"In questo luminoso finale della sua vita e del suo percorso, Cases, affezionato lettore di Chesterton, opera una sorta di rivalutazione del Cristianesimo. Esso gli appare sempre basato su una premessa a suo avviso insostenibile, ossia sull'affermazione che il Messia è già arrivato, ma, parlando con Gnoli, egli mostra una forte comprensione per i cristiani che, a differenza degli ebrei, non hanno avuto la pazienza di aspettare (quella pazienza che egli rimprovera alla borghesia ebraica) e hanno proclamato Messia e Crocifissi. Parlando su questo tema, Cases ha scritto: "Scandalo ai pagani, follia ai giudei. Sì, con il Crocifisso posso identificarmi, accetto la follia". E in un altro momento ha detto che essere cristiani è ancora più difficile che essere marxisti".
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