Non serve a niente dire a un ateo che è un ateo, accusare chi nega l’immortalità della colpa di negarla, o illudersi di poter obbligare un avversario ad ammettere di essere in torto, dimostrandogli che ha torto in base a principi altrui, ma non ai suoi. Sul preclaro esempio di san Tommaso, rimane valido, o avrebbe sempre dovuto essere valido, il principio che dobbiamo o astenerci dal discutere con chicchessia, oppure discutere sul terreno dell’interlocutore invece che sul nostro. Si possono fare altre cose invece di discutere, secondo ciò che riteniamo essere moralmente ammissibile. Ma se discutiamo dobbiamo farlo «in base ai presupposti e alle conclusioni dei filosofi stessi».
Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino.
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