citò Chesterton abbastanza a ampiamente. Si scoprì che era un membro della squadra di Hillary e in tre scalate dell’Himalaya e nella spedizione al Polo Sud del 1957-58 aveva sempre portato con sé un libro: era Wine, Water and Songs (2). No, non aveva letto altro di Chesterton, ma quello lo conosceva a memoria.

John Sullivan, A Liberal Education, in John Sullivan, G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal 

(1) Sir Edmund Hillary è colui che riuscì per primo a scalare il Monte Everest;
(2) Sono le canzoni presenti in L'Osteria Volante e raccolte in un volume indipendente.

Aneddoti - Frances, Gilbert, Dorothy e i precipizi.

Dorothy accompagnò Chesterton e signora dall'Inghilterra in Francia, Spagna ed Italia. Guidò la propria autovettura e li portò anche a Firenze per la famosa conferenza al Maggio Fiorentino, quella su letteratura inglese e tradizione latina (edita in Italia da Raffaelli, per la cronaca, e disponibile su Pump Street).

Il viaggio ebbe un buon successo per l'autista, che sostenne che i passeggeri fossero "meravigliosi". Poi c'è questo piccolo aneddoto:

"Una volta Gilbert osservò in modo piuttosto lamentoso: «Frances, vorrei che tu evitassi di continuare a dire a Dorothy di ammirare il panorama quando siamo appesi ai precipizi»".

Dorothy Collins, Recollections, in John Sullivan, G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal.


Rapallo - Qui fu officiato il funerale di un amico di Chesterton, Max Beerbohm. Poi qualche altra notizia su di lui e su Chesterton.




È l'ex chiesa anglicana di St. George a Rapallo.

Fu costruita nel 1902 e serviva alle esigenze religiose degli inglesi anglicani soggiornanti all'epoca in gran numero nella cittadina del Tigullio. Dopo l'8 settembre 1943 fu requisita dai tedeschi e adibita a deposito di merci e alimentari. Riprese il suo uso originario dopo la guerra ma nel 1975 fu messa in vendita. Oggi è di proprietà privata ed è chiusa.

Dal maggio 2001 è monumento nazionale. 

Qui furono celebrati i funerali del caricaturista e scrittore inglese Max Beerbohm il 20 maggio del 1956.

Visse a Rapallo dal 1910, quando vi fece il viaggio di nozze, fino alla morte nel 1956, a Villino Chiaro.

Chesterton era suo amico e gli fece visita diverse volte; in una circostanza incontrò a casa Beerbohm anche Ezra Pound; Chesterton, secondo il resoconto di Dorothy Collins, comparve in un affresco che Beerbohm aveva dipinto sulle pareti del villino, assieme ad altri noti personaggi dell'epoca.

Queste famose caricature con cui Beerbohm aveva decorato le pareti del Villino Chiaro furono staccate dopo la sua morte nel 1956 e sono oggi esposte al Merton College di Oxford, dove Max aveva studiato. 



sabato 22 gennaio 2022

Chesterton in altre parole - Dorothy Collins, la sua segretaria.


Gilbert Chesterton fu un ragazzo e un uomo molto amato, il che è in gran parte a causa della sua intensa sincerità, del suo senso di giustizia e amore per tutti gli uomini, giovani e vecchi. Fu sempre il centro di qualsiasi compagnia in cui si trovò e i suoi compagni di scuola mi hanno raccontato come tutti facessero a gara per la sua amicizia, e di quanto fossero gelosi l'uno dell'altro. Alla St. Paul's School prese il premio Milton per la poesia quando era molto giovane; e quando dico prendere, è un'esagerazione, perché essendo salito sul palco per riceverlo, se ne andò e lo lasciò dietro, tanto era confuso per il suo successo. Qui vediamo la sua umiltà sincera che durò tutta la sua vita. Non gli dava alcun piacere eccellere sulle altre persone.

Dorothy Collins, Recollections, in John Sullivan, G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal.

Dorothy Collins


Chesterton in altre parole - Brocard Sewell e le serate al Devereux: amici!



Per quelli di noi che frequentavano abitualmente quegli incontri al Devereux (1), erano raduno di amici. Un passaggio nel quarto capitolo del Charles Dickens di Chesterton coglie perfettamente il loro spirito: "Ad ogni uomo vivo, si deve sperare, è capitato in qualche modo di parlare con i suoi amici più affascinanti intorno ad un tavolo in qualche serata in cui tutte le numerose personalità si sono dispiegate come grandi fiori tropicali. Tutti si sono calati nelle loro parti come in una deliziosa commedia improvvisata. Ogni uomo era più se stesso di quanto non fosse mai stato in questa valle di lacrime. Ogni uomo era una bella caricatura di se stesso. L'uomo che ha conosciuto tali notti capirà l'esagerazione di Pickwick. L'uomo che non ha conosciuto tali notti non si godrà Pickwick, né (immagino) il paradiso".

Brocard Sewell, Devereux Nights, in John Sullivan (et al.), G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal.

(1) il pub in Little Essex Street vicino alla sede della Lega Distributista dove si incontravano i suoi membri, ndr.

The Trees of Pride in catalano!

I

venerdì 21 gennaio 2022

Un aforisma al giorno.


In ogni cosa su questa terra che vale la pena fare, c'è una fase in cui nessuno la farebbe, se non per necessità o per onore.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.

Riproposizioni - Attualissima, attualissima riproposizione a poco più di un anno di un aforisma super attuale.


La nostra generazione, in un volgare, pessimistico periodo, ha blasfemamente sottostimato la bellezza della vita e vigliaccamente sopravvalutato i suoi pericoli.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 30 Marzo 1908.

Un aforisma al giorno.

Il mito è un'opera di immaginazione, e quindi un'opera d'arte. Solo un poeta può concepirla; e solo un poeta può criticarla. Nel mondo sono più i poeti che i non poeti, come provato dall'origine di tali leggende.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

Un aforisma al giorno.

La superstizione si incontra in tutti i tempi, e specialmente in tempi di razionalismo.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

martedì 18 gennaio 2022

È tornato il Chesterton Gala!!! Tutti i chestertoniani fanno a gara per aiutare la Scuola Libera Gilbert Keith Chesterton!

... e poi guardatelo ché è simpaticissimo! Diffondetelo! Per aiutare la piccola grande Scuola Libera Gilbert Keith Chesterton basta pochissimo!!!

La canzone l'hanno prodotta i ragazzi della scuola, dalle parole ai cori alla musica!!! Meritano di essere aiutati!!!

Potete farvi anche pubblicità sostenendolo.

Gilbert sarà orgogliosissimo di voi! Coraggio!!!

lunedì 17 gennaio 2022

Un aforisma al giorno.

Gregory riprese, con brillante vena oratoria: - L'artista e l'anarchico? Ma non c'è nessuna differenza. I due termini si possono scambiare in tutto e per tutto! Chi lancia una bomba è un artista, perché preferisce un grande momento a un'intera vita mediocre: sa che un solo lampo di luce balenante, un solo tuono perfetto, valgono più dei goffi corpi di alcuni banali poliziotti .

L'artista disprezza tutti i governi, abolisce tutte le convenzioni! Il poeta si inebria soltanto del disordine! Se così non fosse, la cosa più poetica al mondo sarebbe la ferrovia sotterranea

- Lo è, - dichiarò il signor Syme.

- Che sciocchezza! - gridò Gregory, che era molto ragionevole, quando qualcun altro ricorreva ai paradossi. -Perché gli impiegati e i manovali nella sotterranea sono sempre così tristi e stanchi, così tremendamente tristi e stanchi? Glielo dirò io! Perché sanno che il treno va dove deve andare. Perché sanno che, per qualunque posto abbiano preso il biglietto, lì giungeranno. Perché, dopo aver oltrepassato Sloane Square, sanno che la prossima sarà la stazione Victoria, e nient'altro che la stazione Victoria. Oh, quale giubilo sarebbe il loro! oh, come brillerebbero i loro occhi, come si beerebbe l'anima loro del paradiso ritrovato, se la stazione seguente fosse inaspettatamente quella di Baker Street! - E' lei che è antipoetico, - ribatté il poeta Syme. - Se quello che dice degli impiegati è vero, vuol dire che sono prosaici come la sua poesia. Toccare il segno: ecco la cosa straordinaria, miracolosa! Quella normale, comune, è di mancarlo. Ai nostri occhi, epico è l'atto dell'uomo che con una sola freccia temeraria raggiunge un uccello lontano: non è epico anche quello dell'uomo che con una macchina temeraria raggiunge una stazione lontana? Il caos è stupido e noioso, perché nel caos sì che i treni potrebbero andare chissà dove, a Baker Street come a Bagdad. Ma l'uomo è un mago, e la sua magia consiste in questo, che egli dice: "Stazione Victoria", ed ecco qua! è precisamente la stazione Victoria. No, no: si tenga stretti i suoi libri di prosa e poesia pura: io leggerò l'orario ferroviario con lacrime d'orgoglio. Si tenga pure il suo Byron che celebra le disfatte degli uomini: a me il Bradshaw che ne celebra le vittorie. Orsù, a me il Bradshaw! - E' di partenza? - chiese Gregory con sarcasmo.

- Le assicuro, - continuò Syme con trasporto, - che tutte le volte che un treno arriva in stazione mi pare che si sia aperto la strada fra le batterie di un assedio, e che l'uomo abbia vinto una battaglia contro il caos. Lei dice con disprezzo che quando si lascia Sloane Square si arriva alla stazione Victoria: io dico che invece potrebbero capitare centinaia di cose, e tutte le volte che ci arrivo veramente ho l'impressione di essermela sfangata per un pelo. E quando sento il controllore gridare: "Victoria!", quella non è una parola priva di significato, per me: è il grido di un araldo che annuncia una conquista; è una "vittoria" vera e propria: è la vittoria di Adamo.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo che fu Giovedì.

domenica 16 gennaio 2022

Voi che dite, ci sarà mai caduto dentro mentre pensava a chissà cosa?

Un aforisma al giorno (siamo sempre più arciconvinti del suo fiammeggiante 🔥 contenuto).


Esiste la maniera cattolica di imparare l'alfabeto: essa vi impedisce, ad esempio, di pensare che apprendere l'alfabeto sia la sola cosa importante; oppure vi impedisce di disprezzare chi è migliore di voi, anche se, di imparare l'alfabeto, egli non abbia avuto l'occasione.

Gilbert Keith Chesterton, La Nonna del Drago ed altre serissime storie

venerdì 14 gennaio 2022

Le Avventure d'un uomo vivo presentate agli italiani, da La Ronda, anno III, numero 1 e 2, 1921, pag. 38.

Ed eccoci a queste Avventure d'un uomo vivo, le quali non sono altro che Manalive di G. K. Chesterton, nella tradusione del nostro amico Cecchi. Manalive uscì nel 1912 (Edit. T. Nelson, London), ed è uno dei più brillanti racconti, o romanzi metafisico-polizieschi che voglian chiamarsi, di questo scrittore indiavolato. Non è stato tradotto in francese, e anche per questo l'abbiamo prescelto. Non occorre dire ch'è la prima opera di Chesterton che compare in italiano. L'editore Vallecchi, dopo che sarà uscita a puntate nella Ronda, provvederà a darle veste di libro.


Intorno a Chesterton non sentiamo bisogno di trattenerci. Se n'è detto altre volte. Consigliamo ai lettori che vogliono saperne di più, il libro di Julius West:
G. K. Chesterton (Edit. Martin Secker, London, 1915); il bellissimo studio di André Chevrillon: Une apologie du christianisme (in Nouvelles Etudes Anglaises, Hachette, Paris, 1918); e il volume, recentissimo, di Joseph de Tonquédec: G. K. Chesterton (Edit. Nouvelle Librarie Nationale, Paris, 1921), che ha il difetto d'insistere troppo sull'aspetto teoretico dell'opera di Chesterton, a scapito delle qualità d' arte.

Un'avvertenza. Abbiamo sentito insinuare, più d'una volta, che noi presentiamo sulla Ronda certa autori stranieri come scoperte e programmi. Può darsi che alcuni dei nostri scrittori, a molti dei nostri critici sieno davvero apparsi come scoperte, anzi rivelazioni. È difficile misurare, fino a che punto, in Italia, arrivi l' ignoranza dei letterati. Quanto all' intenzione programmatica, queste Avventure d'un uomo vivo, persuaderanno anche i più duri. Nulla è più lontano da certe nostre tendenze estetiche, del folle barocchismo fumista di Chesterton. E forse, proprio per questo, ci piace.

Noi abbiamo presentato certi serittori, fra i quali Chesterton, perché scrittori veri, di gran temperamento. Finora in Italia, di stranieri modernissimi, non si vedeva che Gide, Claudel, Barrès, etc. Non è questo il luogo di discuterli. Ma ci sono altri, E dopo più di dieci anni che seriviamo di questi altri, visto che all'ignoranza letteraria indigena essi possono riuscire ancora nuovi, noi seguitiamo lietamente a scoprirli. Senza con questo pretendere di sostituire, come è stato detto, con squisito servilismo, uno di cotesti indigeni all'altare di Gide o di Claudel, l'altarino di Chesterton o di chicchessia: nojaltri e i nostri lettori, sappiamo far benissimo, anche in quest'epoca genuflessa, senza bisogno d'altari! - N. d. R.

Guardate che bella sorpresa, il numero de La Ronda con la prima parte de Le Avventure d'un uomo vivo, traduzione italiana di Manalive!

 

La Ronda è la rivista di cui abbiamo parlato più volte in questo posticino, è stata la prima a pubblicare qualcosa di Chesterton in Italia. Nel numero 1 e 2 del 1921 presentò la prima parte della traduzione de Le Avventure d'un Uomo Vivo, a cura di Emilio Cecchi, che poi finì in volume edito da Vallecchi.

Come Società ne abbiamo voluto possedere una copia, sia per una specie di scopo filologico (ricostruire i primi passi di Chesterton in Italia), sia per l'onore di possedere una copia di una bella antica rivista che aveva buone idee da diffondere, quelle di Chesterton. Questo numero poi è particolarmente significativo. Il nostro Chesterton fianco a fianco con Giacomo Leopardi, gomito a gomito con Giuseppe Ungaretti... Questi sette uomini che fondarono ed animarono la rivista avevano un orizzonte ampio e affascinante da proporre.

Allora ve la voglio presentare e mostrare come tra amici, come se fossimo tutti qui attorno ad un tavolo a discutere. In un altro post aggiungerò il testo che introduce l'Uomo Vivo e il signor Chesterton, ed alcune delle ragioni che spinsero i sette uomini a presentarlo agli italiani. Chesterton gradì molto, tanto da additarci come una nazione di gentiluomini ("a nation of gentleman"... un po' mi commuovo, come era buono!).

Non posso esimermi dal manifestarvi ancora una volta un sincero e mai fievole sentimento di gratitudine a Dio per averci dato Chesterton ed al signor Emilio Cecchi per avercelo fatto conoscere in italiano.

Spero tanto vi piaccia e vi possa essere utile. Buona visione e buona lettura!

Marco Sermarini





 

giovedì 13 gennaio 2022

Vale ancora la pena di fare un regalino chestertoniano…

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Monaci e fuoco a Gennaio! Calendario Chesterton 2022.

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Troviamo la Verità nel mese di Marzo! Calendario Chesterton 2022.

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Pistole puntate a Novembre! Calendario Chesterton 2022.

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Guardate che avventuriero il mese di Febbraio! Calendario Chesterton 2022.

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Sommità e colline volanti ad Aprile! Calendario Chesterton 2022.

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A Dicembre la splendida frase su Babbo Natale! Calendario Chesterton 2022.

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Agosto con un vero classico! Calendario Chesterton 2022.

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Settembre, logica e poesia! Calendario Chesterton 2022.

E Giugno? Calendario Chesterton 2022.

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È meglio essere vivi e il Calendario Chesterton ce lo ricorda a Maggio!!!

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martedì 11 gennaio 2022

Chesterton in altre parole - Dorothy Collins, la sua segretaria.

Nei primi anni del matrimonio di Chesterton, lui e sua moglie Frances vivevano a Londra e un fine settimana decisero di andare in campagna. Alla stazione chiese due biglietti.
"Per dove?" disse l'addetto alle prenotazioni. "Ovunque vada il prossimo treno"
fu la risposta sorprendente. Ed era Slough, così andarono a Slough, e da lì camminarono attraverso le stradine di campagna fino a Beaconsfield e rimasero per il fine settimana nella Città Vecchia al White Hart. Erano entusiasti di Beaconsfield e decisero che un giorno quel posto sarebbe diventato la loro casa, cosa che accadde circa otto anni dopo, nel 1909, quando andarono a vivere a Overroads in Grove Road. Da lì si trasferirono dall'altra parte della strada a Top Meadow nel 1922, che avevano costruito su un terreno comprato a causa della minaccia di una lavanderia che sarebbe stata costruita in quel posto. Li ho conosciuti perché ero di solito da amici che vivevano accanto a loro, con giardini adiacenti.

Dorothy Collins, Recollections, in John Sullivan, G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal




Dorothy Collins è a destra di Chesterton

lunedì 10 gennaio 2022

Una lettera di Alessandro Casati a Giuseppe Prezzolini del 1910 testimonia l’importanza del nostro Chesterton già in quegli anni.

Zermatt, 23 Luglio 1910.
Hôtel Monte Rosa

Carissimo,
a proposito della lettera Caroncini potresti ricordare il parere di Chesterton in Wanted an unpractical man: «Quando le cose vanno male noi siamo soliti dire: qui occorre un uomo pratico! E abbiamo torto. Quando le cose vanno male noi dovremmo dire: qui occorre un idealista! Un uomo pratico vuol dire un uomo che conosce come le cose vanno normalmente. Quando le cose non vanno abbiamo invece bisogno di un uomo di pensiero, che abbia una sua teoria sul perché e sul come le cose vanno». Traggo la citazione da uno scritto del Borsa.
(…).
Tuo aff.mo

Alessandro Casati

Tratto da Alessandro Casati - Giuseppe Prezzolini, Carteggio - I - 1907 - 1910.

Il riferimento è al capitolo omonimo di What's Wrong with the World, già noto - anche se appena uscito in lingua inglese - a questi uomini.

domenica 9 gennaio 2022

Chesterton in altre parole - Padre Ferdinando Castelli.

La via additata da Joseph Knecht approda — come dire? — alla gioia aristocratica, riservata agli spiriti eccelsi. Lo stesso Hesse ha ricordato che esistono anche le piccole gioie, alla portata di tutti. Ne ha enumerate alcune nel breve scritto intitolato appunto Piccole gioie: lo spettacolo del cielo, di un giardino, dei bambini, un volto bello. Assertori di tali e di altre piccole gioie sono Gilbert K. Chesterton (1874-1936) nel romanzo Manalive (L’uomo vivo), Nicola Lisi (1893-1975), Francis Jammes (1868-1938), Luigi Santucci (1918-99), M. Rigoni Stern (1921) nel romanzo Storia di Tönle.

Padre Ferdinando Castelli, Come raggiungere la felicità - Rispondono gli autori del Novecento, in La Civiltà Cattolica, Quaderno 3669, pagg. 220 - 233, Anno 2003, Volume II, 3 Maggio 2003. 


Il resto qui sotto:

https://www.laciviltacattolica.it/articolo/come-raggiungere-la-felicita-rispondono-gli-autori-del-novecento/

sabato 8 gennaio 2022

Luigi Santucci e Chesterton.



Luigi Santucci è considerato dalla critica il principale narratore milanese della seconda metà del Novecento: "personalissimo, di intensa umanità e di sensibilità tutta moderna, la sua scrittura attinge alla migliore tradizione narrativa lombarda" (Ines Scaramucci). Figli ne fa rivivere gli umori suggestivi riprendendo il filone umoristico che dal Porta giunge a Manzoni attingendo i suoi intensi motivi a sorgenti e a esperienze sia precedenti che attuali, italiane e straniere (in primis a Chesterton).

Tratto da 1^ Centenario della nascita dello scrittore Luigi Santucci: Milano, 11 Novembre 1918 - Milano 23 maggio 1999, in librari.beniculturali.it

Un aforisma al giorno molto, ma molto ma molto attuale…

Sembra del tutto naturale ai nostri politici imporre la vaccinazione; e sembrerebbe loro una follia imporre il battesimo. 

Gilbert Keith Chesterton, Eugenetica e altri mali.

Aforismi in lingua originale - The Flying Inn (L'Osteria Volante).

The finding and fighting of positive evil is the beginning of all fun—and even of all farce.

Gilbert Keith Chesterton, The Flying Inn.

La prima edizione inglese
di The Flying Inn


venerdì 7 gennaio 2022

Il necrologio di Padre Brocard Sewell su The Guardian.

Father Brocard Sewell

As priest and printer, he nurtured literary talent and sparked a continuous series of intellectual and theological debates

Father Brocard Sewell, the Carmelite friar who has died aged 87, was a scholar, theologian, printer and brilliant connoisseur of 1890s decadence. He will be fondly remembered as the friend and patron of young poets, whom he published in the Aylesford Review. A small, owlish man in his brown habit, with a quizzical but imperturbable expression, he was an unforgettable figure on the fringes of English literary life - he had the strange mix of innocence and sharp intelligence that seems to flourish more creatively in a religious order than in the outside world.

It was characteristic that Brocard experienced monastic life in three religious orders, having tried out the Dominicans and Austin Canons before settling down with the Carmelites at Aylesford in Kent. His friendships were similarly adventurous. He would speak affectionately of Diana Mosley and Henry Williamson, Christine Keeler and Colin Wilson. The level of his tolerance of human oddity was part of his extraordinary charm.

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.theguardian.com/news/2000/apr/04/guardianobituaries

Chesterton in altre parole - Brocard Sewell.


Alcuni dei suoi biografi hanno messo agli atti che nei suoi ultimi anni una conferenza di Chesterton rischiava di essere un affare un po' sconclusionato. Nel dibattito era una faccenda diversa. Le sue osservazioni espositive potevano essere pronunciate lentamente, e poteva occasionalmente allontanarsi dallo stretto rilevante in qualche affascinante percorso di reminiscenza e umorismo; ma quando arrivava al punto di esporre le fallacie e le incoerenze nel caso presentato dal suo avversario, lo faceva con un'acutezza da spadaccino e un'arguzia devastante. È un grande peccato che nessuno di questi dibattiti sia stato registrato (…).

Brocard Sewell, Devereux Nights - A Distributist Memoir, in (edited by) John Sullivan, G. K. Chesterton - A Centenary Appraisal.

giovedì 6 gennaio 2022

Un aforisma epifanico al giorno.

Poco tempo fa ho letto l'affermazione di una signora sull'argomento: dice che lei non "faceva regali" nel senso grossolano, sensuale e terreno dell'espressione ma Cristo stesso è un regalo di Natale. 
Una nota a favore dei regali materiali è stata buttata giù persino prima della Sua nascita, con i primi spostamenti dei saggi dell'Oriente e della stella: i Tre Magi giunsero a Betlemme portando oro, incenso e mirra. Se avessero portato solo la Verità, la Purezza e l'Amore non ci sarebbero state né un'arte né una civiltà cristiana. 

Gilbert Keith Chesterton

Un aforisma al giorno (ancora sull'umiltà).

Quello che qui ci interessa è un singolo aspetto dell’umiltà. Per umiltà si intende soprattutto un freno all’arroganza e all’infinito desiderio dell’uomo. I suoi sentimenti di pietà erano sempre superati da nuovi bisogni. La sua stessa capacità di provare piacere ha distrutto metà dei momenti di gioia. Nella ricerca del piacere, ha perso di vista quello principale, poiché il piacere più grande sta nella sorpresa. Così è diventato evidente che se un uomo vuole allargare i confini del proprio mondo, deve farsi piccolo. Perfino le visioni della superbia, le città costruite in altezza e i pinnacoli sono creazioni dell’umiltà. I giganti che calpestano le foreste come se fossero erba sono creazioni dell’umiltà. Le torri che svaniscono in alto al di sopra della stella più solitaria sono creazioni dell’umiltà. Perché le torri non sono alte finché noi non alziamo gli occhi per guardarle; e i giganti non sono giganti a meno che non siano più grandi di noi. Tutta questa gigantesca immaginazione, la quale, forse, è il piacere più immenso dell’uomo, è, in fondo, assolutamente umile. Senza umiltà è impossibile provare alcun piacere – perfino l’orgoglio.

Gilbert Keith Chesterton, 
Ortodossia.

mercoledì 5 gennaio 2022

“Il lutto del signore di Marne”: l’abisso che separa la carità umana da quella divina | Luca Fumagalli su Radio Spada.

Il nono racconto della raccolta Il segreto di Padre Brown (1927), intitolato Il lutto del signore di Marne (The Chief Mourner of Marne), è abbastanza articolato, costruito sulla giustapposizione di una serie di scene che conducono il lettore verso la rivelazione finale, a onor del vero piuttosto prevedibile. Nell’insieme si tratta di un testo scarsamente coerente, eccessivamente arzigogolato, reso tuttavia godibile dalle brillanti intuizioni descrittive di Chesterton.


Ancora una volta Padre Brown è presentato nei candidi panni di chi non disdegna giocare con i più piccoli: «Con grande impegno stava tentando di mettere il cappello di una bambola di cera sulla testa di un orsacchiotto». Allo stesso modo, si ritorna pure sulla sua apparente insignificanza e sulla sua «espressione piuttosto vacua, come quella di un pesce morto». Ciononostante, quando è il momento della responsabilità, lo sguardo del sacerdote diventa simile a quello che «si trova negli occhi dei marinai e di coloro che hanno governato, attraverso molte tempeste, la barca di San Pietro».

Il resto qui sotto:

https://www.radiospada.org/2022/01/il-mercoledi-di-padre-brown-il-lutto-del-signore-di-marne-labisso-tra-la-carita-umana-e-quella-divina/?fbclid=IwAR1ZmGUtKC65QtpQWR4cTTvBMUawUZUy8DULOq4p7JYYI-UNOiQZ_AN1QdA

martedì 4 gennaio 2022

Un aforisma al giorno - Uno dei fondamentali.

La vera difficoltà dell'uomo non è quella di essere capace di godere dei lampioni o del paesaggio, o dei denti di leone o delle braciole, ma di godere del godimento. Si tratta di avere la capacità di apprezzare veramente ciò che ci piace.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.





lunedì 3 gennaio 2022

Un aforisma al giorno.

"Prima che io abbia finito con lei, può e deve ringraziare Dio per le molte anatre nello stagno". 

Il celebre pessimista espresse a mezza voce il suo desiderio di ringraziamento a Dio per le anatre nello stagno. 

"E non si dimentichi i paperi", proseguì implacabile Smith.

Eames concesse debolmente il suo ringraziamento anche per i paperi. 

"Non dimentichi niente, per favore. Lei dovrà ricordarsi di ringraziare il cielo per le chiese, le cappelle, le ville, le persone normali, le pozzanghere, le pentole, i tegami, i bastoni, gli stracci, gli ossi e le tende a pallini". 

"Va bene, va bene", ripeté la vittima disperata, "bastoni, stracci, ossi e tende". 


"Tende a pallini, mi pareva avessimo detto", gli rammentò Smith.

Gilbert Keith Chesterton, Uomovivo.