La singolarità delle cose, cioè il fattore illuminante di tutta la poesia, e del resto di tutta l’arte, è infatti correlata alla loro diversità o a quello che comunemente si chiama oggettività. Le cose soggettive hanno un che di stantio; sono proprio le cose oggettive che in questo modo fantasioso diventano singolari. A questo proposito, il grande contemplativo è il contrario del falso contemplativo, del mistico che guarda solo dentro di sé, dell’artista egocentrico che si estrania dal mondo e vive solo nei propri pensieri. Secondo san Tommaso, la mente agisce in totale libertà, ma questa libertà consiste proprio nel trovare una via d’uscita verso la libertà e la luce del giorno, verso la realtà e il mondo dei vivi. Nell’individualista la pressione del mondo esterno esercita un’azione centripeta sulla fantasia. Nel tomista l’energia della mente esercita un’azione centrifuga sulla fantasia, ma solo per il fatto che le immagini che cerca sono cose reali: cose che non si possono trovare se ci si concentra solo su ciò che sta all’interno del proprio intelletto.
Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino.
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