venerdì 25 aprile 2008

In questa strana giornata...

Oggi è il 25 aprile 2008. Di certo è la festa di San Marco Evangelista.
Poi una volta era la festa della liberazione ma oggi sembra che nessuno ne voglia sapere più niente. Comprensibile. Una retorica figlia di un'appropriazione indebita che ha reso alla fine tutto finto non poteva che avere questo esito.
L'altro giorno l'inserto domenicale de Il Sole 24 Ore faceva una riflessione sul fatto che in Italia non esistono feste condivise, per così dire. Vero. Sarebbe interessante ricostruire come sono andate veramente le cose negli snodi fondamentali della nostra storia. Dall'Unità d'Italia (compresa) in giù. Ma chi ha interesse a fare queste cose?
Stamattina vale la pena di segnalare un passo di un grande di cui ricorre il centenario della nascita, il Chesterton della Bassa, anzi d'Italia, Giovannino Guareschi, che fu prigioniero in Germania e che da lì scrisse alcune pagine tra le più vere, poetiche e magnifiche in circolazione. Eccolo che segue:

"Signora Germania, tu mi hai messo fra i reticolati, e mi fai la guardia perché io non esca. È inutile signora Germania: io non esci, ma entra chi vuole. Entrano i miei affetti, entrano i miei ricordi. E questo è niente ancora, signora Germania: perché entra anche il buon Dio e mi insegna tutte le cose proibite dai tuoi regolamenti (...). Signora Germania, tu ti inquieti con me, ma è inutile. Perché il giorno in cui, presa dall'ira, farai baccano con qualcuna delle tue mille macchine e mi distenderai sulla terra, vedrai che dal mio corpo immobile si alzerà un altro me stesso, più bello del primo. E non potri mettergli un piastrino al collo perché volerà via oltre il reticolato, e chi s'è visto s'è visto. L'uomo è fatto così, signora Germania: fuori è una faccenda molto facile da comandare, ma dentro ce n'è un altro e lo comanda solo il Padreterno. E questa è la fregatura per te, signora Germania".

Di certo meglio (con rispetto parlando) della disperazione espressa dalla buon'anima di Primo Levi e della retorica di tanti compagni, o di chi si ostina a dire ancora che aveva ragione.

Evviva Giovannino Guareschi, evviva l'Italia!



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