I Giuristi per la Vita esprimono piena
solidarietà e vicinanza filiale a don Stefano Piccinelli, Cappellano dell’Ospedale di Cona (FE), che grazie al coraggio della
testimonianza non è arretrato dinnanzi alle arroganti minacce di chi ha inteso impedirgli l’esercizio del suo sacrosanto e fondamentale diritto alla libertà
di opinione e di credo religioso, esercizio sancito e tutelato dagli articoli 19 e 21 della
nostra Costituzione.
Ancora una volta si è rivelato il volto intollerante dei sedicenti tolleranti, e l’intento discriminatorio dei sedicenti discriminati.
Ancora una volta si è rivelato il volto intollerante dei sedicenti tolleranti, e l’intento discriminatorio dei sedicenti discriminati.
I Giuristi per la Vita considerano
inqualificabile il giudizio dato dal Presidente nazionale dell’Arcigay, Flavio Romani, al gesto di don Stefano, testualmente definito
come «un atto scorretto e inqualificabile per difendere il diritto all’offesa», ed
esprimono viva preoccupazione per quando riferito dallo stesso Presidente dell’Arcigay nella
lettera inviata alla Direzione dell’Ospedale, parlando a proposito di «discriminazione
in un luogo pubblico», e invocando non meglio precisati «provvedimenti».
Se questi sono i segnali premonitori
dell’offensiva omosessualista che ci attende, i Giuristi per la Vita sono ancora più convinti della necessità di combattere la
campagna contro la proposta di legge per contrastare l’omofobia e la transfobia, e del
dovere morale di difendere il diritto alla libertà di pensiero.
Concedere a questa nascente forma di intolleranza
la forza della legge e il braccio armato della magistratura militante sarebbe esiziale per quella quota residua
che ancora resta di democrazia nel nostro Paese.
Chapeau a don Stefano Piccinelli!
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato
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