lunedì 17 gennaio 2022

Un aforisma al giorno.

Gregory riprese, con brillante vena oratoria: - L'artista e l'anarchico? Ma non c'è nessuna differenza. I due termini si possono scambiare in tutto e per tutto! Chi lancia una bomba è un artista, perché preferisce un grande momento a un'intera vita mediocre: sa che un solo lampo di luce balenante, un solo tuono perfetto, valgono più dei goffi corpi di alcuni banali poliziotti .

L'artista disprezza tutti i governi, abolisce tutte le convenzioni! Il poeta si inebria soltanto del disordine! Se così non fosse, la cosa più poetica al mondo sarebbe la ferrovia sotterranea

- Lo è, - dichiarò il signor Syme.

- Che sciocchezza! - gridò Gregory, che era molto ragionevole, quando qualcun altro ricorreva ai paradossi. -Perché gli impiegati e i manovali nella sotterranea sono sempre così tristi e stanchi, così tremendamente tristi e stanchi? Glielo dirò io! Perché sanno che il treno va dove deve andare. Perché sanno che, per qualunque posto abbiano preso il biglietto, lì giungeranno. Perché, dopo aver oltrepassato Sloane Square, sanno che la prossima sarà la stazione Victoria, e nient'altro che la stazione Victoria. Oh, quale giubilo sarebbe il loro! oh, come brillerebbero i loro occhi, come si beerebbe l'anima loro del paradiso ritrovato, se la stazione seguente fosse inaspettatamente quella di Baker Street! - E' lei che è antipoetico, - ribatté il poeta Syme. - Se quello che dice degli impiegati è vero, vuol dire che sono prosaici come la sua poesia. Toccare il segno: ecco la cosa straordinaria, miracolosa! Quella normale, comune, è di mancarlo. Ai nostri occhi, epico è l'atto dell'uomo che con una sola freccia temeraria raggiunge un uccello lontano: non è epico anche quello dell'uomo che con una macchina temeraria raggiunge una stazione lontana? Il caos è stupido e noioso, perché nel caos sì che i treni potrebbero andare chissà dove, a Baker Street come a Bagdad. Ma l'uomo è un mago, e la sua magia consiste in questo, che egli dice: "Stazione Victoria", ed ecco qua! è precisamente la stazione Victoria. No, no: si tenga stretti i suoi libri di prosa e poesia pura: io leggerò l'orario ferroviario con lacrime d'orgoglio. Si tenga pure il suo Byron che celebra le disfatte degli uomini: a me il Bradshaw che ne celebra le vittorie. Orsù, a me il Bradshaw! - E' di partenza? - chiese Gregory con sarcasmo.

- Le assicuro, - continuò Syme con trasporto, - che tutte le volte che un treno arriva in stazione mi pare che si sia aperto la strada fra le batterie di un assedio, e che l'uomo abbia vinto una battaglia contro il caos. Lei dice con disprezzo che quando si lascia Sloane Square si arriva alla stazione Victoria: io dico che invece potrebbero capitare centinaia di cose, e tutte le volte che ci arrivo veramente ho l'impressione di essermela sfangata per un pelo. E quando sento il controllore gridare: "Victoria!", quella non è una parola priva di significato, per me: è il grido di un araldo che annuncia una conquista; è una "vittoria" vera e propria: è la vittoria di Adamo.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo che fu Giovedì.

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