Ringrazio Angelo Bottone per la segnalazione di questo articolo del Guardian.
Annuncia l'uscita di un saggio inedito, collegato alla partecipazione di Chesterton al Detection Club, sullo Strand Magazine (cliccando qui a fianco trovate il numero della rivista) che lo pubblicizza così: "Rediscovered: A Lost Masterpiece". E il titolo del capolavoro è “The Historical Detective Story,” che sarebbe stato ritrovato di recente all'Università di Notre Dame negli Stati Uniti nelle Rare Books and Special Collections della Hesburgh Library.
Il Guardian sostiene che il saggio in realtà non sarebbe mai stato perduto e cita il nostro amico Dale Ahlquist che afferma: “La cosa divertente di questo saggio è che molte persone lo conoscono da molto tempo. È solo che probabilmente hanno visto il manoscritto nelle collezioni speciali dell'Università di Notre Dame e hanno dato per scontato che fosse noto... Parte del problema era che aveva scritto così tanti saggi, e ci sono voluti anni per catalogarli tutti... Pensiamo di averli trovati forse tutti, almeno il 99,9 per cento di tutti, e ora sono 8.000".
Naturalmente Dale firma la presentazione del saggio certamente inedito ma non così ignoto.
Qui sotto il collegamento all'articolo del Guardian:
https://www.theguardian.com/books/2024/sep/20/gk-chesterton-essay
Il lettori del blog sanno che Chesterton fu tra i fondatori e primo presidente del Detection Club, come vi abbiamo più volte raccontato (qui sotto due accenni all'argomento che può essere approfondito con ulteriori post):
https://uomovivo.blogspot.com/2012/11/liniziazione-dei-membri-del-detection.html
https://uomovivo.blogspot.com/2012/11/segnalato-da-maria-grazia-gotti-i.html
Lo straordinario club (annoverava firme come Agatha Christie, A. A. Milne ossia l'autore di Winnie the Pooh, Dorothy L. Sayers a cui abbiamo recentemente prestato attenzione, mons. Ronald Knox...) si riuniva a Soho, in una sala privata de L’Escargot.
Il club aveva progettato una rivista annuale. Chesterton terminò la sua presentazione, ma il progetto non proseguì. Così una copia del saggio di Chesterton finì alla Notre Dame University nell'Indiana e un'altra rimase nella British Library a Londra. Il Guardian dice che alla fine sono arrivati Dale Ahlquist e Andrew Gulli (il direttore di The Strand), «pronti a “fare due più due”».
L'articolo continua descrivendo Chesterton e il suo rinato successo, riporta qualche polemica ma rileva l'esistenza del rinnovato interesse, della Society americana e del network di scuole americane ispirate a lui (se sapessero della scuola Italiana... ;-)).
Personalmente sono contento non solo per la "riscoperta" ma anche per il fatto che sia riemerso un saggio sul giallo che è tutt'altro che trascurabile nel pensiero di Chesterton. Non dobbiamo dimenticare che Chesterton era convinto che "il romanzo avventuroso della polizia rappresenta così l'intera avventura umana, ed è basato sul fatto che la moralità è la più oscura e ardita delle cospirazioni" e che "Mentre una tendenza costante del vecchio Adamo è quella di rivoltarsi contro quella cosa così universale e automatica che è la civiltà, di predicare deviazione e ribellione, il romanzo dell'attività di polizia mette in un certo senso sotto gli occhi il fatto che la civiltà stessa è la più sensazionale delle deviazioni e la più romanzesca delle ribellioni". Per Chesterton il valore fondamentale del giallo risiede nell'essere la prima e unica forma di letteratura popolare "in cui si esprime in qualche modo la poesia della vita moderna", dunque è tutto tranne che un argomento trascurabile nel suo pensiero. Qui in questo post poi possiamo renderci conto di quanto queste idee apparentemente solo letterarie investano in realtà tutta la vita per come la immagina e desidera Chesterton.
Una bella riscoperta, questo vecchio nuovo saggio, di cui presto godremo.
Marco Sermarini
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