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Un giovane Shaw |
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Chesterton nel 1908 |
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Émile Cammaerts |
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Un giovane Shaw |
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Chesterton nel 1908 |
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Émile Cammaerts |
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Chesterton diciassettenne e la famosa torre dell'acquedotto di Campden Hill, nominata nel famoso incipit dell'Autobiografia. |
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Il numero del cinquantesimo anniversario della Chesterton Review |
La postfazione dell'edizione di Eretici stampata da Piemme nel 1998 fu firmata dal filosofo e matematico Giulio Giorello (1945 - 2020).
L’elenco di battute che, staccate dal contesto, sarebbero degli straordinari aforismi, potrebbe continuare a lungo. Ma ce n’è uno che non solo trovo ancor più straordinario degli altri ma anche fornisce, a mio avviso, la chiave (una delle chiavi?) dell’intero Eretici: «Togliete il Credo di Nicea, e farete un qualche strano torto ai venditori di salsicce». Niente, ci insegna Gilbert Keith Chesterton (GKC), è più concreto di un’idea, purché si sappia vivere con essa e, se è il caso, per essa morire. L’esperienza della (umana) finitezza per il creatore di padre Brown è radicale; ma altrettanto radicale è la sua tensione verso l’infinito. «L’uomo non può amare le cose mortali», ci dice. L’uomo «può solo amare cose immortali», anche se «per un istante» — ed è in questo modo che si coniugano insieme il Credo di Nicea e le salsicce.
https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-06/nicea-e-i-venditori-di-salsicce.html
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Giulio Giorello |
Brevissimi appunti di un recente incontro a Pescara dal titolo: “Chesterton e la felicità di pensare”. Giovanni Molfetta, insegnante e curatore di una traduzione di saggi dell’autore, ci racconta il cuore del messaggio di Chesterton: la meraviglia perché tutto è creato da Dio per ogni singola persona.Dopo un breve periodo buio vissuto in giovinezza in cui Chesterton non sa a cosa credere (“l’ateo mi consigliava di dubitare dell’esistenza di Dio e io da parte mia incominciavo a dubitare dell’esistenza dell’ateo”), il futuro giornalista si riprende partendo dalla meraviglia per ogni cosa che c’è perché è creata, diventa quindi un estremo lottatore contro il nichilismo. Anche una matita che sembra niente è tutto rispetto al nulla. C’è da riconquistare questa prospettiva: tutto è salvato dal naufragio del nulla. Le cose comuni e banali per Chesterton sono la gloria dell’Essere. Dio ha creato tutto e la gratitudine che prova lo porta a voler diventare giornalista per assolvere questa missione, cioè difendere e diffondere questo senso di meraviglia in tutto il mondo.Durante l’incontro viene poi letto un brano dell’autore “Perché sono cattolico” dove in un certo passaggio si dice “Il cattolicesimo è vero […] Il cattolicesimo è l’unica realtà che libera dalla degradante schiavitù di essere un prodotto del proprio tempo.” Inaspettatamente il breve intervento di Marco Sermarini ce ne fornisce una testimonianza diretta: appare subito come un tipo strambo, distratto, originale (è riuscito nella difficile impresa di partire con largo anticipo per arrivare ad un’ora e 5 minuti dall’inizio dell’incontro), amante di Chesterton e non solo (bisogna ricordare Piergiorgio Frassati e Tolkien tra i suoi maestri), questo avvocato di San Benedetto del Tronto non riusciva a trovare una scuola adatta per il proprio figlio e allora la crea lui, con i suoi amici, perché l’educazione contrariamente a quanto si crede è una cosa estremamente seria (“per comprare i pantaloni a tuo figlio fai mille giri, vedi mille negozi e mille marche, invece per scegliere la scuola allo stesso figlio prendi quella più vicina a casa tua, perché è più comoda, ma perché? Perché? Che criterio è?”).Per la nuova scuola prende come spunto gli ideali di Chesterton: il primo aforisma usato “una cosa morta può andare con la corrente, ma solo una cosa viva può andare controcorrente” dice molto del coraggio di cui hanno avuto bisogno lui e i suoi amici per comprare parte di un edificio, cercare i professori giusti e disponibili, ma soprattutto per cercare continuamente attraverso mille attività i fondi per tirare avanti una impresa simile. La prima gita della scuola? Tutti gli studenti vengono presi in macchina da Sermarini (“erano in 5 e io avevo gia allora parecchi figli e quindi possedevo una macchina spaziosa”) e trasportati in montagna per una scampagnata e per vedere le stelle di notte. La scuola è stata fondata nel lontano 2008 e, contro le più negative previsioni, ha oggi circa un centinaio di ragazzi.Sermarini ricorda appassionatamente a tutti che “senza gratitudine non ci si alza nemmeno dal letto la mattina e difatti è la condizione necessaria per la felicità: «la misura di ogni felicità è la riconoscenza (Chesterton)»”.Di certo Chesterton avrebbe amato tipi così, sicuramente non prodotti del nostro tempo, così ripiegato su se stesso da non riuscire ad ammirare più nemmeno una matita.Occhione e Barracudina
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Il Palazzo di Città di Pescara, sede del municipio, luogo dove si è svolto l'incontro |
Ho partecipato come d’abitudine, e l’abitudine ha un vantaggio e uno svantaggio. Significa che ci sono degli amici con cui c’è una «familiarità ripetitiva». Significa anche si può farlo perdendo lo scossone di novità che deve permanere nelle esperienze note. Ringrazio, quindi, di aver ritrovato volti e abbracci che conoscevo; ringrazio per la novità di aver visto da capo che – quando gl’insegnanti sono consapevoli del loro impegno – non si vedono. Cioè: i protagonisti assoluti sono stati i ragazzi, era fatica capire chi fossero gl’insegnanti. E quando l’educazione è un punto infiammato di esperienza, deve essere così. Un insegnante può essere anche «tremendamente» presente in classe. Ma poi arriva il momento in cui si mette da parte e guarda i suoi ragazzi tuffarsi senza paracadute nelle piccole avventure in cui è la loro voce (anche sussurrata) a venire fuori.
Annalisa Teggi
Il 4 maggio è scoccato l'anniversario della morte del nostro carissimo Aidan Mackey, l'uomo che ha tenuto accesa la fiaccola della Rivoluzione Eterna, l'Highlander nonché Capo Eterno dei Chestertoniani del mondo. Come spesso accade, ce ne siamo passati, ma non fa niente.
Lo voglio ricordare con il post che gli dedicammo lo scorso anno che contiene altri post e fotografie che lo riguardano.
La nostra è una relazione di amicizia nata nel 2013 grazie a padre Spencer Howe, ed è cresciuta sempre più. Negli ultimi mesi ci sentivamo anche per telefono, per tenerlo sempre vivo e fargli compagnia, ora che l'età l'aveva costretto a fermarsi (a quasi centouno anni ha iniziato a rallentare, per poi partire per la Vera Patria a centouno anni e sette mesi). Parlavamo, e Aidan non perdeva occasione per ringraziarci (si riferiva a tutti quelli coinvolti in questi anni in tutto il mondo nel lavoro di riscoperta di GKC) di avergli fatto conoscere tanti giovani e la nuova stagione primaverile chestertoniana, la rinascita di Chesterton nei cuori di tanti.
Noi italiani sentiamo tanto la sua mancanza, la mancanza della sua bontà, affabilità, generosità, simpatia, umiltà, discrezione, il suo essere "uno di famiglia", ma siamo certi che ci aiuti dal Cielo.
Per questo motivo ho voluto mettere la foto che volle fare con noi Sermarini tutti riuniti nell'aprile 2017 a casa sua a Oxford; noi lo consideravamo una specie di zio, ci siamo tanto affezionati e lo andammo a trovare durante un viaggio di famiglia. Poi ci tornai l'anno dopo con la Scuola Chesterton ed ancora nel 2022, quando lo raggiungemmo per il suo centesimo compleanno. In questi anni non ci siamo mai lasciati né persi di vista, ci siamo sempre voluti bene e continuiamo anche adesso.
Qui sotto c'è il post dello scorso anno:
https://uomovivo.blogspot.com/2024/05/aidan-mackey-1-ottobre-1922-4-maggio.html
Qui sotto c'è invece l'articolo che gli ha dedicato Joseph Pearce (The Grand Old Man of Chestertonia -- bello! Chestertonia! Come un paese delle fiabe!, n.d.r.):
https://uomovivo.blogspot.com/2024/05/the-grand-old-man-of-chestertonia-di.html
Un'ultima cosa: questo post come vedete è scritto in verde: è il colore che utilizzo, nei miei rituali da infante, solo per gli aforismi e gli scritti di Chesterton. Per un ritualista come me significa tanto ed è un grande omaggio ad un carissimo vero amico. È il verde della speranza di ritrovarci un bel giorno a parlare con Chesterton tutti insieme davanti ad una tazza di te, ad una pinta di birra e un bicchiere di buon vino rosso (che Aidan tanto amava).
Voglio ricordarlo ancora una volta con un brano di una mail che mi scrisse al ritorno dal suo viaggio in Italia nel 2013, felice di aver visto tante belle cose; è un bel ritratto di lui e del suo splendido carattere:
"Nel volo per arrivare qui ero seduto vicino ad un uomo e a sua moglie. Abbiamo parlato un po' fino a circa venti - venticinque minuti prima dell'atterraggio e ho scoperto che era un avido lettore di Tolkien e di Lewis, così ho menzionato Chesterton... e ho tirato fuori il mio libretto... e gli ho dato una copia. «La lesse e disse: perché, mannaggia, non ho scoperto quest'uomo tanti anni fa...?» Adesso ha il mio indirizzo di posta elettronica e staremo in contatto. È necessario premere. Non possiamo sederci e sperare che la gente scopra Chesterton! Questo tocca il lato cattivo del mio carattere...".
Marco Sermarini
Oltre al Chesterton Day lo scorso anno c'è scappata una serata sulla Rivoluzione Eterna, che più chestertoniana non c'è, ricordando Aidan Mackey che ci ha preceduto In Terra Viventium giusto un anno fa, con il nostro Angelo Bottone e Marco Sermarini, presentati dall'apprendista stregone Pier Giorgio Sermarini. La rimettiamo qui perché qualcuno la ascolti e ne tragga spunto.
C'è un famoso detto che ad alcuni è sembrato poco riverente, anche se in realtà è un sostegno a una parte importante della religione: “Se Dio non fosse esistito, sarebbe stato necessario inventarlo”. Non è affatto diversa da alcune delle audaci domande con cui San Tommaso d'Aquino inizia la sua grande difesa della fede. Alcuni dei critici moderni della sua fede, soprattutto quelli protestanti, sono caduti in un divertente errore, soprattutto per l'ignoranza del latino e dell'antico uso della parola DIVUS, e hanno accusato i cattolici di descrivere il Papa come Dio. I cattolici, non c'è bisogno di dirlo, sono tanto propensi a chiamare il Papa Dio quanto a chiamare una cavalletta Papa. Ma c'è un senso in cui riconoscono una corrispondenza eterna tra la posizione del Re dei Re nell'universo e del suo Viceré nel mondo, come la corrispondenza tra una cosa reale e la sua ombra; una somiglianza simile a quella danneggiata e difettosa tra Dio e l'immagine di Dio. E tra le coincidenze di questo confronto si può annoverare il caso di questo epigramma. Il mondo si troverà sempre più in una posizione in cui anche i politici e gli uomini pratici si troveranno a dire: “Se il Papa non fosse esistito, sarebbe stato necessario inventarlo”.
Gilbert Keith Chesterton, The Thing (tradotto in italiano con "La mia fede" e "La Chiesa viva")