RUSSIA
di Nina Achmatova
Mosca (AsiaNews) – Il Caucaso settentrionale continua a bruciare e stavolta nel mirino delle violenze ci sono obiettivi religiosi. Incendi a chiese cristiane e aggressioni a esponenti musulmani sono avvenute tra l'1 e il 2 novembre in diverse parti della regione.
I leader cristiani locali hanno tentato subito di non fomentare tensioni evitando di puntare il dito contro l’estremismo religioso, ma gli occhi di inquirenti e opinione pubblica sono tutti puntati in questa direzione.
All’alba del 1 novembre, tre incendi si sono verificati in altrettante chiese nella Repubblica autonoma di Karachayevo-Cherkessia. Stando alle prime ricostruzioni, gli attentatori hanno messo a fuoco prima una chiesa ortodossa a Orjonikidzevsky, andata quasi distrutta, poi hanno proseguito con un’altra chiesa ortodossa e una battista. In tutti i casi, fondamentale è stato il pronto intervento dei responsabili dei luoghi di culto e dei parrocchiani che, dopo aver chiamato i vigili del fuoco, hanno iniziato da soli a spegnere le fiamme.
Secondo il portavoce del ministero dell’Interno della Karachayevo-Cherkessia, Kazim Baybanov, gli incendi - che non hanno registrato feriti - sono stati provocati da materiale infiammabile lanciato nelle chiese rompendo le finestre.
I leader cristiani sono subito intervenuti per frenare possibili tensioni con la comunità musulmana. La pista dell’estremismo religioso, che infesta il Caucaso russo, è stata la prima battuta da stampa e inquirenti. Stando alle dichiarazioni dell’arcivescovo di Stavropol e Vladikavkaz, Feofan, non ci sono presupposti per parlare di odio religioso nella regione: “Si tratta di una provocazione ben organizzata, ma non possiamo parlare di inimicizia interreligiosa, soprattutto tra fedeli ortodossi e musulmani”. “Non possiamo incolpare i musulmani, non si possono giudicare le persone da singoli incidenti. Anche poliziotti e mufti vengono uccisi e gli attentati hanno la stessa matrice: l’intenzione è destabilizzare l’armonia interreligiosa, ma non ci riusciranno”, ha aggiunto il vescovo ortodosso.
E a riprova delle parole delle sue parole, arriva la notizia dell’assassinio dell’imam di una moschea a Khasavyurt, nella Repubblica del Daghestan. Sull’uccisione, avvenuta in seguito a un colpo di pistola sparato alla testa, stanno investigando le autorità.
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