sabato 12 settembre 2009

Si può parlare di come è stata fatta l'Unità d'Italia o rischiamo la scomunica?

Chi può legga l'articolo di Angela Pellicciari su Libero di oggi. Riguarda il Risorgimento e l'Unità d''Italia. E' stato positivamente commentato dall'autorevolissimo Padre Livio Fanzaga durante la Rassegna della stampa del giorno di stamattina su Radio Maria.

Mette numerosi puntini sulle i sull'argomento, ed è un bene perché sarebbe ora di dire che l'unità d'Italia è stata fatta sulle spalle della Chiesa e dei cattolici, che né lo Stato Pontifico né il Regno Borbonico erano lo sfascio che è stato descritto in quasi tutti i libri di storia, che Pio IX aveva capito quale era la vera natura (massonica e settaria) delle forze che volevano quel tipo di unità d'Italia (l'Italia come sponda mediterranea dell'Impero Britannico).

L'Unità d'Italia e il Risorgimento sono argomenti ancora più impermeabili ad una elaborazione storica serena e veritiera di quanto non lo siano la Resistenza e tanto altro (per la questione della Resistenza abbiamo finalmente potuto leggere libri come quelli di Pansa, o mostre come quella del Meeting di qualche anno fa su Rolando Rivi, il giovanissimo seminarista emiliano ucciso in odio alla fede cattolica proprio perché futuro prete dai partigiani comunisti, possiamo ricordare i morti nelle foibe titine dopo che per anni sono stati presi per matti e fascisti quelli che parlavano dei loro cari finiti lì dentro).

Ancora non si può discutere serenamente di questo tema senza essere tacciati di fascismo, razzismo (sì, anche in questo caso), nazismo, papismo, veterocattolicismo, intransigentismo...

Personalmente l'Uomo Vivo quando passa da Castelfidardo dice sempre l'Eterno Riposo ai morti della famosa battaglia del 18 Settembre 1860, siano essi pontifici o piemontesi, per quanto il suo cuore batta decisamente dalla parte dei pontifici, che non erano mercenari ma volontari accorsi in aiuto del Papa (per questo leggete Patrick Keyes O'Cleary La Rivoluzione Italiana - Come fu fatta l'Unità d'Italia, edizioni Ares, a cura di Alberto Leoni). Ci sono pagine di vero eroismo e di sincera fede scritte col sangue di questi uomini, nobili o umili che fossero. Ma se ne parli ti gridano dietro che devi tacere.

Poi se vogliamo dire che il potere temporale per il Papa poteva essere un peso, possiamo anche essere d'accordo, ma che questa ragione postuma santifichi un'operazione tutt'altro che onesta e candida, no, cari amici, non è onesto dirlo.

Per tacere poi delle leggi eversive, della povertà che investì vastissime aree d'Italia dopo l'Unità, degli omicidi sistematici di massa nelle aree ribelli dell'ex Regno Borbonico, e dello Stato Pontificio (ho personalmente raccolto testimonianze di come in alcuni paesi della montagna della Provincia di Ascoli Piceno si ricordi ancora l'incendio di 23 paesi e l'omicidio di centinaia di persone ad opera del cosiddetto Generale Pinelli, e di come per almeno dieci anni dopo l'unità quelle zone fossero off limits per le autorità del nuovo stato), del depredamento del Sud Italia a spese del Nord...

Insomma, ci sono tantissimi argomenti di cui discutere senza mettere in questione l'Unità in quanto tale (e finiamola di dire che noi cattolici non siamo leali!) ma chiedendoci come è stata fatta per pensare ad una vera unità della nostra Patria fondata anche sulle sue basi più certe, la fede e la tradizione cattolica.

1 commento:

loziofranco ha detto...

facciamo così: un po' lo copio e tutto lo linko sulla newsletter di SanLazzaro, eh?

francesco