Intorno a Chesterton non sentiamo bisogno di trattenerci. Se n'è detto altre volte. Consigliamo ai lettori che vogliono saperne di più, il libro di Julius West: G. K. Chesterton (Edit. Martin Secker, London, 1915); il bellissimo studio di André Chevrillon: Une apologie du christianisme (in Nouvelles Etudes Anglaises, Hachette, Paris, 1918); e il volume, recentissimo, di Joseph de Tonquédec: G. K. Chesterton (Edit. Nouvelle Librarie Nationale, Paris, 1921), che ha il difetto d'insistere troppo sull'aspetto teoretico dell'opera di Chesterton, a scapito delle qualità d' arte.
Un'avvertenza. Abbiamo sentito insinuare, più d'una volta, che noi presentiamo sulla Ronda certa autori stranieri come scoperte e programmi. Può darsi che alcuni dei nostri scrittori, a molti dei nostri critici sieno davvero apparsi come scoperte, anzi rivelazioni. È difficile misurare, fino a che punto, in Italia, arrivi l' ignoranza dei letterati. Quanto all' intenzione programmatica, queste Avventure d'un uomo vivo, persuaderanno anche i più duri. Nulla è più lontano da certe nostre tendenze estetiche, del folle barocchismo fumista di Chesterton. E forse, proprio per questo, ci piace.
Noi abbiamo presentato certi serittori, fra i quali Chesterton, perché scrittori veri, di gran temperamento. Finora in Italia, di stranieri modernissimi, non si vedeva che Gide, Claudel, Barrès, etc. Non è questo il luogo di discuterli. Ma ci sono altri, E dopo più di dieci anni che seriviamo di questi altri, visto che all'ignoranza letteraria indigena essi possono riuscire ancora nuovi, noi seguitiamo lietamente a scoprirli. Senza con questo pretendere di sostituire, come è stato detto, con squisito servilismo, uno di cotesti indigeni all'altare di Gide o di Claudel, l'altarino di Chesterton o di chicchessia: nojaltri e i nostri lettori, sappiamo far benissimo, anche in quest'epoca genuflessa, senza bisogno d'altari! - N. d. R.
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