martedì 31 dicembre 2024

Chesterton, il profeta della «stranezza» e dello stupore - Andrea Monda sull'Osservatore Romano.

Il 28 dicembre scorso Papa Francesco nel Pensiero del giorno trasmesso in onda dalla BBC ha parlato di gentilezza, umiltà e gratitudine e quindi ha citato G.K. Chesterton — non era la prima volta — questo grande scrittore britannico, ha detto, molto stimato dal poeta argentino Borges, il quale nel finale della sua Autobiografia ci ricorda saggiamente di prendere i fatti della vita con gratitudine e non con scontatezza.

In due parole il Papa ha colto l’essenza dell’opera del poeta inglese, il grande nemico appunto della scontatezza. Una parola inusuale ma che dice e mette in guardia da quello che forse è il pericolo peggiore per l’uomo di ogni tempo e latitudine, quell’atteggiamento di sentirsi “in credito” nei confronti della vita e impedisce così di aprirsi allo stupore e, infine, alla gratitudine. Proprio nel finale della sua Autobiografia, che uscì postuma nel 1936 dopo la morte dell’autore, Chesterton conclude affermando che «L’esistenza è ancora una cosa molto strana e stupefacente per me e le do il benvenuto come se fosse uno straniero (…). Sento di essere stato approvato nel mio desiderio di capire il miracolo di essere vivi (...). Ho detto che questa religione un po’ grossolana e primitiva della gratitudine non mi ha preservato dall’ingratitudine, dal peggiore dei peccati». Un’affermazione che chiude il cerchio visto che all’inizio del libro aveva dichiarato: «Questo fu il mio primo problema, quello di indurre gli uomini a capire la meraviglia e lo splendore dell’essere vivi».

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2024-12/quo-294/il-profeta-della-stranezza-e-dello-stupore.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1Gaso0q1qTOLXHxIvAy4FCr0Wt_1fixdEy1xvuUZxf23bf2Nbs46xxZaM_aem_4HKigqrOof1Q19XlyxgXQQ



G.K. Chesterton: 150 anni dopo è un Uomo Vivo - Paolo Gulisano su Studi Cattolici.



Il 29 maggio del 1874 nasceva a Londra Gilbert Keith Chesterton, geniale autore di saggi, biografie, romanzi e poemi. Fu uno dei grandi interpreti del genere Mystery, con il personaggio ineguagliabile del prete detective, ma fu anche giornalista di razza, protagonista assoluto della scena culturale inglese della prima metà del Novecento.

Sono passati centocinquant’anni dalla sua nascita, ma Chesterton è più attuale che mai, con la sua difesa della ragionevolezza, con quell’uso magistrale del paradosso che sempre lo caratterizzò. Un paradosso mai fine sè stesso, non un gioco intellettuale, ma un metodo per risvegliare la mente e la coscienza.

Il resto qui sotto:

https://www.edizioniares.it/studicattolici/g-k-chesterton-150-anni-dopo-e-un-uomo-vivo/

lunedì 30 dicembre 2024

Aforismi in lingua originale - Gloriously surprised.

Blessed is he that expecteth nothing, for he shall be gloriously surprised.

Gilbert Keith Chesterton, Heretics.


 

domenica 29 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Beatitudine a sorpresa.

Beato chi non si aspetta nulla, perché sarà gloriosamente sorpreso.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.



sabato 28 dicembre 2024

Chesterton e il mito - Uno studio di suor Marzia Platania.

Dal sito Cultura Cattolica vi proponiamo questo approfondimento di suor Marzia Platania (peraltro autrice di altri numerosi e interessanti saggi su Chesterton, sempre presenti sul sito citato) sull'argomento del mito in Chesterton.

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Innanzitutto la risposta mitologica, che era anche quella più propriamente popolare e quindi la più diffusa, risponde al bisogno umano che il destino, il significato totale ed esauriente, cioè il dio, possa essere realmente esperito. Questo accade attraverso i riti e le feste pagane: esse scandiscono un tempo sacro in cui il significato, il dio, è presente. Il rito e la festa stabiliscono un tempo che è sacro in quanto stabilisce un nesso con ciò che è fuori del tempo, con l'eterno, eterno che entrando in rapporto col tempo si fa esperibile dalle creature che vivono nel tempo. Così come è per il tempo, è anche per lo spazio: la divinità pagana è anche e sempre una divinità locale; ed ecco anche il perché di tante difficili identificazioni e della impossibilità di stabilire o riconoscere un ordine ed una gerarchia relativa tra gli dèi. C'è un dio dell'acqua, ma molto più facilmente, un dio di ogni particolare ruscello, o fiume o mare, un dio dei boschi che è più facilmente un dio di un particolare boschetto. Anche la fisicità del luogo è sentita dal paganesimo come parte integrante della ierofania. Si ingannano i moderni, quando immaginano gli dèi come allegorie di forze naturali astratte.
Si è detto che la mitologia pagana fosse una personificazione delle forze naturali. La frase in un certo senso è esatta, ma non è esauriente, perché implica che le forze siano astrazioni e che la personificazione sia artificiale [...] La personificazione non è qualche cosa di impersonale, è anzi la personalità che perfeziona l'acqua dandole un significato. (GKC, L'uomo eterno, pag. 111)

Il resto è nel collegamento qui sotto:

https://www.culturacattolica.it/letteratura/letteratura-storia-ed-autori/chesterton-il-pensiero/il-pensiero-di-chesterton-l-uomo-cristiano-3-il-pensiero-mitologico




venerdì 27 dicembre 2024

Solo su Pump Street!

www.pumpstreet.it

Un aforisma al giorno - La vetta più alta dell'umiltà secondo Chesterton.

La vetta più alta dell'umiltà mistica è acconsentire a essere comici. È più alta delle agonie degli asceti, che muoiono di fame in celle e montagne: la loro abnegazione si sottomette solo a diventare magri e tristi. L'abnegazione più nobile si sottomette a essere grassa e divertente.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 14 settembre 1907.




giovedì 26 dicembre 2024

I riti nascondono l’essenza del Natale? Illustrated London News, 21 dicembre 1935.

Il Natale è stato al centro di innumerevoli controversie e ha la fortuna di essere stato salvato più volte dai suoi nemici. Infatti, come molte altre belle realtà, ha sofferto di più per la freddezza dei suoi amici scettici che non per il calore dei suoi nemici fanatici. Il fanatismo dei suoi detrattori ha solo incoraggiato il fedele alla sfida e ha confermato l’importanza del rito; al contrario, trasformandolo in una routine, il Natale rischia veramente di scomparire. Il rito è l’esatto opposto della routine. Il mondo moderno è fuori strada perché è caduto sempre più nella routine.

Il resto nel collegamento qui sotto:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/a-renderci-esseri-umani-la-festa

Tratto da Illustrated London News, 21 dicembre 1935 - Traduzione di Andrea Colombo.



mercoledì 25 dicembre 2024

Riproposizioni Natalizie, allegria da trincea e ancora auguri!

Il Natale, per noi, nel Cristianesimo è diventato una cosa, in un certo senso, semplicissima. Ma, come tutte le verità della tradizione cristiana, esso è, in un altro senso, una cosa assai complessa. La sua unica nota è che esso tocca simultaneamente molte note: umiltà, gaiezza, gratitudine, paura mistica, e anche attesa drammatica. È non soltanto un'occasione per pacifisti come per i gaudenti; è non solo una conferenza pacifista indù o una festa invernale scandinava. C'è in esso anche una sfida; qualche cosa che fa suonare bruscamente le campane a mezzanotte come i cannoni di una battaglia appena vinta. Tutta questa indescrivibile atmosfera natalizia pende in aria come una fragranza non ancora svanita della esultante esplosione di duemila anni fa in quell'ora unica sui colli della Giudea. Ma il sapore è nettamente riconoscibile; è qualche cosa di troppo sottile o di troppo solitario per esser reso da quel che intendiamo con la parola "pace".  La gioia della caverna era simile all'allegria di una fortezza o di una tana di briganti; intesa nel suo vero significato, non sarebbe impertinente dire che era l'allegria di una trincea. Non solo è vero che quella stanza sotterranea era un rifugio contro i nemici, e che i nemici già stavano scorrazzando sulla sua volta di pietra. Non solo è vero che gli zoccoli dei cavalli di Erode possono esser passati rintronando sulla testa abbandonata del Cristo. Ma in quella immagine c'è anche l'idea di un posto avanzato, di una feritoia nella roccia, di un'apertura sul territorio nemico.


Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.




Buon Natale da Gilbert!

Da Avvenire del 9 dicembre 2018:

È una caratteristica dei nostri tempi quella di creare aspettative grandiose sul Natale, trasformandolo in un gigantesco spot pubblicitario. La maggior parte dei giornalisti inizia a scrivere i primi articoli sulla stagione natalizia alla fine dell’estate e si prepara a lanciarli già nel cuore dell’autunno. Iniziano a pensare all’agrifoglio e al vischio mentre fioriscono ancora le ultime rose dell’estate e immaginano che fiocchi la neve nella foresta quando a cadere sono solo le foglie. Singolare caratteristica della modernità, collegata in parte a quello spirito profetico delle utopie moderne che ha portato alcuni a chiamarsi futuristi, nell’ipotesi pittoresca che sia possibile affezionarsi al futuro.

Il resto è qui sotto:

https://www.avvenire.it/agora/pagine/gk-chesterton-e-il-natale-svenduto

Tratto da llustrated London News, 23 dicembre 1933 - Traduzione di Andrea Colombo.




martedì 24 dicembre 2024

La Bottega dei Fantasmi, un racconto di Natale di Gilbert Keith Chesterton (da The Daily News) - Traduzione di Marco Sermarini ©.




Il racconto che segue si intitola The Shop of Ghosts ed apparve per la prima volta sul Daily News di Londra, il giornale di Lord Cadbury, il 22 dicembre 1906. In seguito apparve nella raccolta di racconti e saggi di Chesterton intitolata Tremendous Trifles (1909).

Di Tremendous Trifles abbiamo anche già pubblicato Un pezzo di gesso (A Piece of Chalk) nell'impareggiabile nostra raccolta intitolata La Nonna del Drago ed altre serissime storie, una delle prime strenne di Natale chestertoniane, grande intuizione di padre Roberto Brunelli.

Gli articoli di Chesterton apparsi sul Daily News sono raccolti in un'opera ponderosa intitolata Chesterton at the Daily News, curata da Julia Stapleton, e questo racconto si trova nella Parte I, Volume IV della raccolta.

Un grazie speciale al nostro amico Stuart McCullough che l'ha risfoderata e me l'ha fatta leggere nel suo G. K.'s Meekly.

È una bella storia, molto dickensiana, molto chestertoniana. Ve la regalo per farvi passare un Buon Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, e vi faccio così gli auguri di tutta la Società, oltre che i miei personali, perché il Bambinello vi porti tanta serenità e tanto affetto, e che il Suo collaboratore Babbo Natale vi trovi pronti a ricevere tanti bei regali come quando eravate bimbi piccoli e umili. E un bacetto a tutti i bambini.

Marco Sermarini

La Bottega dei Fantasmi

Quasi tutte le cose migliori e più preziose dell'universo si possono ottenere per mezzo penny. Faccio eccezione, naturalmente, per il sole, la luna, la terra, le persone, le stelle, i temporali e simili inezie. Si possono ottenere per niente. Faccio eccezione anche per un’altra cosa, che non mi è permesso menzionare in questo giornale, e il cui prezzo più basso è di un penny e mezzo. Ma il principio generale sarà subito evidente. Nella strada dietro di me, per esempio, ora è possibile fare un giro su un tram elettrico per mezzo penny. Salire su un tram elettrico è come essere su un castello volante in una fiaba. È possibile ottenere un gran numero di caramelle dai colori vivaci per mezzo penny. Anche la possibilità di leggere questo articolo è possibile per mezzo penny; insieme, naturalmente, ad altri argomenti irrilevanti.

Ma se volete vedere quale vasta e sconcertante gamma di cose preziose potete ottenere a mezzo penny l'una, dovreste fare come stavo facendo io ieri sera. Stavo incollando il naso contro il vetro di un negozio di giocattoli molto piccolo e poco illuminato in una delle strade più grigie e magre di Battersea. Ma per quanto fioco fosse quel quadrato di luce, era pieno (come mi disse una volta un bambino) di tutti i colori che Dio ha creato. I giocattoli dei poveri erano come i bambini che li compravano: erano tutti sporchi, ma erano tutti luminosi. Per quanto mi riguarda, ritengo che la luminosità sia più importante della pulizia, poiché la prima è dell'anima e la seconda del corpo.


Dovete scusarmi, sono un democratico, so di essere fuori moda nel mondo moderno.


Mentre guardavo quel palazzo di meraviglie pigmee, di piccoli omnibus verdi, di elefantini blu, di bamboline nere e di piccole arche di Noè rosse, devo essere caduto in una sorta di trance innaturale. La vetrina illuminata divenne come il palcoscenico brillantemente illuminato quando si assiste a una commedia molto colorata. Dimenticai le case grigie e la gente sudicia dietro di me come si dimenticano le gallerie buie e la folla fioca di un teatro. Sembrava che i piccoli oggetti dietro il vetro fossero piccoli, non perché fossero giocattoli, ma perché erano oggetti lontani. L'omnibus verde era davvero un omnibus verde, un omnibus verde di Bayswater, che attraversava un immenso deserto sulla sua strada ordinaria verso Bayswater. L'elefante blu non era più blu per la vernice, ma per la distanza. La bambola nera era in realtà un negro sollevato contro un ardente fogliame tropicale nella terra dove ogni erba è fiammeggiante e solo l'uomo è nero. L'arca di Noè rossa era davvero l'enorme nave della salvezza terrena che cavalcava il mare gonfio di pioggia, rossa del primo mattino di speranza.


Tutti, credo, conoscono questi stupefacenti istanti di astrazione, questi brillanti spazi vuoti nella mente. In questi momenti si può vedere il volto del proprio migliore amico come un disegno insignificante di occhiali o di baffi. Sono comunemente contrassegnati dai due segni della lentezza della loro crescita e della repentinità della loro fine. Il ritorno al pensiero reale è spesso brusco come l'incontro con un uomo. Anzi, molto spesso (nel mio caso) si tratta di un incontro con un uomo. Ma in ogni caso il risveglio è sempre enfatico e, in generale, è sempre completo. Ora, in questo caso, sono tornato con una scossa di sanità mentale alla consapevolezza che, dopo tutto, stavo solo fissando un piccolo e squallido negozio di giocattoli; ma in qualche strano modo la cura mentale non sembrava essere definitiva. Nella mia mente c'era ancora qualcosa di ingestibile che mi diceva che mi ero addentrato in una strana atmosfera, o che avevo già fatto qualche cosa di strano. Mi sentivo come se avessi fatto un miracolo o commesso un peccato. Era come se avessi comunque varcato un confine dell’anima.


Per scrollarmi di dosso questa sensazione pericolosa e onirica entrai nel negozio e cercai di comprare dei soldatini di legno. L'uomo del negozio era molto vecchio e malandato, con capelli bianchi e confusi che gli coprivano la testa e metà del viso, capelli così sorprendentemente bianchi da sembrare quasi artificiali. Eppure, benché fosse senile e persino malato, non c'era nulla di sofferente nei suoi occhi; sembrava piuttosto che si stesse addormentando a poco a poco in una decadenza non sgradevole. Mi diede i soldatini di legno, ma quando misi giù i soldi, all'inizio sembrò non vederli; poi sbatté debolmente le palpebre e li allontanò debolmente.


“No, no”, disse vagamente. “Non l'ho mai fatto. Non l'ho mai fatto. Qui siamo piuttosto all’antica”.


“Non accettare denaro”, risposi, “mi sembra più una moda insolitamente nuova che vecchia”.


“Non l'ho mai fatto”, disse il vecchio, sbattendo le palpebre e soffiandosi il naso; ”ho sempre fatto regali. Sono troppo vecchio per smettere”.


“Santo cielo!” Dissi. “Cosa vorrà dire? Forse lei è Babbo Natale”.


“Sono Babbo Natale”, disse scusandosi e soffiandosi di nuovo il naso.


I lampioni non potevano essere ancora accesi nella strada esterna. In ogni caso, non riuscivo a vedere nulla nell'oscurità se non la vetrina che brillava. Non c'erano rumori di passi o di voci nella strada; potevo essermi smarrito in un mondo nuovo e senza sole. Ma qualcosa aveva tagliato le corde del buon senso e non riuscivo a provare nemmeno la sorpresa, se non con il sonno. 


Qualcosa mi fece dire: “Ha un aspetto malato, Babbo Natale”.


“Sto morendo”, disse.


Non parlai e fu lui a parlare di nuovo.


“Tutte le persone nuove hanno lasciato il mio negozio. Non riesco a capire. Sembra che si oppongano a me per motivi così curiosi e incoerenti, questi uomini di scienza e questi innovatori. Dicono che do alla gente superstizioni e la rendo troppo visionaria; dicono che do alla gente salsicce e la rendo troppo grossolana. Dicono che le mie parti celesti sono troppo celesti; dicono che le mie parti terrene sono troppo terrene; non so cosa vogliano, ne sono certo. Come possono le cose celesti essere troppo celesti, o quelle terrene troppo terrene? Come si può essere troppo buoni o troppo allegri? Non capisco. Ma una cosa la capisco abbastanza bene. Questi moderni sono vivi e io sono morto”.


“Potresti essere morto”, risposi. “Dovresti saperlo. Ma per quanto riguarda quello che stanno facendo, non chiamarlo vivere”. Tra noi cadde improvvisamente un silenzio che, in qualche modo, mi aspettavo sarebbe rimasto inalterato. Ma non era durato più di qualche secondo quando, nella quiete più assoluta, sentii distintamente un passo molto rapido che si avvicinava sempre di più lungo la strada. Un attimo dopo una figura entrò nel negozio e si fermò incorniciata sulla porta. Portava un grande cappello bianco inclinato all'indietro come se fosse impaziente; aveva dei pantaloni neri stretti all'antica, un pantalone e un panciotto sgargianti all'antica e un vecchio cappotto fantastico. Aveva grandi occhi spalancati e luminosi come quelli di un attore di successo; aveva un viso pallido e nervoso e una frangia di barba. Osservò il negozio e il vecchio con uno sguardo che sembrò letteralmente un lampo e pronunciò l'esclamazione di un uomo completamente sbalordito.


“Buon Dio!”, gridò, ”non puoi essere tu! Non sei tu! Sono venuto a chiedere dove fosse la tua tomba”.


“Non sono ancora morto, Mr. Dickens”, disse il vecchio signore con un debole sorriso; “ma sto morendo”, si affrettò ad aggiungere rassicurante.


“Ma, a parte tutto, stavate morendo ai miei tempi”, disse il signor Charles Dickens con animazione; “e non sembrate più vecchio di un giorno”.


“È da molto tempo che mi sento così”, disse Babbo Natale.


Il signor Dickens si girò di spalle e mise la testa fuori dalla porta nell’oscurità.


“Dick”, ruggì a squarciagola, "è ancora vivo”.


Un'altra ombra oscurò la porta ed entrò un gentiluomo molto più grande e corpulento, con un’enorme pervinca, che si scaldava il viso arrossato con un cappello militare del taglio della regina Anna. Portava la testa ben indietro come un soldato e il suo viso caldo aveva persino un'aria di arroganza, che fu improvvisamente contraddetta dai suoi occhi, letteralmente umili come quelli di un cane. La sua spada fece un gran rumore, come se il negozio fosse troppo piccolo per lei.


“In effetti”, disse Sir Richard Steele, “è una cosa davvero prodigiosa, perché quell'uomo stava morendo quando ho scritto di Sir Roger de Coverley e del suo giorno di Natale”.


I miei sensi si stavano affievolendo e la stanza era sempre più buia. Sembrava che fosse piena di nuovi arrivati.


“Si è sempre capito”, disse un uomo corpulento, che portava la testa con umorismo e ostinazione un po' da una parte (credo fosse Ben Jonson) “Si è sempre capito, consule Jacobo, sotto il nostro Re Giacomo e la sua ultima Maestà, che tali buoni e cordiali costumi si ammalavano, e come per lasciare questo mondo. Questa barba grigia non era certo più lussureggiante di quanto lo sia ora quando lo conoscevo”.


E mi sembrò anche di sentire un uomo vestito di verde, come Robin Hood, dire in un misto di francese normanno: “Ma ho visto l'uomo morire”.


“È da molto tempo che mi sento così”, disse ancora Babbo Natale, nel suo modo debole.


Il signor Charles Dickens si chinò improvvisamente verso di lui. “Da quando?” chiese. “Da quando sei nato?”.


“Sì”, disse il vecchio, e sprofondò tremante in una sedia. “Sono sempre stato in punto di morte”.


Il signor Dickens si tolse il cappello con un gesto come di chi chiama la folla ad alzarsi.


“Ora capisco”, esclamò, “non morirai mai”.





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La Bottega dei Fantasmi, di Gilbert Keith Chesterton.

The Daily News, 22 dicembre 1906.

Tremendous Trifles, 1909.

Regalare è cristiano perché anche il Natale è un «regalo di Dio che può essere visto e toccato» - Tempi, 25 dicembre 2013.

Quei moderni teologi che insistono sul fatto che il cristianesimo non consiste in un sistema dottrinale, ma in uno spirito, il più delle volte non si accorgono che, così facendo, si sottomettono a un vaglio ancor più brusco e severo di quello basato sulla dottrina stessa: prima che un uomo possa essere bruciato per le sue opinioni è almeno necessario che siano rispettati alcuni presupposti legali; al contrario, non occorrono preliminari di sorta perché un uomo possa essere ucciso da un colpo di pistola per il solo tono della sua voce.

Il resto in questo collegamento:

https://www.tempi.it/chesterton-perche-regalare-e-cristiano-perche-anche-il-natale-e-un-regalo-di-dio-che-puo-essere-visto-e-toccato/

Tratto da Gilbert Keith Chesterton, Lo Spirito del Natale, Teologia dei regali di Natale. Il volume è disponibile presso www.pumpstreet.it, il negozio distributista che non aspetta altro che servirvi!



lunedì 23 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Il cammello che andava in trionfo attraverso la cruna dell'ago.

Al momento dobbiamo dichiarare che noi non vediamo niente di più di quel che vide l’intera Assisi; e si tratta di qualcosa che non è del tutto indegno di nota. I cittadini di Assisi videro soltanto il cammello che andava in trionfo attraverso la cruna dell'ago e Dio che faceva cose impossibili perché per Lui ogni cosa è possibile: soltanto un prete che si stracciava le vesti come il pubblicano (Pietro Cattani, ndr), e non come il fariseo, e un uomo ricco che se ne andava pieno di gioia perché non aveva proprietà (Bernardo da Quintavalle, ndr). 



domenica 22 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - San Francesco cantava nella lingua dei trovatori.

Mentre vagava nella foresta invernale col suo cilicio, come il più feroce degli eremiti, egli (San Francesco, ndr) cantava nella lingua dei trovatori.

Gilbert Keith Chesterton, San Francesco d'Assisi.



sabato 21 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Chesterton e il mito (3).

Gli aborigeni australiani, considerati come i più rozzi selvaggi, raccontano la storia di un ranocchio gigante che s'era ingoiato il mare e tutte le acque del modo, e che non le avrebbe rigettate se non quando si fosse riusciti a farlo ridere. Tutti gli animali con tutte le loro smorfie più buffe sfilarono davanti a lui; e, come la regina Vittoria, egli non si divertiva. Sbottò finalmente davanti a un'anguilla che delicatamente si bilanciava sulla punta della coda con disperata dignità. Che bel pezzo di letteratura fantastica si potrebbe ricavare da questo racconto! Quanta filosofia nella visione di quel mondo tutto prosciugato prima che venisse quel benefico diluvio d'ilarità. Quanta fantasia in quel mostro vulcanico che eruttava acqua. Quanta comicità al pensiero dei suoi occhi sgranati al passaggio del pinguino o del pellicano. Comunque, il ranocchio rise; ma lo studioso di folklore non perde mai la sua gravità.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

aborigeno australiano

raganella gigante australiana




venerdì 20 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Chesterton e il mito (2).

La mitologia è un'arte perduta, una delle poche arti che siano realmente andate perdute; ma è un'arte. E i corni della vacca sono un raggio di quasi armoniosa concordia. E il gettare la propria nonna nel cielo non sarà un atto di buona creanza, ma è perfettamente di buon gusto.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.








giovedì 19 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Chesterton e il mito (1).

Il mito è un'opera d'immaginazione, e quindi un'opera d'arte. Solo un poeta può concepirla; e solo un poeta può criticarla.

Gilbert Keith Chesterton, L’uomo eterno.



mercoledì 18 dicembre 2024

Calendario Chesterton 2025!

Solo su www.pumpstreet.it

Un aforisma al giorno - Senza allegria solo follia.

La vita è sempre seria; ma vivere non può essere sempre serio... In tutto ciò che copre l'intera vita - nella vostra filosofia e nella vostra religione - dovete avere l'allegria. Se non avete l'allegria, avrete certamente la follia.

Gilbert Keith Chesterton, The Daily News, 1 settembre 1906.



martedì 17 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Ecco un efficace eufemismo!


Ecco quel che si direbbe un efficace eufemismo. Il mondo moderno è più buffo di qualunque satira.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Eterno.

Riproposizioni - In tempi di Big Business e di acquisti su internet…

Chi era Maisie Ward?

Maisie Ward e Frank Sheed



Abbiamo nominato tante volte e con gratitudine Maisie Ward, la prima importante biografia di Chesterton (se si eccettua il bel profilo di Titterton che fu il tributo affettuoso di un amico). Ma chi era?

Mary Josephine Ward Sheed (4 gennaio 1889 - 28 gennaio 1975), che si firmava ed era nota con il nome di Maisie Ward, fu scrittrice, conferenziera ed editrice assieme al marito Frank Sheed. Nacque a Shanklin, sull'Isola di Wight, e fu la primogenita dei cinque figli di Wilfrid Philip Ward, uno dei maggiori esponenti del cosiddetto Catholic Revival, e della scrittrice Josephine Mary Hope-Scott. Per parte di madre discendeva da Henry Fitzalan-Howard, 14° Duca di Norfolk, e per parte di padre da William George Ward, membro di spicco del Movimento di Oxford. Tutti e quattro i suoi nonni si convertirono al cattolicesimo.

Trascorse l'infanzia prima sull'Isola di Wight, poi a Eastbourne e infine a Dorking, prima di essere mandata a studiare alla St Mary's School di Cambridge. Qui fu influenzata dalla predicazione di Robert Hugh Benson e ispirata da Mary Ward, che aveva fondato l'ordine di suore che gestiva la scuola. Terminati gli studi, Maisie tornò a casa per collaborare col padre quando era direttore della Dublin Review. Lavorò per la Croce Rossa come assistente infermieristica durante la Prima guerra mondiale, a fianco delle infermiere delle Figlie della Carità e delle Sorelle della Carità. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1916, curò con sua madre una raccolta postuma delle sue ultime conferenze.

Nel 1919, la Ward divenne fondatrice della Catholic Evidence Guild (di cui fecero parte, oltre che Maisie e suo marito Frank, anche padre Vincent McNabb -- i suoi membri ancora oggi vanno allo Speaker's Corner ad Hyde Park a difendere le idee cattoliche). La Ward fu un'energica conferenziera pubblica e come tale si impegnò per gli ideali della società. Fu attraverso la Guild che incontrò Frank Sheed. Si sposarono nel 1926 e nello stesso anno si trasferirono a Londra e con 2.000 sterline e i consigli di Hilaire Belloc, fondarono la Sheed & Ward, una casa editrice cattolica che si occupava non solo di libri di pietà ma anche di qualità letteraria e intellettuale. Nonostante le difficoltà iniziali, nel 1933 si trasferirono nuovamente ma a New York e la resero una casa editrice molto apprezzata in molti settori; la ricordiamo anche perché pubblicò proprio la sua famosa biografia autorizzata dell'amico G. K. Chesterton, scritta su richiesta di Frances Blogg, la vedova di Chesterton. Nel 1952 seguì il secondo volume intitolato Return to Chesterton. Maisie scrisse anche le biografie di John Henry Newman, di suo padre e di Robert Browning (Robert Browning and Him World); si occupò anche di altre aree del sapere, tra cui di scritti sul Nuovo Testamento, la spiritualità e le storie di santi e di personaggi meno noti, tra cui la sua buona amica, la scrittrice e mistica Caryll Houselander. La casa editrice sopravvisse fino al 1973 quando fu acquisita dalla Universal Press Syndicate.

Maisie Ward morì il 28 gennaio 1975 a Jersey City, nel New Jersey. Suo marito Frank Sheed scrisse un tributo postumo alla moglie con il titolo The Instructed Heart.

In questo collegamento trovate la versione online della biografia di Chesterton, e credo di farvi cosa gradita condividendola qui. A chi non comprende bene l'inglese consiglio di utilizzare la versione libera di Deepl che offre delle traduzioni ottime. Troverete tantissime belle cose su Chesterton. Sarebbe bello che fosse pubblicata in italiano.

In quest'altro collegamento trovate l'obituary redatto dal New York Times il giorno della morte di Maisie.

Marco Sermarini





lunedì 16 dicembre 2024

Riproposizioni - Maisie Ward su due aspetti della personalità del Nostro Eroe.

dall'8 marzo 2015 riproponiamo:

Freda Spencer, una delle segretarie che si succedettero al servizio di Gilbert, ricorda come fosse meravigliata del tanto tempo e dei tanti sforzi che dedicava al "dare piacere e divertimento a persone totalmente irrilevanti" dotando "le banalità della vita" di "una ricchezza ed importanza che era essenzialmente cristiana" e ravvivando la monotonia quotidiana con tanto "divertimento e risa". Dall'altra parte ciò che "lo guastava e che rendeva davvero difficile la vita di chi doveva stare con lui era la sua assoluta avversione verso qualunque cosa che si avvicinasse alla disciplina, moderazione o ordine".


Maisie Ward, Chesterton.

Maisie Ward, editrice con marito Frank Sheed
ed autrice della principale biografia
di Gilbert Keith Chesterton.
Le dobbiamo molto.




domenica 15 dicembre 2024

Un aforisma al giorno - Quando è veramente speranza.

È vero che esiste uno stato di speranza che appartiene alle rosee aspettative e al mattino; ma questa non è la virtù della speranza. La virtù della speranza esiste solo nel terremoto e nell'eclissi. 

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.