Stiamo cercando di riaprire la questione, nel nostro piccolo, sulla scorta dell'amore alla verità che abbiamo imparato da Gilbert (che non esitò a prendere pugni in faccia per difendere cause apparentemente indifendibili, come quella dei boeri del Sud Africa, degli Irlandesi, dei Polacchi e altro ancora): oggi nessuno si sogna di mettere seriamente in dubbio l'unità d'Italia, ma non è credibile che non si possa riparlare del come essa è stata ottenuta. Ripetiamo: si è riusciti a parlare delle foibe, degli eccidi nel "triangolo della morte" dell'Emilia, della Resistenza, di Katyn (non senza scomuniche dalla cultura dominante ed anche se ancor oggi argomenti come questi debbono subire un forte ostracismo...), non si può parlare se non venendo bollati come eretici di Unità d'Italia fatta contro la Chiesa.
Ogni anno un gruppo di chestertoniani si reca, attorno al 18 Settembre, nel luogo della Battaglia di Castelfidardo, a rendere onore a chi intese difendere una causa giusta condannata dalla storia, i volontari papalini provenienti da tutto il mondo. Perché non dire come andarono veramente le cose? Ne avrebbe giovamento solo la nostra Patria.
Riparliamone.
Un grazie, dunque, ad Andrea Bartelloni.
L’unità d’Italia, della quale stiamo per festeggiare i 150 anni, è stata fatta contro la Chiesa e il cattolicesimo italiano. La lettura dei documenti dell’epoca e le parole dei vari Cavour, Rattazzi, Cadorna non lasciano dubbi: la Chiesa italiana doveva essere privata di ogni fonte di sostentamento (che, peraltro, derivava da lasciti, donazioni e offerte dei suoi fedeli).
Vana, però, è risultata questa azione perché Dio sa trarre il bene anche dal male.
Questo è stato il tema affrontato dalla prof. Angela Pellicciari, storica, curatrice di una rubrica su Radio Maria e autrice di numerosi saggi sul Risorgimento; tra tutti ricordiamo Risorgimento da riscrivere (Ares ed.), I Papi e la Massoneria (Ares ed.), I panni sporchi dei Mille (Liberal ed.). L’incontro si è svolto venerdì 9 ottobre nella sala dell’Oratorio della Parrocchia di San Frediano a Settimo (Cascina-PI) di fronte ad un pubblico numeroso, attento e partecipe.
Dopo l’introduzione da parte del parroco che ha voluto e organizzato la serata, don Riccardo Nieri, la Pellicciari ha descritto, citando i documenti del parlamento sabaudo, gli atti e la volontà dei politici dell’epoca e gli effetti devastanti sul tessuto sociale dell’Italia. Effetti che si sono evidenziati con i milioni di emigranti che hanno lasciato quello che era considerato il Bel Paese, all’avanguardia nella tecnica nelle arti e nella letteratura fino all’Unità d’Italia.
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