martedì 22 gennaio 2013

Chesterton su R. L. Stevenson


"Penso che i suoi viaggi e capi da doppiare e ritorni rivelino un'idea di fondo, forse persino una dottrina. Eppure, era una dottrina in cui lui stesso forse non credeva, o in ogni caso in cui non credeva di credere. In altre parole, penso che la sua importanza sarà più evidente in relazione a problemi più ampi, che tornano ora a fare capolino alla mente degli uomini; problemi che al nostro tempo sono ancora abbastanza sconosciuti alla maggior parte delle persone e che al tempo di Stevenson erano totalmente ignoti (...). Perché Stevenson aveva l'onestà splendida e squillante di testimoniare, con una voce simile a una tromba a favore di una verità che lui stesso non comprendeva" 

(da G. K. Chesterton, R. L. Stevenson, edizioni Rubbettino, Soveria Mannelli 2012, pagg. 23 - 24).

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