Di certo c'è che ieri sera lo spettacolo messo su da Otello Cenci partendo da La Ballata del Cavallo Bianco è stato bellissimo: bravo Massimo Popolizio, brava Eleanor Shanley, bravo il chitarrista, brave le comparse, belle le luci, bella la messa in scena, belle le immagini che scorrevano.
Ma più bella ancora è stata la visione cattolica della vita, della morte, dell'amore, della fede e della speranza che scorreva come un fiume impetuoso giù a precipizio dal cuore e dalla testa del nostro caro amico Gilbert, per il mistero tutto cattolico che consente di essere anche oggi una cosa sola noi e lui, noi e Re Alfred, noi e il Papa, noi e i santi, noi e i martiri...
Sguardo profetico quello di Gilbert, ma soprattutto sguardo cattolico (anche se quando scrisse La Ballata dovevano passare altri undici anni perché Gilbert passasse il Tevere...).
Andate a rileggerla, è la cosa migliore da fare, questo evento ci ha fatto venire la voglia di tenere questo libretto a fianco a noi come un libro di preghiere ed un libro di dottrina.
Nessun commento:
Posta un commento