venerdì 30 novembre 2012

Il 28 Novembre è stata la memoria di San Giacomo della Marca e i veri distributisti dovrebbero saperlo e celebrarlo

http://www.sangiacomodellamarca.net/SAN_GIACOMO_DELLA_MARCA.htm


San Giacomo della Marca è un personaggio forse oggi meno noto di un tempo, ma a noi distributisti e chestertoniani deve essere particolarmente caro.

Nacque verso la fine del secolo XIV a Monteprandone (AP), dove oggi si trova il suo corpo incorrotto, e lo ricordiamo - oltre che per la sua santità, la sua cultura e la sua infaticabile opera (qui sopra trovate un collegamento col sito del suo santuario con la narrazione della sua vita) - anche per essere l'ideatore e il fondatore dei Monti di Pietà.

Per combattere l'usura, San Giacomo della Marca inventò questi monti (cui seguirono poi i Monti Frumentari), dove i poveri potevano dare in pegno le proprie cose o ricevere semplicemente in prestito la semente non più all'esoso tasso preteso dagli usurai ma ad un interesse minimo.
Un altro Santo, Bernardino da Feltre, divenne poi tra i più efficaci diffusori dei Monti  ideati dal nostro San Giacomo della Marca, assieme ad un altro marchigiano, il beato Marco da Monte Gallo.


Cos'erano i Monti di Pietà?

Forse una di quelle istituzioni che oggi farebbero la differenza, forse una di quelle idee che potrebbero cambiare lo stato delle cose odierne senza ricorrere a chissà quali alchimie, tanto care agli "economisti", e che per secoli è stata l'ossatura dell'economia dei nostri paesi e delle nostre città (perché l'Italia è l'Italia dei campanili, delle piccole patrie, quelle tanto amate da Chesterton e da Belloc).

Noi cattolici siamo padri di istituzioni nobilissime e utilissime come queste, che aiutavano il popolo a mantenere in piedi un sistema che, pur con le sue imperfezioni e difficoltà, è andato avanti almeno fino alla cosiddetta Unità d'Italia, retto dalle Confraternite, esempio spettacolare di unità tra fede e vita quotidiana, fede ed economia.

Va fatta una riflessione in proposito (e noi la stiamo facendo) senza cadere nel fatalismo e nel qualunquismo secondo cui "tanto oggi c'è il sistema bancario". Forse proprio l'attuale sistema bancario è uno dei problemi maggiori della nostra economia (non so se ci è sufficiente la crisi che sta investendo il mondo dal 2008 o se abbiamo bisogno di qualche altro tsunami simile per capire che è così...). Si osservi che il Regno d'Italia si affrettò, nei primi cinque o dieci anni della sua esistenza, ad emettere alcuni provvedimenti per eliminare definitivamente le ultime tracce di queste valorose istituzioni. Questo non è un caso ed è significativo. Le Casse Rurali, moltissime delle quali fondate dai cattolici, erano la risposta all'abolizione di questo antico ma vivissimo sistema. Occorre ricordare come centinaia anzi migliaia di preti e laici cattolici sono tra i fondatori di istituzioni come le vecchie casse rurali (oggi riassorbite anch'esse nel "sistema bancario", per quanto molte siano ancora portatrici di queste antiche istanze).

I primi Monti furono creati in Umbria e nelle Marche (Perugia ed Ascoli Piceno si contendono il primato), dove più forte era la presenza dei Francescani Minori Osservanti e la necessità del credito, e più fiacca la risposta dei cristiani a tale necessità e quindi più visibile l'opera degli ebrei (non suoni offensivo per nessuno: è la verità storica, ed è giustificata dal fatto che tutto nasceva dal divieto dell'usura cioè del prestito ad interesse, sancito - e mai abolito! - dal Vangelo di San Luca, e ribadito da ultimo da Papa Leone XIII. I cristiani sono tenuti all'obbedienza del Vangelo, gli altri no) ma anche di chi non sentiva di dover obbedire a certi principi. I Francescani Minori Osservanti  pensarono a questa istituzione avente fini di aiuto reciproco e senza scopo di lucro. Alcuni Monti chiesero fin dalle origini una forma di rimborso delle spese ma incontrarono difficoltà giacché fra i loro sostenitori erano molti quelli che avevano paura che tale anche moderata richiesta fosse di carattere usurario. Ad esempio i Monti Frumentari prestavano la semente a raso (cioè tramite il riempimento di un recipiente fino al suo apice superiore) e chiedevano la restituzione a colmo (ossia il recipiente veniva non solo riempito ma colmato, creando quel poco di semente in più che costituiva il giusto sostegno e la sicurezza per il Monte).
I Monti non prestavano a chiunque e non anticipavano qualsiasi somma: accettavano come clienti solo i residenti o chi abitava in alcune località delle vicinanze indicate negli Statuti (difatti il loro essere legati alle Confraternite di religione era dovuto proprio a questo) e ad essi consegnavano solo somme di piccola entità che gli avventori giuravano di ricevere per le proprie primarie necessità. Il capitale iniziale (il Monte, per l'appunto) era raccolto dopo prediche o quaresimali come quelle di una volta, che servivano sia come invito alla conversione che alla creazione di questi luoghi di aiuto reciproco, con belle processioni al termine di cui tutti davano di tasca propria, poveri e ricchi, per costruire questa iniziativa.


Noi stiamo lavorando e riflettendo in questa direzione. Testimonianza ne è lo scorso Chesterton Day (vedete sempre in questo blog ed in quello di Stratford Caldecott). Il distributismo oggi andrebbe costruito con questo spirito.

Le immagini: in alto, un ritratto di San Giacomo secondo il suo contemporaneo Carlo Crivelli; sotto, il corpo incorrotto di San Giacomo durante uno degli esami a cui è stato sottoposto nell'ultima recente ricognizione.

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