lunedì 30 settembre 2024

The Story Behind G.K. Chesterton’s Lost Manuscript | Dale Ahlquist su Strand Magazine.

Giorni fa vi abbiamo segnalato una bella notizia, la pubblicazione di un inedito di Chesterton sul giallo. Oggi vi mettiamo a disposizione l'articolo di Dale Ahlquist, presidente della Society of G. K. Chesterton (la Società Chestertoniana Americana) che racconta del ritrovamento; la pubblicazione (dell'inedito e dell'articolo di Dale) è avvenuta sullo Strand Magazine.

Qui sotto l'incipit dell'articolo di Dale Ahlquist:

The Story Behind G.K. Chesterton’s Lost Manuscript is a story in itself and the person best qualfied to tell it is Dale Ahlquist who is President of the G.K. Chesterton society and is a world authority on the larger than life legend.

To find an unpublished G.K. Chesterton manuscript is something of a miracle. Chesterton, one of the most prolific writers of all time, seems to epitomize the kind of author with “never an unpublished thought.” He never wasted what he wrote. But that a known Chesterton manuscript should remain unpublished for so long is almost more of a miracle, since there are entire magazines and scholarly journals devoted to the author, any of which should have by now seized on the previously unpublished “The Historical Detective Story.” But none of them did. It’s possible those editors didn’t know about it—which makes them not very good scholars. It’s more likely they didn’t know the story behind it, which makes them not very good detectives.

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://strandmag.com/the-story-behind-g-k-chestertons-lost-manuscript/?fbclid=IwY2xjawFlblBleHRuA2FlbQIxMQABHdrAGnvx2aDTTE9sYWcPH9ytNx2gh3XbqG3llG_DUMN3Ch0vod9lzmwMDw_aem_6zVoWgBEg8o3scjpH0KwmQ




domenica 29 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Ovvietà, spesso private.

È vero che tutte le donne ragionevoli pensano che tutti gli uomini studiosi siano pazzi. È vero che tutte le donne di qualsiasi tipo pensano che tutti gli uomini di qualsiasi tipo siano pazzi. Ma non lo scrivono nei telegrammi come non vi scrivono che l'erba è verde o che Dio è misericordioso. Si tratta di ovvietà, e spesso di ovvietà private.

Gilbert Keith Chesterton, Il Club dei Mestieri Stravaganti.



sabato 28 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Lasciate ogni disperazione, o voi che entrate...

Per prima cosa, simpatizziamo, anche solo per un istante, con le speranze del periodo di Dickens, con quell'allegro problema del cambiamento. Se la democrazia vi ha deluso, non vedetela come una bolla di sapone scoppiata, ma almeno come un cuore spezzato, una vecchia storia d'amore. Non sogghignate per il periodo in cui il credo dell'umanità era in luna di miele; trattatelo con la terribile riverenza che si deve alla giovinezza. Per voi, forse, una filosofia più tetra ha coperto ed eclissato la terra. Il feroce poeta del Medioevo scrisse: “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”, sulle soglie del mondo inferiore. I poeti emancipati di oggi lo hanno scritto sulle soglie di questo mondo. Ma se vogliamo capire la storia che segue, dobbiamo cancellare quella scrittura apocalittica, anche solo per un'ora. Dobbiamo ricreare la fede dei nostri padri, anche solo come atmosfera artistica. Se dunque siete pessimisti, nel leggere questa storia rinunciate per un po' ai piaceri del pessimismo. Sognate per un solo folle momento che l'erba sia verde. Disimparate quel sinistro apprendimento che ritenete così chiaro; negate quella conoscenza mortale che credete di conoscere. Rinunciate al fiore della vostra cultura; rinunciate al gioiello del vostro orgoglio; lasciate ogni disperazione, o voi che entrate.

Gilbert Keith Chesterton, Charles Dickens - A Critical Study.




giovedì 26 settembre 2024

Aneddoti su Chesterton - Chesterton sull'Himalaya.


Ad una cena in onore di Sir Edmund Hillary*, il mio vicino di casa, un perfetto sconosciuto, citò Chesterton a lungo. Si scoprì che era un membro della squadra di Hillary e che in tre scalate sull'Himalaya e nella spedizione al Polo Sud del 1957-58 aveva sempre portato con sé un libro: era Wine, Water and Song.
No, non aveva letto nient'altro di Chesterton, ma quel libro lo conosceva a memoria.

John Sullivan, G. K. Chesterton. A Centenary Appraisal.



* Sir Edmund Percival Hillary fu il primo a conquistare la vetta dell'Everest insieme allo sherpa Tenzing Norgay.

mercoledì 25 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Il gigantesco atto di umiltà dell'incarnazione.

Ogni anima umana, in un certo senso, deve compiere quel gigantesco atto di umiltà che è l'Incarnazione. Ogni uomo deve farsi carne per incontrare i suoi simili.

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo.



martedì 24 settembre 2024

A Torino si parla di Giovani Idee con Giovanni Molfetta e Chiara Nejrotti. Domani 25 settembre 2024.

G. K. Chesterton on Charles Dickens | Chesterton scrisse una voce dell'Enciclopedia Britannica su Charles Dickens.


Quella che segue è l'introduzione alla voce "Charles Dickens" scritta da Chesterton per l'Enciclopedia Britannica in occasione della pubblicazione della sua quattordicesima edizione nel 1929. Vengono usate per presentarla parole lusinghiere, che qui di seguito traduciamo per voi:

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) - il poeta poliedrico, filosofo, oratore, giornalista, superbo stilista e autore di classici come Il Napoleone di Notting Hill, Ortodossia, L'Uomo Eterno e i racconti investigativi del sacerdote Padre Brown - è, come l'argomento su cui ha scritto per Britannica, un gigante della letteratura e della cultura inglese. Forse oggi sappiamo più cose su Charles Dickens di quante ne sapesse Chesterton - soprattutto alla luce delle rivelazioni titillanti di Ellen Ternan, sulla relazione del Dickens di mezza età con l'adolescente - ma non ha molta importanza. Chi potrebbe scrivere del gigante inglese meglio di G.K.C.? Quello che abbiamo qui è invece una lettera d'amore a ciò che conta davvero: i romanzi stessi e il genio vulcanico che si cela dietro di loro. Ripubblichiamo qui di seguito la conclusione del peana di Chesterton, composta da 8.500 parole, che mette in evidenza ciò che Chesterton considerava l'ultimo dono di Dickens al mondo.

Qui sotto trovate l'introduzione e il collegamento alla voce.

____________

Written by 

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936)—the polymathic poet, philosopher, orator, journalist, superb stylist, and author of such classics as The Napoleon of Notting HillOrthodoxy, The Everlasting Man, and the sleuthy tales of the priestly Father Brown—is, like the subject he wrote on for Britannica, a giant of English literature and culture. We may know more about Charles Dickens today than Chesterton did—especially in light of the titillating Ellen Ternan revelations, about the middle-age Dickens’s affair with the teenage girl—but it hardly matters. For who could write better about the English giant than G.K.C. did? What we have here instead is a love letter to what really matters: the novels themselves and the volcanic genius that lay behind them. We reprint below the conclusion to Chesterton’s 8,500-word paean, highlighting what Chesterton saw as Dickens’s ultimate gift to the world. It was published in the inaugural printing of Britannica’s 14th Edition in 1929.

La voce è nel collegamento qui sotto:

https://www.britannica.com/topic/G-K-Chesterton-on-Charles-Dickens-2215538






lunedì 23 settembre 2024

Un aforisma al giorno - L'immaginazione intensa per imparare a vivere le nostre esperienze (bellissimo compendio di tutto!).


E l'intero obiettivo della vera arte, del vero romanticismo - e, soprattutto, della vera religione - è quello di evitare che gli uomini perdano l'umiltà e la gratitudine che sono grate per la luce del giorno e il pane quotidiano; di evitare che considerino la vita quotidiana noiosa o la vita domestica angusta; di insegnare loro a cogliere nella luce del sole il canto di Apollo e nel pane l'epopea dell'aratro. Ciò di cui c'è più bisogno ora è l'immaginazione intensa. Intendo il potere di rivolgere la nostra immaginazione verso l'interno, sulle cose che già abbiamo, e di farle vivere. Non si tratta solo di cercare nuove esperienze, che diventano rapidamente vecchie. È imparare a vivere le nostre esperienze. È imparare a godere dei nostri piaceri. Così com'è, siamo circondati da un tumulto che viene giustificato come l'unico modo di essere giovani, ma che in realtà sembra essere un modo rapido di invecchiare.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 20 settembre 2024.

domenica 22 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Il mondo lasciato a se stesso.

Lasciato a se stesso, il mondo non va da nessuna parte…questo è ciò che la Chiesa sostiene da sempre.


Gilbert Keith Chesterton, La Sfera e la Croce.


sabato 21 settembre 2024

Lost GK Chesterton essay about detective stories published for first time | Una notizia inaspettata, un nuovo saggio inedito di Chesterton sul giallo. Da The Guardian.

Ringrazio Angelo Bottone per la segnalazione di questo articolo del Guardian.

Annuncia l'uscita di un saggio inedito, collegato alla partecipazione di Chesterton al Detection Club, sullo Strand Magazine (cliccando qui a fianco trovate il numero della rivista) che lo pubblicizza così: "Rediscovered: A Lost Masterpiece". E il titolo del capolavoro è “The Historical Detective Story,” che sarebbe stato ritrovato di recente all'Università di Notre Dame negli Stati Uniti nelle Rare Books and Special Collections della Hesburgh Library.

Il Guardian sostiene che il saggio in realtà non sarebbe mai stato perduto e cita il nostro amico Dale Ahlquist che afferma: “La cosa divertente di questo saggio è che molte persone lo conoscono da molto tempo. È solo che probabilmente hanno visto il manoscritto nelle collezioni speciali dell'Università di Notre Dame e hanno dato per scontato che fosse noto... Parte del problema era che aveva scritto così tanti saggi, e ci sono voluti anni per catalogarli tutti... Pensiamo di averli trovati forse tutti, almeno il 99,9 per cento di tutti, e ora sono 8.000".

Naturalmente Dale firma la presentazione del saggio certamente inedito ma non così ignoto.

Qui sotto il collegamento all'articolo del Guardian:

https://www.theguardian.com/books/2024/sep/20/gk-chesterton-essay

Il lettori del blog sanno che Chesterton fu tra i fondatori e primo presidente del Detection Club, come vi abbiamo più volte raccontato (qui sotto due accenni all'argomento che può essere approfondito con ulteriori post): 

https://uomovivo.blogspot.com/2012/11/liniziazione-dei-membri-del-detection.html

https://uomovivo.blogspot.com/2012/11/segnalato-da-maria-grazia-gotti-i.html

Lo straordinario club (annoverava firme come Agatha Christie, A. A. Milne ossia l'autore di Winnie the Pooh, Dorothy L. Sayers a cui abbiamo recentemente prestato attenzione, mons. Ronald Knox...) si riuniva a Soho, in una sala privata de L’Escargot.

Il club aveva progettato una rivista annuale. Chesterton terminò la sua presentazione, ma il progetto non proseguì. Così una copia del saggio di Chesterton finì alla Notre Dame University nell'Indiana e un'altra rimase nella British Library a Londra. Il Guardian dice che alla fine sono arrivati Dale Ahlquist e Andrew Gulli (il direttore di The Strand), «pronti a “fare due più due”».

L'articolo continua descrivendo Chesterton e il suo rinato successo, riporta qualche polemica ma rileva l'esistenza del rinnovato interesse, della Society americana e del network di scuole americane ispirate a lui (se sapessero della scuola Italiana... ;-)).

Personalmente sono contento non solo per la "riscoperta" ma anche per il fatto che sia riemerso un saggio sul giallo che è tutt'altro che trascurabile nel pensiero di Chesterton. Non dobbiamo dimenticare che Chesterton era convinto che "il romanzo avventuroso della polizia rappresenta così l'intera avventura umana, ed è basato sul fatto che la moralità è la più oscura e ardita delle cospirazioni" e che "Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell'attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni". Per Chesterton il valore fondamentale del giallo risiede nell'essere la prima e unica forma di letteratura popolare "in cui si esprime in qualche modo la poesia della vita moderna", dunque è tutto tranne che un argomento trascurabile nel suo pensiero. Qui in questo post poi possiamo renderci conto di quanto queste idee apparentemente solo letterarie investano in realtà tutta la vita per come la immagina e desidera Chesterton.

Una bella riscoperta, questo vecchio nuovo saggio, di cui presto godremo. 

Marco Sermarini

venerdì 20 settembre 2024

Un italiano fece questo ritratto al piccolo Gilbert.


Questo ritratto del piccolo Gilbert Keith Chesterton all'età di circa cinque anni è opera di un italiano.

Il ritratto si trova attualmente alla British Library, assieme ad altre cose appartenutegli, come ritengo sia noto ai lettori assidui di questo blog.

L'autore è Attilio Baccani (1823 - 1906).

Egli fu autore di ritratti, soggetti storici e scene di genere; di lui si sa che soggiornò dal 1859 al 1882 a Londra, esponendo presso la Royal Academy (ad esempio Dante at Florence, del 1861; oppure The italian Rebecca del 1871; Venetian Lady del 1879). 

Nel 1882 si trasferì a Parigi, dove aveva già inviato al Salon del 1880 la sua opera intitolata Nymphe endormie; partecipò poi all'Esposizione Universale del 1889 con Les fleurs. Fu di nuovo a Londra nel 1888 e prese parte all'Italian Exhibition presentando tre ritratti.

Qui sotto potrete vedere alcuni dei suoi ritratti:

https://artuk.org/discover/artists/baccani-attilio-c-18231906

giovedì 19 settembre 2024

Merrie England: Hilaire Belloc in the South Country | Joseph Pearce su The Imaginative Conservative.

Little has changed in the years since Hilaire Belloc departed bodily from King’s Land. The ghost of his powerful absence still dwells in his stead, and the mill that he restored stands tall and erect, and in full working order.

The great hills of the South Country
They stand along the sea;
And it’s there walking in the high woods
That I could wish to be…

Hilaire Belloc was a great walker. He walked to Rome; he walked across the United States; he walked throughout France and Spain; he traversed the Pyrenees and the Alps; he ambled and rambled his way around England. As a follower of Belloc, the Pilgrim always feels, on his own rambles, that he is following in the footsteps of this master of prose, poetry, polemic, and perambulation. In his perambulatory poem, “The End of the Road,” Belloc “crawled and scrambled… ranged and rambled,” “plodded… hobbled… trudged and tramped” but never turned his face to home, till he had slaked his heart at Rome. Although the Pilgrim has slaked his heart at Rome he has never, as yet, walked there. The desire to follow Belloc on his “path to Rome” remains with the Pilgrim as a reminder of a desire unfulfilled. One day, God willing….

Il resto qui sotto:

https://theimaginativeconservative.org/2024/07/merrie-england-hilaire-belloc-south-country-joseph-pearce.html

Aforismi in lingua originale - To build like Nehemiah.

The man building up an intellectual system has to build like Nehemiah, with the sword in one hand and the trowel in the other. The imagination, the constructive quality, is the trowel, and argument is the sword.

Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types, "Thomas Carlyle".



mercoledì 18 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Alla maniera di Neemia.

L'uomo che costruisce un sistema intellettuale deve costruire come Neemia, con la spada in una mano e la cazzuola nell'altra. L'immaginazione, la qualità costruttiva, è la cazzuola, e l'argomentazione è la spada.

Gilbert Keith Chesterton, Twelve Types, “Thomas Carlyle”.



martedì 17 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Rappresento l'allegra massa dell'umanità.

 Io rappresento l'allegra massa dell'umanità. Sono il cristiano felice e spericolato.

Gilbert Keith Chesterton in un'intervista rilasciata da lui e sua moglie Frances 

al Daily News ("'GKC' at home"), 13 dicembre 1907.



lunedì 16 settembre 2024

Un aforisma al giorno / Aneddoti su Chesterton - Chesterton e un'intelligente ipotesi su di sé.

Chesterton, riferendosi al suo essere allegro e alle sue dimensioni, una volta disse:

Suppongo di di divertirmi più della maggior parte delle persone perché c'è così tanto di me che si diverte.

Dorothy Collins, "Recollections", in John Sullivan, G. K. Chesterton. A Centenary Reappraisal.



domenica 15 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Le trappole delle derivazioni (e della logica apparente).

Le persone che si affidano alle derivazioni (delle parole, ndr) hanno sempre torto, perché ignorano la vita e le avventure di una parola e tutto ciò che ha fatto da quando è nata. Persone di questo tipo direbbero che tutti gli uomini che vivono in una villa sono dei villani (1). Direbbero che essere cavalleresco equivale a essere equino.

Gilbert Keith Chesterton, Alarms and discursions.


(1) In realtà il testo originale presenta il paradosso della derivazione di "villain" (che in inglese significa "malvagio, cattivo, criminale") e "villa" (che ha lo stesso significato della parola italiana "villa"), ma traducendo letteralmente non sarebbe stato comprensibile il senso della riflessione; si coglie più chiaramente questo senso con l'altro coppia di parole (chivalrous - horsey). Per maggiore chiarezza ecco il testo originale:

The people who trust to derivations are always wrong: for they ignore the life and adventures of a word, and all that it has done since it was born. People of that sort would say that every man who lives in a villa is a villain. They would say that being chivalrous is the same as being horsey.



sabato 14 settembre 2024

La casa dei Chesterton non è in vendita ma giusto per darvi un'idea e per parlare un po' dell'infanzia di Gilbert...

Il mercato è estremamente frizzante, a Kensington, ed oggi a comprare la casa dove nacque il bambino Gilbert nel 1874 ci vorrebbero, a dire di questi signori (ma anche di altri -- provare per credere: basta mettere l'indirizzo su Google o nel motore di ricerca che volete e vi spunteranno fuori dei siti come questo) si spenderebbero £ 5.974.000, che in euro sono oggi circa 7.072.618,60.

Non poco, vero?

Il sito in questione, come potete vedere, mette a disposizione anche la mappa della casa: 



il che è interessante, anche se non sappiamo se oggi la planimetria corrisponda a quella dei tempi di Gilbertino (centocinquanta anni fa). Da essa ricaviamo anche che è ampia 2.659 piedi quadri, che corrispondono grosso modo a 247 metri quadri.

Il prezzo è incrementato di quasi il venti per cento dal 2013, anno della sua ultima compravendita, così dice sempre il sito. L'ultima ristrutturazione l'ha subita nel corso del 2022 e ritengo anche di parte del 2023, perché ne ho la prova fotografica (la foto l'ho fatta io nell'ottobre 2022 e conosco le personcine presenti).

Attualmente la casa non è in vendita, però da quelle parti fanno queste cose: ti dicono quanto varrebbe la tua casa e anche quelle a fianco in base ai prezzi correnti che man mano si registrano nell'area.

32, Sheffield Terrace,
ottobre 2022.


I Chesterton andarono ad abitare in quella casa qualche anno prima della nascita di Gilbert. In essa vi nacque la sorellina maggiore (di cui forse pochi conoscono l'esistenza), che purtroppo morì a soli sette anni per una febbre, di cui Chesterton dice che il babbo non parlava quasi mai, forse l'unico grande vero dolore di tutta la sua vita. La bambina si chiamava Beatrice, soprannominata dai suoi genitori Birdie (uccellino, ma anche per l'assonanza con il suo nome di battesimo).

Quando Gilbert aveva circa cinque anni, quindi nel 1879, dopo la morte della bambina, la famiglia si trasferì a 11, Warwick Gardens, cioè a qualche centinaio di metri più a ovest da questa casa, ai piedi del colle di Campden Hill, sempre nel bel quartiere di Kensington, in una traversa di Kensington High Street.

Uno dei primi ricordi di Chesterton, ce lo scrive nell'Autobiografia, è quello di aver giocato in giardino sotto le cure di una ragazza con i capelli d'oro,

"alla quale mia madre disse in seguito dalla casa: ’Sei un angelo', cosa che ero disposto ad accettare senza metafore. Ora vive a Vancouver come signora Robert Kidd”

all'uso inglese di chiamare le signore con il nome del marito premettendo il titolo Missis (Mrs.).

La signora Kidd, all'epoca Annie Firmin, era la figlia di un'amica d'infanzia della signora Chesterton, Marie Louise, che chiamava “zia Marie”. Lei e sua sorella, dice Gilbert nell'Autobiografia

“hanno avuto a che fare con i miei primi anni più di altri”. 

Gilbert a quei tempi era chiamato Diddie, invece suo padre era “Mr. Ed” per la famiglia e gli amici più intimi. 

La casa di Sheffield Terrace non era di proprietà dei Chesterton, che l'avevano semplicemente presa in affitto. Quella di Warwick Gardens fu invece acquistata. Il babbo di Chesterton, come forse qualcuno ricorderà, era un agente immobiliare nell'agenzia di famiglia fondata dal nonno di Chesterton a seguito della medesima attività svolta dal bisnonno come dipendente. Nel blog vi è ampia traccia di questa professione dei Chesterton e della perdurante esistenza di questa agenzia anche se oggi essa non ha più alcuna attinenza con la famiglia Chesterton, pur mantenendone il nome.

https://themovemarket.com/tools/propertyprices/32-sheffield-terrace-kensington-london-w8-7na

venerdì 13 settembre 2024

Un aforisma al giorno - L'incipit dell'Autobiografia nella traduzione di mons. Alberto Castelli (Edizioni IPL).

Piegandomi con cieca. credulità, come son solito fare, alla mera autorità e alla tradizione dei miei maggiori, ingoiando superstiziosamente una storia che non mi fu possibile controllare a suo tempo con l'esperienza personale, io sono d'opinione fermissima d'essere nato il 29 maggio 1874, a Campden Hill, Kensington, e d'esser stato battezzato, secondo le formule della Chiesa d'Inghilterra, nella chiesetta di San Giorgio, situata di fronte alla grande torre serbatoio che domina quella posizione elevata.

Non pretendo che vi sia alcun significato particolare, nella relazione in cui si trovano le due costruzioni e mi rifiuto sdegnosamente di credere che tale chiesa fu scelta perché ci voleva tutta la potenza idrica della parte occidentale di Londra per farmi diventar cristiano. Tuttavia la grande torre serbatoio era destinata ad aver la sua parte nella mia vita, come racconterò piú innanzi. Ma quel racconto è nel repertorio delle mie esperienze personali, mentre la mia nascita (come ho detto) è un incidente che accetto, come un povero contadino ignorante, unicamente perché mi è stato trasmesso dalla tradizione orale.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia.



Questa è la placca affissa
su 32, Sheffield Terrace,
dove nacque il piccolo Gilbert.

Questa è la famosa torre
dell'acquedotto,
oggi non più esistente.

Questa è 32, Sheffield Terrace,
dove nacque il bimbo Gilbert.

Questa è la chiesa anglicana di 
San Giorgio a Campden Hill (interno).

Questa è la medesima chiesa (esterno).
Le personcine sono tutti giovani chestertoniani
italiani, cioè noi.
La foto è dell'Aprile 2018.












giovedì 12 settembre 2024

Chesterton in altre parole - C. S. Lewis: Potrei solo annacquare il suo vino.

L'ha fatto Chesterton (che amo): potrei solo annacquare il suo vino. 

Clive Staples Lewis, lettera a Walden Howard, 1947.




mercoledì 11 settembre 2024

Chesterton in altre parole - Evelyn Waugh.

Chesterton, tra tutti gli uomini del nostro tempo, ha scritto soprattutto per l'uomo comune, ripetendo con un linguaggio chiaro i suoi semplici e preziosi messaggi.


Evelyn Waugh, “Chesterton”, in The Essays, Articles and Reviews of Evelyn Waugh.




Evelyn Waugh


martedì 10 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Abnegazione ed eccitazione (guardate, è un grande...).


Credo che una divisione molto irregolare, una vita molto altalenante, una vita vissuta agli estremi della ricchezza e della povertà sia di gran lunga la più morale e migliorativa....Perciò consideriamo i due aspetti della questione: il primo è la necessità dello spirito umano di un certo grado di abnegazione, il secondo la necessità di un certo grado di eccitazione. L'uomo della vita regolare impara l'abnegazione? Per niente. Non ha mai assaporato la stravaganza e quindi non ne sente la mancanza. Non ne sente la mancanza e quindi non vi rinuncia affatto. Se una cosa è molto lontana dall'intero modo di vivere di un uomo, lontana come un secolo o un continente diverso, è assurdo dire che vi rinuncia. È assurdo dire che sono così semplice nel mio modo di vivere da aver vissuto un anno a Battersea senza gondola. È assurdo dire che penso a mia moglie e al mio piccolo reddito, e che resisto all'acquisto di un elefante indiano... E ora contrapponi a questa vita facile e autoindulgente della rispettabile classe media, l'eroismo oscuro, l'abnegazione ferrea, l'austerità religiosa dell'uomo stravagante che è in difficoltà. Passa accanto alle tentazioni, ma come il santo nella Chiesa trionfante, sa quali sono, e quali sono la loro bellezza e il loro pathos. Abbandona il sigaro, ma non con ignoranza, bensì con una triste e sacra consapevolezza. È davvero un asceta.... E per effetto della sua precedente stravaganza sulle sue risorse attuali, guadagna davvero un controllo su se stesso, una conoscenza della vita umana dura e sana, come è stata per tutti gli uomini fin dall'inizio del mondo... Credo che un carattere morale più severo e più fine sia prodotto dall'essere stravaganti un giorno e parsimoniosi il giorno dopo. Perché così sviluppiamo sia le virtù pagane che quelle puritane. E conserviamo l'unico elemento essenziale della vita, la meraviglia; sappiamo quando la vediamo nella notte più buia; la siepe bassa e trascurata che si trova tra la terra e il Paese delle Fate.

Gilbert Keith Chesterton, Bianco e nero, 14 marzo 1903, 

oggi in Gilbert Keith Chesterton, Chesterton in Bianco e nero.




lunedì 9 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Tutta l'educazione è educazione religiosa.

Di fatto, ovviamente, tutta l'educazione è un'educazione religiosa, e mai come quando è un'educazione irreligiosa. O insegna una dottrina precisa sull'universo, il che è teologia, o ne dà per scontata una, il che è misticismo. Se non fa questo, non fa nulla e non significa nulla, perché tutto deve dipendere da principi primi e riferirsi a qualche causa, espressa o inespressa.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 26 luglio 1924.


schizzo di Sir James Gunn

domenica 8 settembre 2024

Un aforisma al giorno - Tradizione.

... l'unica tradizione veramente tradizionale è quella che è ancora viva.

Gilbert Keith Chesterton, Illustrated London News, 30 agosto 1924.


Un numero del 1924
della rivista


sabato 7 settembre 2024

L'Introduzione di mons. Alberto Castelli all'Autobiografia (edizione IPL), un bel saggio non abbastanza valorizzato.



Alla ricerca di una citazione per un caro amico, ho ancora una volta fatto prendere aria alla cara vecchia edizione dell'Autobiografia di Chesterton tradotta e introdotta da mons. Alberto Castelli (Istituto di Propaganda Libraria, che tra l'altro pubblicò anche una validissima traduzione del San Francesco d'Assisi). Mons. Castelli (1907 - 1971) fu arcivescovo, traduttore, letterato, recensore di numerose opere di letteratura inglese. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni negli ultimi anni, proprio per ridestarne la memoria e farne conoscere bravura, capacità, profondità di intuizione anche a proposito del nostro Chesterton.

Per questo ritengo giusto riproporre l'Introduzione all'Autobiografia del Nostro Eroe: semplice ma profonda, cita i passaggi essenziali della vita del giornalista inglese che più amiamo, dimostra la profonda conoscenza della storia dell'uomo e dei suoi ammiratori, offre spunti di riflessione non comuni pur nella sua brevità. Inoltre lo stile della traduzione che mons. Castelli produrrà è asciutto e vivo, tuttora validissimo e piacevole. Personalmente è quella che preferisco.

Non mi dilungo: qui sotto trovate diversi post che lo riguardano e che vi consiglio di leggere.

Qualora vi fosse chi, avendone diritto, non volesse che quest'opera venisse pubblicata in questo luogo, siamo pronti a rimuoverla al minimo cenno.

Marco Sermarini

***

Due parole su una vecchia edizione dell'Autobiografia di Chesterton:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/01/due-parole-su-una-vecchia-edizione.html

Un breve ricordo di mons. Alberto Castelli:

https://uomovivo.blogspot.com/2021/08/un-breve-ricordo-di-mons-alberto.html

Ancora su mons. Alberto Castelli - La sua prefazione a Le Lettere di Berlicche di C. S. Lewis:

https://uomovivo.blogspot.com/2021/08/ancora-su-mons-alberto-castelli-la-sua.html

Il necrologio di mons. Alberto Castelli da parte della Conferenza Episcopale Italiana apparso su l'Osservatore Romano:

https://uomovivo.blogspot.com/2023/01/il-necrologio-di-mons-alberto-castelli.html

***

Il discorso su Chesterton cade ancora, in questo nostro tempo, ma capita di sentir dire che egli non è più di moda.

E, se ricordo bene, qualche anno fa, in una veneranda assemblea, un personaggio pieno di meriti, ha citato una delle sue pagine (tra le piú belle, dove descrive il trionfo della «selvaggia verità» sulle eresie: una pagina scritta quando non si era ancora convertito, e precisamente in Ortodossia) dicendo che cose del genere ormai non hanno più valore.

Ritengo che, sotto un certo aspetto, gli amici dell'Istituto di Propaganda Libraria, nel decidere di ripubblicare la traduzione della sua Autobiografia, uscita per la prima volta nel 1937, a un anno dalla sua morte, pensassero la stessa cosa: cioè che Chesterton non è di moda. Questi amici dunque hanno forse pensato così: Chesterton non è di moda, non è un pensatore, non è uno scrittore che segue la moda: lo si vede dal contenuto dei suoi pensieri e dallo stile della sua lingua; dunque facciamo ancora dono di questo suo libro agli uomini del nostro tempo, i quali vedranno che la sua fatica e la sua gioia nel pensare e nello scrivere, non sono cose che passano come e con la moda, ma ricchezze che durano per tutti i tempi; vedranno che esse non disprezzano ciò che è moderno, e si preoccupano anche del nostro tempo, perché non sarà difficile scorgere come le sue pagine sono state riempite con nella mente un pensiero che non ricordo più in quale di esse egli ha espresso: ogni tempo ha i suoi nuovi problemi, e nuovi problemi ha il nostro tempo, ma le risposte agli interrogativi dei nuovi tempi sono sempre le vecchie risposte.

Un discepolo e ammiratore di Chesterton scriveva, nella prima delle Lettere di Berlicche, al giovane diavolo che era alle sue prime armi nel tentativo di dannare un'anima: « Il tuo giovanotto è stato abituato, fin da ragazzo, ad avere nella testa una dozzina di filosofie irriconciliabili tra loro, che danzano insieme allegramente. Non considera le dottrine come, in primo luogo, 'vere' o 'false', ma come accademiche o 'pratiche', 'superate' o 'contemporanee', 'convenzionali' o 'audaci'. Il gergo corrente, con la discussione, è il tuo alleato migliore per tenerlo lontano dalla Chiesa. Non perder tempo nel tentare di fargli pensare che il materialismo è vero! Mettigli in mente che è forte, o robusto, o coraggioso, che è filosofia del futuro. E' di questo che si preoccupa.Il male della discussione è che essa convoglia tutta la lotta sul terreno del Nemico (Dio)».

Tutta la vita di Chesterton non è stata che una interminabile discussione, con qualche pausa di puro umorismo, in versi o in prosa. E nella discussione egli seguì sempre la regola che qualche anno fa soltanto gli uomini sembrarono aver scoperto come una novità, mentre non è poi tanto nuova, anche se non l'hanno sempre praticata. Molte volte, infatti, essi si sono comportati secondo quanto cantò Pascarella nel suo sonetto «Li princípi». Dice che gli avevano sempre insegnato che bisogna fare distinzione fra l'uomo e le idee, e che egli infatti, Pascarella, si era costantemente attenuto a questa regola, e aveva sempre rispettato le idee, e, naturalmente, cazzottato l'uomo!

Per Chesterton le opinioni non sono senz'altro da rispettarsi: il primo rispetto che si deve loro dare è quello di prenderle in considerazione, di studiarle, e di accettarle se sono vere; ma di ucciderle se non lo sono. Nel campo morale è la stessa cosa. Carità significa «perdonare azioni imperdonabili e amare persone non amabili». Il Cristianesimo «venne in modo sorprendente con una spada, e divise una cosa dall'altra: divise il delitto dal delinquente. Si deve perdonare al delinquente settanta volte sette. Al delitto non si deve perdonare mai».

Ecco due esempi del modo con il quale egli trattava con i suoi oppositori, con coloro con i quali era in divergenza totale. Qui, nell' Autobiografia, si troverà il ritratto di Bernard Shaw, dove Chesterton, dopo aver detto di aver disputato violentemente con lui per venti anni, «intorno alle cose piú sacre e piú delicate», raggiunge il punto culminante con queste parole: «Bernard Shaw appare sotto il suo aspetto migliore quando si presenta come antagonista. Potrei dire che si presenta sotto il suo aspetto migliore quando ha torto. Potrei anche aggiungere che generalmente ha torto. O piuttosto in lui tutto è sbagliato, tranne lui stesso ». E' difficile dire meglio a una persona che il suo cuore è migliore delle sue idee; che la sua anima, pur costretta nell'errore, è capace e degna di cose piú grandi: dell'infinita grandezza della verità.

Un'altra testimonianza dell'umanità e della giustezza di Chesterton come perfetto polemista, viene da G.H. Wells, un uomo tanto lontano da lui nelle idee quanto si poteva essere, e che pure, dopo aver letto la recensione di un suo volume, gli mandò questo biglietto, nel dicembre del 1933:

«Caro vecchio G.K.C., uno stralcio della Illustrated London News mi ha raggiunto con un augurio di Natale. Se, dopo tutto, la mia Ateologia dovesse dimostrarsi errata e la vostra Teologia giusta, penso di poter sempre ottenere un passaggio in Cielo (qualora lo desiderassi) come amico di G.K.C. Siate benedetto».

Ecco come in questa nostra età che è cominciata con l'arricciare il naso contro la polemica (praticamente con il polemizzare contro la polemica), e con l'affermare che non si deve più condannare, e che continua placidamente a non condannare condannando tutti e tutto, la rilettura di Chesterton non sarà tempo sprecato.

I contestatori in buona fede potrebbero imparare da lui la distinzione fra contestazione, polemica, e discussione; potrebbero trovare da meditare, per ben discernere i «segni dei tempi», ad esempio, su alcune frasi come quelle che si trovano in un suo saggio su «Lo spirito dell'età nella Letteratura», dove egli incomincia con il far osservare che « lo spirito dell'età non è uno spirito perché, per definizione, non è immortale »; e conclude con il dire che « in quanto lo spirito dell'età è soltanto spirito dell'età e non lo spirito delle età, è uno spirito che evapora velocissimamente, e forse in modo più veloce là dove sembrava particolarmente pungente e forte».

«Ai nostri giorni», continua, «Byron e Swinburne ci sono proprio andati alla testa; ma, a voler giudicare dalla critica corrente, essi han lasciato molti con poco più di un dolore di testa».

Nell'Autobiografa non si troverà, naturalmente, il seguente episodio accaduto nei giorni della sua morte. Il Papa mandò, per mezzo del Segretario di Stato Cardinale Pacelli, un telegramma di condoglianza al capo della Gerarchia in Inghilterra.

Pio XI prega e piange la morte di colui che chiama « devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica». Era la seconda volta che un Papa dava il titolo di "Difensore della Fede" ad un inglese. I giornali laici non vollero pubblicare per intero il telegramma del Santo Padre, perché dava a un suddito un titolo che spetta al re d'Inghilterra.

Se Chesterton fosse stato ancora capace di gioia terrena, si sarebbe tutto commosso in un «terremoto di riso», la sua cordialità sarebbe scoppiata in una «risata simile a un tuono».

Il titolo di "Difensore della Fede" che Leone X aveva concesso ad Enrico VIII, era stato un gesto di quella moda che chiamava altri sovrani "Re Cristianissimo", "Re Cattolicissimo".

Dare lo stesso titolo a Chesterton era un riconoscimento che richiamava la canonizzazione di San Giovanni Fisher e San Tommaso Moro proclamate l'anno precedente dal medesimo Pontefice Pio XI: non era un gesto che concedeva alla moda ma riconosceva meriti di valore permanente.

ALBERTO CASTELLI