martedì 28 maggio 2013

Riceviamo da Fuorilinea e volentieri pubblichiamo

 COMUNICATO STAMPA

 

IN OCCASIONE DEL 139° COMPLEANNO DI GILBERT KEITH CHESTERTON (29 MAGGIO 1874)

LA CASA EDITRICE FUORILINEA (WWW.FUORILINEA.IT) PUBBLICA

"L'ETA' VITTORIANA NELLA LETTERATURA" SCRITTO ESATTAMENTE 100 ANNI FA.

 

IN QUESTO PROFETICO SAGGIO, ASSENTE DALLE LIBRERIE ITALIANE DA OLTRE 70 ANNI, GKC AFFERMA CHE È STATA LA PENNA A MINARE L'UTILITARISMO MERCANTILE ACCETTATO IN NOME DELLA RICCHEZZA E DEL PRESTIGIO DELL'IMPERO COLONIALE BRITANNICO.

(Roma) Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) saggista, narratore e poeta inglese pubblica nel 1913 "Victorian Age in Literature" (questo il titolo originale): si tratta di un excursus sulla storia letteraria inglese senza però offrire – come scrive Saverio Simonelli nella prefazione –  "le canoniche biografie, la contestualizzazione storica, una guida per comprendere", poichè l'intenzione di Chesterton, come egli stesso afferma, era di occuparsi "dei grandi Vittoriani non servendomi unicamente di date e nomi, ma piuttosto ricorrendo a scuole e correnti di pensiero".
In questo saggio GKC sottolinea che è stata la grande letteratura a infrangere il compromesso vittoriano, ossia quell'atteggiamento che negava, grazie anche allo scudo morale di quella filosofia spietata che è l'utilitarismo, l'esistenza di un diffuso disagio sociale nell'Inghilterra della seconda rivoluzione industriale. I grandi scrittori – Charles Dickens, sicuramente, ma soprattutto Robert Louis Stevenson – hanno reagito a questa rimozione collettiva: ognuno a proprio modo ma tutti pienamente consapevoli che qualcosa di fondamentale fosse andato perduto nella loro società. L'Uomo. «Ne L'età vittoriana nella letteratura – come spiega Sabina Nicolini, curatrice dell'opera – "Chesterton intuisce che la ricerca ottusa del benessere ha portato a un autunno spirituale, a una strana e fredda atmosfera di vacuità in cui ciò che veramente conta veniva trascurato in nome del progresso».  
«I vittoriani – scrive Chesterton con profetica lungimiranza – credevano che il commercio estero di un paese dovesse portare la pace: e indubbiamente ha portato la guerra. Credevano che il commercio interno dovesse indubbiamente promuovere la prosperità: e ha in gran parte promosso la povertà. Ma per loro questi erano esperimenti; per noi devono essere insegnamenti. Se noi continueremo a trattare il popolo com'è nell'uso capitalista, se noi continueremo a servirci degli armamenti esteri com'è nell'uso capitalista, il nostro comportamento ricadrà pesantemente sui vivi. Il disonore non resterà ai morti».
«L'età vittoriana nella letteratura – spiega Franco Irawan Esposito-Soekardi, direttore editoriale di Fuorilinea – è un testo per molti versi profetico perché Chesterton sottolinea che un certo tipo di sviluppo, come l'avevano già intuito gli scrittori che passa in rassegna, non si sarebbe potuto sostenere a lungo, come poi dimostrato con l'ecatombe della Grande Guerra, scoppiata l'anno successivo». «Siamo particolarmente orgogliosi di annunciare la pubblicazione di questo libro, nella nuova ed eccellente traduzione di Federico Mazzocchi, nel giorno esatto del compleanno di Chesterton, e a pochi giorni prima dalTerzo incontro internazionale su Gilbert Keith Chestertonorganizzato da La Civiltà Cattolica insieme al Chesterton Institutee all'Associazione BombaCarta, che avrà luogo nella prestigiosa sede romana della Civiltà Cattolica, in via di Porta Pinciana 1, il prossimo 1° giugno dalle ore 16»(https://www.facebook.com/events/653894127959811/).
Un'intervista di Sabina Nicolini, curatrice dell'opera, è disponibile sul portale Rai Letteratura (http://www.letteratura.rai.it/articoli/chesterton-e-la-potenza-della-letteratura/21111/default.aspx)

 

L'Età vittoriana nella letteratura di Gilbert Keith Chesterton

a cura di Sabina Nicolini

fuorilinea – isbn 9788896551059

collana fuorilinea

Ufficio Stampa: +39 3286898127


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