martedì 6 luglio 2021

Una vecchia edizione de L'Uomo Comune.

Si tratta della versione pubblicata dalle Edizioni Paoline, che negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta del secolo scorso contribuirono ampiamente a far conoscere le raccolte saggistiche di Chesterton; molte delle sue opere sono collazioni di articoli usciti su giornali e riviste, spesso messe insieme da Dorothy Collins: ne ho trovato traccia nella biblioteca della Parrocchia cattolica di Beaconsfield, ove si trova una parte della biblioteca dei Chesterton (è corretto dire così perché vi si trovano libri di Gilbert e anche di Frances, distinguibili da ex libris, firme, e nel caso di Gilbert di disegni anche sopra il testo, soprattutto in quelli appartenutigli in gioventù...). Infatti vi si trovano molte prime edizioni della sua opera con dediche a Dorothy "che è stata capace di tirare fuori questi articoli dal disordine", o cose del genere... Gilbert tirava fuori tanta ironia, in queste dediche, e l'ironia era rivolta sempre a se stesso. Un'ulteriore testimonianza della sua umiltà e del suo totale disinteresse verso la propria persona.

Questo volume ha un tratto distintivo in più perché si tratta di un'opera postuma, ossia è stata collazionata dopo la morte di Chesterton ed uscì in Inghilterra per opera della Collins nel 1950. Ebbe un discreto successo anche in Italia, grazie appunto alle Paoline, che lo pubblicarono nel 1955 con la traduzione di Frida Ballini, autrice di altre versioni italiane dell'opera del Nostro Eroe. Un giorno cercherò di soffermarmi anche su di lei.

In questa voce di Wikipedia trovate qualche notizia in più sull'opera; la voce ad oggi è corretta (questa so che è stata fatta in grazia di Dio, poi sapete come funziona Wikipedia...).

Marco Sermarini

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