sabato 31 maggio 2025

Émile Cammaerts, Chesterton fiero dell'eretico come nemico.


Arrivai in Inghilterra nel 1908, giusto in tempo per assistere alla competizione tra G. K. C., da una parte, e G. B. S., dall'altra. È stato un dibattito pulito e generoso, in cui ogni avversario, pur mantenendo le proprie posizioni, ha riconosciuto la buona fede dell'altro. Nonostante le differenze filosofiche e politiche, la comune fede nella giustizia sociale colmava l'abisso che separava i due grandi scrittori. Fin dall'inizio l'ortodosso era fiero dell'“eretico” come nemico ancor più che come amico.

Èmile Cammaerts, The Laughing Prophet.


Un giovane Shaw

Chesterton nel 1908

Émile Cammaerts




venerdì 30 maggio 2025

Émile Cammaerts: Chesterton brillante non ha mai voluto brillare.



(Chesterton) È stato definito brillante, ma non ha mai voluto brillare. La sua genuina umiltà gli impedì di usare il tono del predicatore. Scagliò contro quelle che chiamava le eresie e le mode del suo tempo tutti i missili a sua disposizione. Svuotò contro di loro la faretra della sua satira e le borse rigonfie del suo umorismo. Era davvero brillante, nel senso che faceva brillare le virtù cristiane con lo scintillio della sua arguzia, e copriva i vizi corrispondenti con la derisione.

Émile Cammaerts, The Laughing Prophet.



Stasera Uomovivo a Cupra Marittima! Ore 21.00, Sala Consiliare del Comune.


 

giovedì 29 maggio 2025

Un aforisma al giorno - L'avventura suprema è nascere, e Gilbert nacque. #Buoncompleanno

L'avventura suprema è nascere. Così noi entriamo all'improvviso in una trappola splendida e allarmante. Così noi vediamo qualcosa che non abbiamo mai sognato prima. Nostro padre e nostra madre stanno acquattati in attesa e balzano su di noi, come briganti da un cespuglio. Nostro zio è una sorpresa. Nostra zia, secondo la bella espressione corrente, è come un fulmine a ciel sereno. Quando entriamo nella famiglia, con l'atto di nascita, entriamo in un mondo imprevedibile, un mondo che ha le sue strane leggi, un mondo che potrebbe fare a meno di noi, un mondo che non abbiamo creato. In altre parole, quando entriamo in una famiglia, entriamo in una favola.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.

32, Sheffield Terrace, Kensington,
ottobre 2022
La Chiesa di St. George, Campden Hill,
Kensington, dove fu battezzato il piccolo
Gilbert.


323, Sheffield Terrace, aprile 2018,
con gli alunni e i professori della Scuola
Libera G. K. Chesterton.

L'interno della chiesa di St. George.




Un aforisma al giorno - La vita è tanto preziosa quanto sconcertante - Grazie, Gilbert!



Ma anche se (come l'uomo senza memoria del romanzo) camminiamo per le strade con una sorta di ammirazione a metà, si tratta comunque di ammirazione. È ammirazione in inglese e non solo ammirazione in latino. La meraviglia ha un elemento positivo di lode. Questa è la prossima pietra miliare da segnare definitivamente sulla nostra strada attraverso il paese delle fate. Nel prossimo capitolo parlerò degli ottimisti e dei pessimisti nel loro aspetto intellettuale, nella misura in cui ne hanno uno. Qui sto solo cercando di descrivere le enormi emozioni che non possono essere descritte. L'emozione più forte era che la vita era tanto preziosa quanto sconcertante. Era un'estasi perché era un'avventura; era un'avventura perché era un'opportunità. La bontà della fiaba non era intaccata dal fatto che potessero esserci più draghi che principesse; era bello essere in una fiaba. La prova di ogni felicità è la gratitudine; e io mi sentivo grato, anche se non sapevo a chi. I bambini sono grati quando Babbo Natale mette nelle loro calze giocattoli o dolci. Non potrei essere grato a Babbo Natale quando mi mette nella calza il dono di due gambe miracolose? Ringraziamo le persone per i regali di compleanno, come sigari e pantofole. Non posso ringraziare nessuno per il regalo di compleanno della nascita?

G. K. Chesterton, Ortodossia.



Un aforisma al giorno - Una perla bellissima nel giorno del compleanno di Gilbertone!



Ogni uomo ha dimenticato chi è. Si può capire il cosmo, ma mai l'io; l'io è più lontano di qualsiasi stella. Amerai il Signore tuo Dio, ma non conoscerai te stesso. Siamo tutti afflitti dalla stessa calamità mentale: abbiamo tutti dimenticato il nostro nome. Abbiamo tutti dimenticato ciò che siamo veramente. Tutto ciò che chiamiamo senso comune e razionalità e praticità e positivismo significa solo che per alcuni livelli morti della nostra vita dimentichiamo di aver dimenticato. Tutto ciò che chiamiamo spirito, arte ed estasi significa solo che per un terribile istante ci ricordiamo di aver dimenticato. 

Gilbert Keith Chesterton, Ortodossia.



Aforismi in lingua originale #BuonCompleanno - Defiantly and even flamboyantly...



The first fact about the celebration of a birthday is that it is a way of affirming defiantly, and even flamboyantly, that it is a good thing to be alive….But there is a second fact about Birthdays, and the birth-song of all creation, a fact which really follows on this; but which, as it seems to me, the other school of thought almost refuses to recognize. The point of that fact is simply that it is a fact. In being glad about my Birthday, I am being glad about something which I did not myself bring about.

Gilbert Keith Chesterton, G.K.’s Weekly, 21 marzo 1935.

Flamboyant Chesterton...


Buon compleanno, Gilbert! E grazie di tutto!



Il primo fatto circa la celebrazione di un compleanno è che è un modo per affermare in modo deciso, e persino fiammeggiante, che è una buona cosa essere vivi.... Ma c'è un secondo fatto circa i compleanni e il canto di nascita di tutta la creazione, un fatto che segue davvero a questo; ma che, a quanto mi sembra, l'altra scuola di pensiero quasi si rifiuta di riconoscere. Il punto di questo fatto è semplicemente che è un fatto. Nel rallegrarmi del mio compleanno, mi rallegro di qualcosa che non ho provocato io stesso.

Gilbert Keith Chestertinon, G.K.'s Weekly, 21 marzo 1935.



Uomovivo a Cupra Marittima! Domani 30 maggio 2025 ore 21.00.


 

29 maggio 1874, noi torniamo sempre lì -- Auguri, Gilbert!!!

Chesterton diciassettenne e la famosa
torre dell'acquedotto di Campden Hill,
nominata nel famoso incipit dell'Autobiografia.



Chinandomi con cieca credulità, come è mia abitudine, di fronte alla mera autorità e alla tradizione degli anziani, ingoiando superstiziosamente una storia che non potevo verificare all'epoca mediante esperienza o giudizio privato, sono d'opinione fermissima di essere nato il 29 maggio 1874 a Campden Hill, a Kensington, e d'essere stato battezzato secondo le formule della Chiesa d'Inghilterra nella chiesetta di San Giorgio, di fronte alla grande torre dell'acquedotto che dominava quel crinale. Non attribuisco alcun significato alla relazione tra i due edifici e nego sdegnosamente che la chiesa sia stata scelta perché era necessaria l'intera forza idrica della parte occidentale di London per trasformarmi in un cristiano.

Ciononostante, la grande Torre dell'Acquedotto era destinata a svolgere il suo ruolo nella mia vita, come racconterò in una pagina successiva; ma questa storia è legata alle mie esperienze, mentre la mia nascita (come ho detto) è un episodio che accetto, come un povero contadino ignorante, solo perché mi è stato tramandato per tradizione orale. Prima di passare a parlare delle mie esperienze personali, sarà bene dedicare questo breve capitolo ad alcuni altri fatti della mia famiglia e del mio ambiente, che tengo in piedi in modo altrettanto precario sulla base di semplici dicerie. Naturalmente, quelle che molti chiamano prove per sentito dire, o che io chiamo testimonianze umane, potrebbero essere messe in discussione in teoria, come nella controversia baconiana o in buona parte della Critica Superiore biblica. La storia della mia nascita potrebbe essere falsa. Potrei essere l'erede a lungo perduto del Sacro Romano Impero, o un neonato abbandonato da alcuni furfanti di Limehouse sulla soglia di una porta di Kensington, per sviluppare in seguito un'orribile eredità criminale. Alcuni dei metodi scettici applicati all'origine del mondo potrebbero essere applicati alla mia origine e un ricercatore serio e scrupoloso potrebbe giungere alla conclusione che non sono mai nato. Ma preferisco credere che il senso comune sia qualcosa che i miei lettori e io abbiamo in comune e che siano disposti a sopportare un noioso riassunto dei fatti.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia  
(traduzione di Marco Sermarini).


Bowing down in blind credulity, as is my custom, before mere authority and the tradition of the elders, superstitiously swallowing a story I could not test at the time by experiment or private judgment, I am firmly of opinion that I was born on the 29th of May, 1874, on Campden Hill, Kensington; and baptised according to the formularies of the Church of England in the little church of St. George opposite the large Waterworks Tower that dominated that ridge. I do not allege any significance in the relation of the two buildings; and I indignantly deny that the church was chosen because it needed the whole water-power of West London to turn me into a Christian.

Nevertheless, the great Waterworks Tower was destined to play its part in my life, as I shall narrate on a subsequent page; but that story is connected with my own experiences, whereas my birth (as I have said) is an incident which I accept, like some poor ignorant peasant, only because it has been handed down to me by oral tradition. And before we come to any of my own experiences, it will be well to devote this brief chapter to a few of the other facts of my family and environment which I hold equally precariously on mere hearsay evidence. Of course what many call hearsay evidence, or what I call human evidence, might be questioned in theory, as in the Baconian controversy or a good deal of the Higher Criticism. The story of my birth might be untrue. I might be the long-lost heir of The Holy Roman Empire, or an infant left by ruffians from Limehouse on a door-step in Kensington, to develop in later life a hideous criminal heredity. Some of the sceptical methods applied to the world's origin might be applied to my origin, and a grave and earnest enquirer come to the conclusion that I was never born at all. But I prefer to believe that common sense is something that my readers and I have in common; and that they will have patience with a dull summary of the facts.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiography.

mercoledì 28 maggio 2025

Uomovivo e Chesterton a Cupra Marittima, 30 maggio 2025 ore 21.00.


 

Gli indici della Chesterton Review.



Questo collegamento riporta gli indici di tutti i numeri della Chesterton Review.

La prestigiosa rivista, edita dal G. K. Chesterton Institute for Faith and Culture, fu fondata e diretta dal 1974 da padre Ian Boyd (1935 - 2024), più volte venuto in Italia ed amico della nostra società. Personalmente devo dire che, se egli non avesse citato alcune frasi a margine di un pranzo tra amici a Verona nel giugno 2008, la Scuola Libera G. K. Chesterton non sarebbe mai nata (con un certo grado di follia ne demmo l'annuncio il 27 luglio successivo e aprimmo il 15 settembre 2008, spinti da quelle parole)

Padre Boyd fu molto convincente quando disse, citando il Nostro Eroe, che "una cosa morta può andare con la corrente, ma solo una cosa viva può andarvi contro" e che "la gente è inondata, accecata, assordata e mentalmente paralizzata da una marea di volgari e insipidi contenuti esteriori, che non lasciano loro tempo per lo svago, il pensiero o la creazione da dentro di sé".

Trovo allora utile mostrare ai frequentatori del nostro blog l'esistenza di questa bella rivista ed una guida ai suoi contenuti; non bisogna mai ritenere sufficiente ciò che sappiamo di Chesterton, e leggere i contributi dei tanti bravi studiosi che hanno contribuito alla rivista ha un valore che arricchisce tutti.

La rivista è attualmente diretta da Dermot Quinn, e l'istituto è da Gloria Garafulich Grabois, entrambi amici della nostra società. L'istituto è collegato alla Seton Hall University di South Orange, New Jersey.

Marco Sermarini

Il numero del cinquantesimo
anniversario della Chesterton
Review


martedì 27 maggio 2025

Nicea e i venditori di salsicce - Dialogo a distanza tra Giulio Giorello e il «funambolo del paradosso» G.K. Chesterton | Da l'Osservatore Romano del 18 giugno 2020.

La postfazione dell'edizione di Eretici stampata da Piemme nel 1998 fu firmata dal filosofo e matematico Giulio Giorello (1945 - 2020).

L'Osservatore Romano pensò di riprodurla nel numero del 18 giugno 2020, a tre giorni dalla morte del pensatore milanese.

Ve la riproponiamo perché Giorello fu molto colpito dall'accostamento salsicce - Credo di Nicea, e visto che quest'anno ricorre del Concilio che lo partorì il millesettecentesimo anniversario (delle salsicce riteniamo si parli di una nascita ben precedente, ma non si sa con esattezza, per quanto sembra che ne abbia parlato Marco Terenzio Varrone, quindi...) ci pareva bello sfruttare tutto questo in parte giustificato stupore nella ricorrenza.

È lo stesso Chesterton funambolico di Capelli spaccati in quattro, tanto per fare un esempio, che mai passerà di moda perché è uno degli elementi caratterizzanti l'identikit del cattolicesimo e perché ciò che lo muove sempre ci salverà dalle mode, dalla menzogna mascherata da verità "accettabile" o "più comoda", dal vuoto, dalla distanza astrale del pensiero dalla ragione.

Di seguito un estratto ed il collegamento alla pagina:


L’elenco di battute che, staccate dal contesto, sarebbero degli straordinari aforismi, potrebbe continuare a lungo. Ma ce n’è uno che non solo trovo ancor più straordinario degli altri ma anche fornisce, a mio avviso, la chiave (una delle chiavi?) dell’intero Eretici: «Togliete il Credo di Nicea, e farete un qualche strano torto ai venditori di salsicce». Niente, ci insegna Gilbert Keith Chesterton (GKC), è più concreto di un’idea, purché si sappia vivere con essa e, se è il caso, per essa morire. L’esperienza della (umana) finitezza per il creatore di padre Brown è radicale; ma altrettanto radicale è la sua tensione verso l’infinito. «L’uomo non può amare le cose mortali», ci dice. L’uomo «può solo amare cose immortali», anche se «per un istante» — ed è in questo modo che si coniugano insieme il Credo di Nicea e le salsicce.

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-06/nicea-e-i-venditori-di-salsicce.html

Giulio Giorello

lunedì 26 maggio 2025

Fabio Ferrucci e il nostro presidente a Cupra Marittima il 30 maggio 2025 ore 21.00

 


Chesterton e la felicità di pensare - Una sintesi simpatica e frizzante della conferenza del 16 maggio 2025 a Pescara.



È una cronaca dell'incontro di venerdì 16 maggio 2025 apparsa su La Spigola, un sito di scrittura che si definisce la "Community di Fish Writers più grande d'Italia", centoventisei pesci articolisti che contribuiscono al sito, i pesci come simbolo cristiano, ecco lo sfondo (e comunque un pugno di loro articoli citano Chesterton, e non è poco). Ve la proponiamo perché simpatica e fedele (e anche perché il nostro Giovanni Molfetta è trattato da persona seria e il nostro presidente esce così com'è...).

Brevissimi appunti di un recente incontro a Pescara dal titolo: “Chesterton e la felicità di pensare”. Giovanni Molfetta, insegnante e curatore di una traduzione di saggi dell’autore, ci racconta il cuore del messaggio di Chesterton: la meraviglia perché tutto è creato da Dio per ogni singola persona. 

Dopo un breve periodo buio vissuto in giovinezza in cui Chesterton non sa a cosa credere (“l’ateo mi consigliava di dubitare dell’esistenza di Dio e io da parte mia incominciavo a dubitare dell’esistenza dell’ateo”), il futuro giornalista si riprende partendo dalla meraviglia per ogni cosa che c’è perché è creata, diventa quindi un estremo lottatore contro il nichilismo. Anche una matita che sembra niente è tutto rispetto al nulla. C’è da riconquistare questa prospettiva: tutto è salvato dal naufragio del nulla. Le cose comuni e banali per Chesterton sono la gloria dell’Essere. Dio ha creato tutto e la gratitudine che prova lo porta a voler diventare giornalista per assolvere questa missione, cioè difendere e diffondere questo senso di meraviglia in tutto il mondo. 

Durante l’incontro viene poi letto un brano dell’autore “Perché sono cattolico” dove in un certo passaggio si dice “Il cattolicesimo è vero […] Il cattolicesimo è l’unica realtà che libera dalla degradante schiavitù di essere un prodotto del proprio tempo.” Inaspettatamente il breve intervento di Marco Sermarini ce ne fornisce una testimonianza diretta: appare subito come un tipo strambo, distratto, originale (è riuscito nella difficile impresa di partire con largo anticipo per arrivare ad un’ora e 5 minuti dall’inizio dell’incontro), amante di Chesterton e non solo (bisogna ricordare Piergiorgio Frassati e Tolkien tra i suoi maestri), questo avvocato di San Benedetto del Tronto non riusciva a trovare una scuola adatta per il proprio figlio e allora la crea lui, con i suoi amici, perché l’educazione contrariamente a quanto si crede è una cosa estremamente seria (“per comprare i pantaloni a tuo figlio fai mille giri, vedi mille negozi e mille marche, invece per scegliere la scuola allo stesso figlio prendi quella più vicina a casa tua, perché è più comoda, ma perché? Perché? Che criterio è?”). 

Per la nuova scuola prende come spunto gli ideali di Chesterton: il primo aforisma usato “una cosa morta può andare con la corrente, ma solo una cosa viva può andare controcorrente” dice molto del coraggio di cui hanno avuto bisogno lui e i suoi amici per comprare parte di un edificio, cercare i professori giusti e disponibili, ma soprattutto per cercare continuamente attraverso mille attività i fondi per tirare avanti una impresa simile. La prima gita della scuola? Tutti gli studenti vengono presi in macchina da Sermarini (“erano in 5 e io avevo gia allora parecchi figli e quindi possedevo una macchina spaziosa”) e trasportati in montagna per una scampagnata e per vedere le stelle di notte. La scuola è stata fondata nel lontano 2008 e, contro le più negative previsioni, ha oggi circa un centinaio di ragazzi.

Sermarini ricorda appassionatamente a tutti che “senza gratitudine non ci si alza nemmeno dal letto la mattina e difatti è la condizione necessaria per la felicità: «la misura di ogni felicità è la riconoscenza (Chesterton)»”.

Di certo Chesterton avrebbe amato tipi così, sicuramente non prodotti del nostro tempo, così ripiegato su se stesso da non riuscire ad ammirare più nemmeno una matita.

Occhione e Barracudina

http://laspigola.altervista.org/chesterton-e-la-felicita-di-pensare/

Il Palazzo di Città di Pescara, sede del municipio,
luogo dove si è svolto l'incontro


domenica 25 maggio 2025

“Se c’è magia nel mondo, deve esserci un mago” - Concorso Chesterton 2025



Venerdì 9 maggio, presso il Centro Educativo “La Contea”, si è svolta la giornata finale dell’VIII Concorso Chesterton. Le nuvole e la temuta pioggia dei giorni precedenti hanno lasciato spazio ad un caldo sole che ha dato il benvenuto ai partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia: da Andria, Roma, fino a Vicenza, tanti sono stati gli insegnanti che hanno accolto l’invito della Scuola Chesterton di San Benedetto del Tronto. Quest’ultima infatti, in collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana, ha organizzato l’intero evento, sostenuto con il contributo della Fondazione Nazionale delle Comunicazioni.

La frase “Se c’è magia nel mondo, deve esserci un mago” è stata estratta da un libro dello scrittore inglese Chesterton, Ortodossia, ed è stata il filo rosso di tutti gli elaborati delle varie scuole partecipanti, nonché tema protagonista del dibattito degli studenti più grandi delle superiori.

C’è chi ha realizzato un coloratissimo mosaico, chi un libro pop-up, chi si è cimentato in una piccola sitcom, chi ha scritto poesie e canzoni, tutti lavori accomunati dalla constatazione che la realtà che ci circonda è veramente meravigliosa. Ospiti speciali di questa edizione, i nostri giudici: il giornalista Rodolfo Casadei e la traduttrice Annalisa Teggi, la quale ci ha lasciato un breve pensiero su quanto vissuto durante questa giornata tutta dal sapore chestertoniano: 

Ho partecipato come d’abitudine, e l’abitudine ha un vantaggio e uno svantaggio. Significa che ci sono degli amici con cui c’è una «familiarità ripetitiva». Significa anche si può farlo perdendo lo scossone di novità che deve permanere nelle esperienze note. Ringrazio, quindi, di aver ritrovato volti e abbracci che conoscevo; ringrazio per la novità di aver visto da capo che – quando gl’insegnanti sono consapevoli del loro impegno – non si vedono. Cioè: i protagonisti assoluti sono stati i ragazzi, era fatica capire chi fossero gl’insegnanti. E quando l’educazione è un punto infiammato di esperienza, deve essere così. Un insegnante può essere anche «tremendamente» presente in classe. Ma poi arriva il momento in cui si mette da parte e guarda i suoi ragazzi tuffarsi senza paracadute nelle piccole avventure in cui è la loro voce (anche sussurrata) a venire fuori.

Annalisa Teggi




sabato 24 maggio 2025

Ad un anno dalla partenza per la Terra Viventium di Aidan Mackey - "È necessario premere... Non possiamo sederci e sperare che la gente scopra Chesterton...!"

Il 4 maggio è scoccato l'anniversario della morte del nostro carissimo Aidan Mackey, l'uomo che ha tenuto accesa la fiaccola della Rivoluzione Eterna, l'Highlander nonché Capo Eterno dei Chestertoniani del mondo. Come spesso accade, ce ne siamo passati, ma non fa niente.

Lo voglio ricordare con il post che gli dedicammo lo scorso anno che contiene altri post e fotografie che lo riguardano.

La nostra è una relazione di amicizia nata nel 2013 grazie a padre Spencer Howe, ed è cresciuta sempre più. Negli ultimi mesi ci sentivamo anche per telefono, per tenerlo sempre vivo e fargli compagnia, ora che l'età l'aveva costretto a fermarsi (a quasi centouno anni ha iniziato a rallentare, per poi partire per la Vera Patria a centouno anni e sette mesi). Parlavamo, e Aidan non perdeva occasione per ringraziarci (si riferiva a tutti quelli coinvolti in questi anni in tutto il mondo nel lavoro di riscoperta di GKC) di avergli fatto conoscere tanti giovani e la nuova stagione primaverile chestertoniana, la rinascita di Chesterton nei cuori di tanti.

Noi italiani sentiamo tanto la sua mancanza, la mancanza della sua bontà, affabilità, generosità, simpatia, umiltà, discrezione, il suo essere "uno di famiglia", ma siamo certi che ci aiuti dal Cielo.

Per questo motivo ho voluto mettere la foto che volle fare con noi Sermarini tutti riuniti nell'aprile 2017 a casa sua a Oxford; noi lo consideravamo una specie di zio, ci siamo tanto affezionati e lo andammo a trovare durante un viaggio di famiglia. Poi ci tornai l'anno dopo con la Scuola Chesterton ed ancora nel 2022, quando lo raggiungemmo per il suo centesimo compleanno. In questi anni non ci siamo mai lasciati né persi di vista, ci siamo sempre voluti bene e continuiamo anche adesso.

Qui sotto c'è il post dello scorso anno:

https://uomovivo.blogspot.com/2024/05/aidan-mackey-1-ottobre-1922-4-maggio.html

Qui sotto c'è invece l'articolo che gli ha dedicato Joseph Pearce (The Grand Old Man of Chestertonia -- bello! Chestertonia! Come un paese delle fiabe!, n.d.r.):

https://uomovivo.blogspot.com/2024/05/the-grand-old-man-of-chestertonia-di.html

Un'ultima cosa: questo post come vedete è scritto in verde: è il colore che utilizzo, nei miei rituali da infante, solo per gli aforismi e gli scritti di Chesterton. Per un ritualista come me significa tanto ed è un grande omaggio ad un carissimo vero amico. È il verde della speranza di ritrovarci un bel giorno a parlare con Chesterton tutti insieme davanti ad una tazza di te, ad una pinta di birra e un bicchiere di buon vino rosso (che Aidan tanto amava).

Voglio ricordarlo ancora una volta con un brano di una mail che mi scrisse al ritorno dal suo viaggio in Italia nel 2013, felice di aver visto tante belle cose; è un bel ritratto di lui e del suo splendido carattere:

"Nel volo per arrivare qui ero seduto vicino ad un uomo e a sua moglie. Abbiamo parlato un po' fino a circa venti - venticinque minuti prima dell'atterraggio e ho scoperto che era un avido lettore di Tolkien e di Lewis, così ho menzionato Chesterton... e ho tirato fuori il mio libretto... e gli ho dato una copia. «La lesse e disse: perché, mannaggia, non ho scoperto quest'uomo tanti anni fa...?» Adesso ha il mio indirizzo di posta elettronica e staremo in contatto. È necessario premere. Non possiamo sederci e sperare che la gente scopra Chesterton! Questo tocca il lato cattivo del mio carattere...".

Marco Sermarini



venerdì 23 maggio 2025

L'anno scorso abbiamo parlato anche di Rivoluzione Eterna...

Oltre al Chesterton Day lo scorso anno c'è scappata una serata sulla Rivoluzione Eterna, che più chestertoniana non c'è, ricordando Aidan Mackey che ci ha preceduto In Terra Viventium giusto un anno fa, con il nostro Angelo Bottone e Marco Sermarini, presentati dall'apprendista stregone Pier Giorgio Sermarini. La rimettiamo qui perché qualcuno la ascolti e ne tragga spunto. 

mercoledì 21 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Menti aperte, menti vuote e nessuna opinione (solita fotografia precisa di oggi fatta cento anni prima).



Credo che un nuovo ed enorme numero di persone ora non abbia alcuna opinione. Alcuni hanno una mente aperta, altri una mente vuota, ma pochi hanno le opinioni positive e di parte che prevalevano nella mia infanzia.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 3 aprile 1926.



martedì 20 maggio 2025

Un aforisma al giorno - La meraviglia ai primordi di Chesterton.


Di una cosa sono certo: che il mondo ha bisogno, prima di tutto, di essere stupito; di essere educato alla natura della meraviglia.

Gilbert Keith Chesterton, Black and White, 14 febbraio 1903.



lunedì 19 maggio 2025

Un aforisma al giorno - L'umanità.


L'umanità non è una tribù di animali a cui dobbiamo compassione. L'umanità è un club a cui dobbiamo la nostra adesione.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 10 aprile 1906.



domenica 18 maggio 2025

Un aforisma al giorno - L'iconoclasta, il mestiere più povero.

Nell'intera gamma delle occupazioni umane è possibile immaginare una cosa più povera di un iconoclasta? È il più basso di tutti i mestieri non qualificati.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 26 aprile 1905.



sabato 17 maggio 2025

venerdì 16 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Le piccole leggi.

Quando si infrangono le grandi leggi, non si ottiene la libertà; non si ottiene nemmeno l'anarchia. Si ottengono le piccole leggi.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 29 luglio 1905.



Oggi Chesterton sarà a Pescara!


 

giovedì 15 maggio 2025

Un aforisma al giorno - L'uomo più meschino è immortale.



L'uomo più meschino è immortale e il movimento più potente è temporale, per non dire temporaneo.

Gilbert Keith Chesterton, Blackfriars, gennaio 1923.



mercoledì 14 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Mi cimenterò in ogni tipo di discussione...

Mi sono sempre cimentato, e sempre mi cimenterò, in qualsiasi tipo di discussione sui principi primi dell'esistenza umana.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 7 luglio 1906.



martedì 13 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Il trono di Pietro è l'unico su cui un contadino potrebbe salire.

Il papato è il trono più antico, incommensurabilmente il più antico, in Europa; ed è l'unico su cui un contadino potrebbe salire... È l'unica vera monarchia elettiva rimasta al mondo; e qualsiasi contadino può ancora esservi eletto.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 29 agosto 1914.



Venerdì 16 maggio 2025 Chesterton, felice di pensare, sarà a Pescara...


 

lunedì 12 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Se il papa non fosse esistito, sarebbe stato necessario inventarlo.

C'è un famoso detto che ad alcuni è sembrato poco riverente, anche se in realtà è un sostegno a una parte importante della religione: “Se Dio non fosse esistito, sarebbe stato necessario inventarlo”. Non è affatto diversa da alcune delle audaci domande con cui San Tommaso d'Aquino inizia la sua grande difesa della fede. Alcuni dei critici moderni della sua fede, soprattutto quelli protestanti, sono caduti in un divertente errore, soprattutto per l'ignoranza del latino e dell'antico uso della parola DIVUS, e hanno accusato i cattolici di descrivere il Papa come Dio. I cattolici, non c'è bisogno di dirlo, sono tanto propensi a chiamare il Papa Dio quanto a chiamare una cavalletta Papa. Ma c'è un senso in cui riconoscono una corrispondenza eterna tra la posizione del Re dei Re nell'universo e del suo Viceré nel mondo, come la corrispondenza tra una cosa reale e la sua ombra; una somiglianza simile a quella danneggiata e difettosa tra Dio e l'immagine di Dio. E tra le coincidenze di questo confronto si può annoverare il caso di questo epigramma. Il mondo si troverà sempre più in una posizione in cui anche i politici e gli uomini pratici si troveranno a dire: “Se il Papa non fosse esistito, sarebbe stato necessario inventarlo”.

Gilbert Keith Chesterton, The Thing (tradotto in italiano con "La mia fede" e "La Chiesa viva")



sabato 10 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Gli spendaccioni della felicità.



I due grandi partiti nelle vicende umane sono solo quello che vede la vita nera contro il bianco e quello che la vede bianca contro il nero, quello che si macera e si annerisce con il sacrificio perché sullo sfondo c'è il bagliore di una misericordia universale, e quello che si incorona di fiori e si illumina di fiaccole nuziali perché si staglia contro una cortina nera di notte incalcolabile. I festaioli sono vecchi e i monaci sono giovani. Erano i monaci gli spendaccioni della felicità, e noi siamo i suoi miserabili.

Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types.





Habemus Papam. Leone XIV, un nome che promette bene.



Dunque abbiamo un nuovo papa, per cui pregheremo ed a cui auguriamo di cuore ogni bene.

Noi chestertoniani, udendo il nome, abbiamo pensato ai nostri eroi Chesterton e Belloc, che costruirono la loro idea di distributismo per dare carne alla Rerum Novarum di Leone XIII.

Speriamo dunque che Leone XIV apprezzi le idee di Chesterton e Belloc e dia loro spazio, o almeno le lasci fare.

Uno dei nostri soci ed amici ci ha segnalato questo tweet rilanciato quasi undici anni fa dall'odierno Pontefice e guarda un po' chi ne è l'autore...?

Non sappiamo se e quanto conosca Chesterton; peraltro abbiamo un altro indizio che ci viene dal cardinal Ravasi che dice: "L’ultima volta che abbiamo attraversato Piazza San Pietro insieme, gli ho regalato anche un libro in inglese, di Chesterton, che lui non possedeva e non aveva mai letto". Forse nel frattempo l'avrà letto ed apprezzato. Ad ogni modo lo speriamo. Si porrebbe sulla scia di molti dei suoi predecessori che lo hanno apprezzato. Chesterton è certamente di aiuto alla Chiesa in questo momento, come lo è stato sia da vivo che dopo la sua dipartita da questo mondo. Il suo approccio alla fede sia razionale che pieno di cuore fa ancora effetto su tante persone.






venerdì 9 maggio 2025

Qui si studia per il dibattito!

Come rendere più avventuroso il gioco del fazzoletto…

Nel frattempo elementari e medie se la godono…

Qui si lotta… dibattito filosofico (Chesterton, Leopardi, i Mumford and Sons…).

Annalisa Teggi dice che è meglio essere stupiti e non allucinati.

Rodolfo Casadei tenta di fare il mago…

Inizia l’VIII Concorso Chesterton!

Un aforisma al giorno - Il peggior refuso...



Ogni correttore di bozze sa che il peggior refuso non è quello che non ha senso, ma quello che ha senso; non quello che è palesemente sbagliato, ma quello che è terribilmente giusto.

Gilbert Keith Chesterton, Quello che ho visto in America.



giovedì 8 maggio 2025

Un aforisma al giorno - L'energia della mente del tomista esercita un'azione centrifuga.

La singolarità delle cose, cioè il fattore illuminante di tutta la poesia, e del resto di tutta l’arte, è infatti correlata alla loro diversità o a quello che comunemente si chiama oggettività. Le cose soggettive hanno un che di stantio; sono proprio le cose oggettive che in questo modo fantasioso diventano singolari. A questo proposito, il grande contemplativo è il contrario del falso contemplativo, del mistico che guarda solo dentro di sé, dell’artista egocentrico che si estrania dal mondo e vive solo nei propri pensieri. Secondo san Tommaso, la mente agisce in totale libertà, ma questa libertà consiste proprio nel trovare una via d’uscita verso la libertà e la luce del giorno, verso la realtà e il mondo dei vivi. Nell’individualista la pressione del mondo esterno esercita un’azione centripeta sulla fantasia. Nel tomista l’energia della mente esercita un’azione centrifuga sulla fantasia, ma solo per il fatto che le immagini che cerca sono cose reali: cose che non si possono trovare se ci si concentra solo su ciò che sta all’interno del proprio intelletto.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino.



mercoledì 7 maggio 2025

Un aforisma al giorno - Tutte le cose belle sono una cosa sola.



Tutte le cose belle sono una cosa sola. I tramonti, le scuole di filosofia, i bambini, le costellazioni, le cattedrali, le opere, le montagne, i cavalli, le poesie: tutto questo non è che un travestimento. Una cosa sola cammina sempre in mezzo a noi in un abito di fantasia, nel manto grigio di una chiesa o in quello verde di un prato. È sempre dietro, la sua forma fa cadere le pieghe in modo superbo. Questo è ciò che intuirono gli antichi selvaggi Ebrei, soli tra le nazioni, e il motivo per cui il loro rude dio tribale è stato eretto sulle rovine di tutte le civiltà politeiste. I Greci, i Normanni e i Romani, infatti, vedevano le guerre superficiali della natura e facevano del sole un dio, del mare un altro, del vento un terzo. Non erano entusiasti, come lo fu qualche rude israelita, una notte nelle lande desolate, da solo, dall'idea improvvisa e sfolgorante che tutti fossero lo stesso Dio: un'idea degna di un romanzo poliziesco.

Gilbert Keith Chesterton, lettera a Frances Blogg, 1899, in Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton.