L'intelligentissimo ministro della salute spagnolo, Bibiana Aìdo
SPAGNA/ L’aborto come la chirurgia plastica, il nuovo slogan dello zapaterismo
Fernando De Haro - da IlSussidiario.net
giovedì 28 maggio 2009
Una ministra del Governo spagnolo (Bibiana Aído), per giustificare il fatto che le ragazze di 16 anni possano abortire senza il consenso dei genitori, compara la morte del bambino che non nascerà con un’operazione di chirurgia estetica. Che abbia utilizzato l’espressione “rifarsi le tette” per chiarire a che tipo di operazione si riferiva è una stupidaggine. La cosa importante è la barbarie.
La ministra, giovane e senza esperienza politica, che è stata messa a capo di un ministero che non esisteva e che è stato creato per fare ideologia sull’uguglianza, sarà inquieta. Già la settimana scorsa aveva creato un problema al Governo dicendo che un feto non è un essere umano: proprio il tipo di discorso in cui l’esecutivo non voleva entrare.
Ora se ne andrà in giro chiedendosi se sia stata un’altra volta imprudente o se sia stata opportuna. Ma questa inquietudine si spazza via presto con menzogne, dando la colpa ad altro. É facile: «Può darsi che abbia esagerato, ma c’è di che provocare. Questo paese ha bisogno di sbarazzarsi dei vecchi pregiudizi della destra, della Chiesa. È necessario liberare le donne, le giovani, dalla schiavitù di una maternità non controllata».
Quel che la ministra non sa è che questo fastidio che ora sperimenta non significa nulla. Ciò che conta è la barbarie. L’importante è che forse un giorno, quando non avrà più un ministero e non sarà più ministra, quando sarà madre, o quando il sole tramonterà su alcune delle spiaggie della sua amata Cadice e la bellezza romperà la bolla dell’ideologia, allora capirà. Forse allora Bibiana capirà di essere stata complice di una inutile barbarie che si estende come un manto nero di iniquità in questo tempo oscuro.
Un tempo così oscuro come quello che descrive Cormac Mc Carthy ne La strada. Non c’è cannibalismo, né pioggia acida, né perenne cielo grigio, né tempeste di cenere come ne La strada. Ma è lo stesso, è peggiore, è la devastazione causata dal negare l’evidenza della vita senza furore, con parole semplici. La cosa più sacra viene disprezzata con parole blasfeme sul silicone.
Allora, in quel momento, Bibiana avrà bisogno, come il protagonista de La strada, di un padre per far fronte al male che non è rimasto fuori, ma che è entrato molto dentro. In realtà è ciò di cui abbiamo tutti bisogno per attraversare questa barbarie: un Padre che ci faccia padri. Non c’è altra risposta possibile.
Fernando De Haro - da IlSussidiario.net
giovedì 28 maggio 2009
Una ministra del Governo spagnolo (Bibiana Aído), per giustificare il fatto che le ragazze di 16 anni possano abortire senza il consenso dei genitori, compara la morte del bambino che non nascerà con un’operazione di chirurgia estetica. Che abbia utilizzato l’espressione “rifarsi le tette” per chiarire a che tipo di operazione si riferiva è una stupidaggine. La cosa importante è la barbarie.
La ministra, giovane e senza esperienza politica, che è stata messa a capo di un ministero che non esisteva e che è stato creato per fare ideologia sull’uguglianza, sarà inquieta. Già la settimana scorsa aveva creato un problema al Governo dicendo che un feto non è un essere umano: proprio il tipo di discorso in cui l’esecutivo non voleva entrare.
Ora se ne andrà in giro chiedendosi se sia stata un’altra volta imprudente o se sia stata opportuna. Ma questa inquietudine si spazza via presto con menzogne, dando la colpa ad altro. É facile: «Può darsi che abbia esagerato, ma c’è di che provocare. Questo paese ha bisogno di sbarazzarsi dei vecchi pregiudizi della destra, della Chiesa. È necessario liberare le donne, le giovani, dalla schiavitù di una maternità non controllata».
Quel che la ministra non sa è che questo fastidio che ora sperimenta non significa nulla. Ciò che conta è la barbarie. L’importante è che forse un giorno, quando non avrà più un ministero e non sarà più ministra, quando sarà madre, o quando il sole tramonterà su alcune delle spiaggie della sua amata Cadice e la bellezza romperà la bolla dell’ideologia, allora capirà. Forse allora Bibiana capirà di essere stata complice di una inutile barbarie che si estende come un manto nero di iniquità in questo tempo oscuro.
Un tempo così oscuro come quello che descrive Cormac Mc Carthy ne La strada. Non c’è cannibalismo, né pioggia acida, né perenne cielo grigio, né tempeste di cenere come ne La strada. Ma è lo stesso, è peggiore, è la devastazione causata dal negare l’evidenza della vita senza furore, con parole semplici. La cosa più sacra viene disprezzata con parole blasfeme sul silicone.
Allora, in quel momento, Bibiana avrà bisogno, come il protagonista de La strada, di un padre per far fronte al male che non è rimasto fuori, ma che è entrato molto dentro. In realtà è ciò di cui abbiamo tutti bisogno per attraversare questa barbarie: un Padre che ci faccia padri. Non c’è altra risposta possibile.
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