venerdì 15 luglio 2016

Chesterton in altre parole - Italo Calvino su Chesterton e Dickens

«Il titolo Il migliore dei mondi impossibili Citati l'ha tratto dallo scrittore del nostro secolo che ha più amato Dickens, G. K. Chesterton. Su Dickens, Chesterton ha scritto un libro e poi le introduzioni a molti romanzi per l'edizione della "Everyman's Library". In quella per Our Mutual Friend, egli comincia prendendosela col titolo. "Il nostro comune amico" ha un senso, in inglese come in italiano; ma "il nostro mutuo amico", "il nostro amico reciproco" cosa può voler dire? Si potrebbe obiettare a Chesterton che l'espressione compare per la prima volta nel romanzo come detta da Boffin, il cui eloquio è sempre spropositato; e che, anche se il legame del titolo col contenuto del romanzo non è tra i più evidenti, pure il tema dell'amicizia vera o falsa, vantata o nascosta, distorta o sottomessa a prove, vi circola in ogni sua parte. Ma Chesterton, dopo aver denunciato l'improprietà linguistica del titolo, dichiara che proprio per questo il titolo gli piace. Dickens non aveva fatto studi regolari e non era mai stato un fine letterato; è per questo che Chesterton lo ama, ossia, lo ama quando quando si mostra così com'è, non quando pretende d'essere qualcosa 'altro; e la predilezione di Chesterton per Our Mutual Friend va a un Dickens che torna alle origini, dopo aver fatto vari sforzi per ingentilirsi e mostrare gusti aristocratici. Sebbene Chesterton sia stato il migliore rivendicatore della grandezza letteraria di Dickens nella critica del nostro secolo, mi pare che il suo saggio su Our Mutual Friend riveli un fondo di condiscendenza paternalistica del letterato raffinato verso il romanziere popolare».

Italo Calvino, Charles Dickens, Our Mutual Friend, da Spazzatura d'oro, "Repubblica", 11 Novembre 1982

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