giovedì 21 luglio 2022

Il delirio eugenetico di onnipotenza di cui soffrono le liberal-democrazie. G.K. Chesterton ci aveva avvertito con “Eugenetica e altri mali” | Daniele Barale su Strumenti Politici.

Nel 1922 Chesterton ebbe l’ardire di “anticipare” i tempi, denunciando apertamente un pericolo che, in modo subdolo, stava diffondendosi nella società europea e nord-americana. Lo fece attraverso il libro “Eugenetica ed altri mali”. Senz’altro, non pochi coevi lo avranno considerato matto, ma d’altronde, si sa, nemo propheta in patria sua. A riabilitarlo come “profetico” da ascoltare ci pensiamo noi, cui sono dati da vivere questo tempo e la Grazia di esser idiosincratici a qualsiasi (dis)cultura mortifera. Il gigante del XX secolo e di Beaconsfield ha predetto con lucidità che gli eugenetisti avrebbero realizzato un mondo efficientistico, in cui il valore dell’uomo sarebbe stato deciso dalla sua capacità di produrre benessere economico; in cui il matrimonio sarebbe stato deciso, scelto e imposto secondo criteri genetici, basati sulla “qualità della vita”, sulla felicità e realizzazione dell’essere umano fondato, appunto, sulla visione dell’uomo solo “produttivo”; una “casta di medici” avrebbe avuto l’ultima parola – tirannicamente – sull’intera umanità. Ecco, dunque, il frutto dell’alleanza tra efficientismo tecnologico ed eugenetica (frutto di malthusianismo e spencerismo), che diviene lo strumento con cui lo “Stato servile” (leggere Hilaire Belloc, amico del nostro, per capire) elimina i poveri, i malati e tutti gli altri che considera come “i non più produttivi”.

Sì, G.K.C “ci aveva già avvertiti” di ciò che negli ultimi anni (in particolare tra il 2017 e il 2019) abbiamo visto succedere a diverse persone, quali i piccoli Charlie Gard e Isaiah Haastrup, vittime a causa della “morte di Stato”.

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