lunedì 5 dicembre 2022

Una riflessione di don Claudio Stercal a partire da un famoso aforisma di Chesterton.

Riceviamo dall'amico Manuel Viganò e volentieri condividiamo con tutti voi:

Pensare con la propria testa

«È consuetudine lamentarsi del trambusto e del dinamismo della nostra epoca», scriveva, già nel 1908, Gilbert Keith Chesterton (Londra 1874 - Beaconsfield 1936) in uno dei suoi volumi più famosi: Ortodossia.

Con la sua inconfondibile arguzia voleva, però, non solo condividere quel lamento, ma invitare a individuarne la causa non nell’eccesso di attività ma, paradossalmente, nella pigrizia: «In verità la caratteristica principale della nostra epoca è la profonda pigrizia e la stanchezza; ed è precisamente questa reale pigrizia la causa dell’apparente trambusto. Facciamo un esempio: le strade sono assordate dal rumore dei taxi e delle automobili, dovuto non all’attività umana, ma al riposo. Ci sarebbe meno trambusto se ci fosse più attività, semplicemente se la gente andasse a piedi. Il nostro mondo sarebbe più silenzioso se fosse più attivo». 

Ma l’intenzione del giornalista e scrittore inglese era di andare più in profondità, applicando la riflessione all’intero pensiero umano: «Ciò che è vero per l’evidente trambusto fisico è vero anche per l’evidente trambusto intellettuale. La maggior parte dei meccanismi del linguaggio moderno sono meccanismi congegnati per risparmiare lavoro e fanno risparmiare il lavoro mentale molto più di quanto dovrebbero. Le espressioni tecniche vengono usate come ingranaggi tecnici e come bielle per rendere più veloce e scorrevole il cammino di ciò che è già confortevole. Lunghe parole sferragliano dinanzi a noi come lunghi convogli ferroviari. Ci accorgiamo che trasportano migliaia di persone troppo stanche o troppo indolenti per camminare e per pensare con la propria testa» (G.K. Chesterton, Orthodoxy, London - New York, John Lane 1908, p. 228).

E se avesse ragione?

Buona settimana!

d. Claudio

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