venerdì 1 luglio 2011

Maria Grazia Gotti ci ringrazia - Echi del IX Chesterton Day

Carissimo Uomovivo,

trovo finalmente il tempo di scriverti due righe per ringraziare te e tutti gli altri organizzatori per la bella serata trascorsa insieme sabato scorso al Chesterton Day.
Con mio marito e i nostri amici dal Salento (a proposito, il “gruppo di Bologna“ non è proprio un gruppo, o meglio, non è proprio “di Bologna”) ci siamo divertiti veramente tanto ad ascoltare un marchigiano imitare con perizia un veronese, il quale dal canto suo ci ha deliziato leggendo e cantando in perfetto napoletano le poesie e le canzoni di E. A. Mario, autore, tra (molte) altre cose, anche della Canzone del Piave. E a scoprire una fantastica nuova parola EUTRAPELIA, che potrebbe diventare il tormentone dell’estate (anche a rischio di farci diventare un po’ snob). E, tra le risa, ad imparare tante cose interssanti su Chesterton, ma anche su Guareschi e su E. A. Mario, personaggio da approfondire.

Fantastica la tua imitazione di… una bicicletta, bravi i disturbatori ufficiali e ancora meglio la tua piccola “disturbatrice ufficiosa”. A proposito: ma ti sei accorto che il giocattolo che teneva in mano è l’unico oggetto che l’Uomovivo portava sempre con sé, per puntarla contro i pessimisti?!? Sarà pure un caso…

Ancora grazie per la bella serata e per la cordiale accoglienza. Spero ci siano presto altre piacevoli occasioni di incontro
Saluti a tutti
MGrazia

P.S.: essendo giunta al termine della lettura del Napoleone di Notting Hill, non posso esimermi dal precisare che… anche se tale mi sono qualificata, nemmeno io sono di Bologna, bensì di Pieve di Cento. Niente a che vedere con Cento, la città del carnevale (come se dalle altre parti non lo facessero!), dalla quale siamo separati dal fiume Reno e che si trova in provincia di Ferrara. Pieve è un piccolo Paese di circa 7000 abitanti in provincia di Bologna, più o meno al centro fra Bologna, Modena e Ferrara. Per informazione dei Veronesi (e di Alessandro Gnocchi), fra le frazioni di Cento ce n’è una che porta il nome “Bevilacqua” come il palazzo che si trova a Verona (che non piacerebbe a Chesterton!). A Pieve invece da sempre piace il vino, come testimonia la canzone popolare più nota (tratta da un fantastico poemetto eroicomico dialettale) la rumanela, interamente dedicata al vino, che fra le altre cose dice:

An srèv un galantòm s’en fòss Pivèn, An srè d’la Piv se n’um piasèss al vèn, Mò al vèn l’um piès dimòndi anch s’l’è n’è pùr, E un galantòm cme mè l’en ghè sicùr.
Trad: non sarei un galantuomo se non fossi un pievese, e non sarei di Pieve se non mi piacesse il vino, ma il vino mi piace molto, anche annacquato, e un altro galantuomo come me non c’è di sicuro.

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