lunedì 7 dicembre 2009

Il Papa all'Angelus parla della storicità dei Vangeli e dei fatti ivi contenuti, e i giornali intelligenti parlano del clima...

... tirando fuori la storia assurda e inesistente della sovrappopolazione del mondo (vedi editoriale sul famoso giornalone del famoso editorialistone) mettendola in bocca ad altri (tirando così il sasso e nascondendo la mano) ma usandola strumentalmente per dimenticare e far dimenticare quello che dice il Papa, che ha detto più e più volte a chiare lettere che il problema non è la sovrappopolazione del mondo ma lo spreco, l'ingiustizia e molto altro ancora.

E' sempre più vero l'aforisma del nostro Gilbert che sosteneva:

"Se si deve usare ancora la parola 'gesuita' come sinonimo di 'bugiardo', preferirei che la medesima trasposizione si applicasse alla parola 'giornalista' poiché si tratta di una verità molto più frequente".

G. K. Chesterton, The Thing

Comunque il Vangelo è storia, anche se i primi a sostenere il contrario sono teologi e cosiddetti esperti di Sacra Scrittura che prendono lo stipendio da Università Pontificie, Seminari cattolici, Istituti teologici e Istituti di Scienze Religiose, probandati, noviziati e così via.

Certo, non tutti. Forse c'è uno scisma silenzioso in atto e alligna proprio dove si ritiene che il Papa e la santa dottrina cattolica debbano essere rispettati.

Cari fratelli e sorelle!

In questa seconda domenica di Avvento, la liturgia propone il brano evangelico in cui san Luca, per così dire, prepara la scena su cui Gesù sta per apparire e iniziare la sua missione pubblica (cfr Lc 3,1-6). L’Evangelista punta il riflettore su Giovanni Battista, che del Messia fu il precursore, e traccia con grande precisione le coordinate spazio-temporali della sua predicazione. Scrive Luca: "Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto" (Lc 3,1-2). Due cose attirano la nostra attenzione. La prima è l’abbondanza di riferimenti a tutte le autorità politiche e religiose della Palestina nel 27/28 d.C. Evidentemente l’Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto. Il secondo elemento degno di nota è che, dopo questa ampia introduzione storica, il soggetto diventa "la parola di Dio", presentata come una forza che scende dall’alto e si posa su Giovanni il Battista.

Domani ricorrerà la memoria liturgica di sant’Ambrogio, grande Vescovo di Milano. Attingo da lui un commento a questo testo evangelico: "Il Figlio di Dio – egli scrive -, prima di radunare la Chiesa, agisce anzitutto nel suo umile servo. Perciò dice bene san Luca che la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto, perché la Chiesa non ha preso inizio dagli uomini, ma dalla Parola" (Espos. del Vangelo di Luca 2, 67). Ecco dunque il significato: la Parola di Dio è il soggetto che muove la storia, ispira i profeti, prepara la via del Messia, convoca la Chiesa. Gesù stesso è la Parola divina che si è fatta carne nel grembo verginale di Maria: in Lui Dio si è rivelato pienamente, ci ha detto e dato tutto, aprendoci i tesori della sua verità e della sua misericordia. Prosegue ancora sant’Ambrogio nel suo commento: "Discese dunque la Parola, affinché la terra, che prima era un deserto, producesse i suoi frutti per noi" (ibid.).

Cari amici, il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio è la Vergine Maria. Lei è la primizia della Chiesa, giardino di Dio sulla terra. Ma, mentre Maria è l’Immacolata – così la celebreremo dopodomani –, la Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, perché il peccato insidia tutti i suoi membri. Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità. Preghiamo dunque la Madre del Signore affinché ci aiuti, in questo tempo di Avvento, a "raddrizzare" le nostre vie, lasciandoci guidare dalla parola di Dio.

DOPO L’ANGELUS
Domani si aprirà, a Copenhagen, la Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, con cui la comunità internazionale intende contrastare il fenomeno del riscaldamento globale. Auspico che i lavori aiuteranno ad individuare azioni rispettose della creazione e promotrici di uno sviluppo solidale, fondato sulla dignità della persona umana ed orientato al bene comune. La salvaguardia del creato postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future. In questa prospettiva, per garantire pieno successo alla Conferenza, invito tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi poste da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana.

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