sono un uomo spaventato dalla velocità delle navi, dei cavalli e di ogni azione che abbia relazione con essa. Non ho mai scritto una lettera come questa che sto scrivendo ora, per quanto avessi desiderato scriverne sei o sette da quando sono diventato adulto. Sulla questione che discutemmo ad Oxford devo dire qualcosa che è più facile esprimere sulla carta che non a voce, o piuttosto è più apprezzabile. Ogni processo intellettuale è dubbio, inconcludente, salvo la pura deduzione che è un gioco se le prime certezze sono ipotetiche e immensamente valido se la prima certezza è solida, e così rimane interamente dipendente da ciò.
Ora se noi differissimo su tutti i punti principali non avrei scritto così, ma ve ne sono uno o due sui quali siamo d'accordo. Uno è «Vere passus, immolatus in cruce pro homine». L'altro è la venerazione alla nostra cara Signora, la benedetta Madre di Dio.
Ti raccomando questo, di chiederle per te la comprensione di ciò che veramente è la patria perenne dell'anima. Vedrai se è qui o là. Ella non ci delude mai. Ella non mi ha mai deluso nelle mie richieste.
Non ho mai scritto così, ripeto, e ti prego di non vedervi nulla eccetto quello che dico. Non vi è nessuna connessione che la ragione possa cogliere, ma è così. Se dici «desidero questo», come nel caso tuo conoscere una via piuttosto che un'altra, Ella te lo concederà, come ti darà la salute o il denaro necessario o il successo in un amore puro. Ella è la nostra Madre benedetta.
Non c'è molta logica in questa lettera. Sono tentato di distruggerla, ma te la manderò. Non rispondermi.
Il tuo fedele H. Belloc.
dal Reform Club di Manchester il giorno 11 dicembre 1907 (cit. in J.A. O' Brien, Conversioni che hanno cambiato il mondo)
Grazie, padre Roberto Brunelli!
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