martedì 30 ottobre 2007

Il Papa e i farmacisti.

Ieri il Santo Padre ha fatto un bel discorso ai farmacisti cattolici, e ha ribadito che pure loro sono tenuti a rispettare le leggi della Chiesa sulla morale, e che hanno diritto di obiettare. Ha fatto anche un chiaro riferimento alla pillola del giorno dopo.
Il discorso vale la pena di essere letto. Cliccando il nostro titolo si viene rimandati alla buona sintesi che ne fa l'amico Andrea Tornielli su Il Giornale di oggi.

Devo dire che spesso, negli ultimi anni, mi sono trovato a parlare con certi medici e farmacisti che facevano dei distinguo circa quello che dice la scienza e quello che dice "la morale" (virgoletto perché spesso si fa riferimento alla morale come si fa riferimento all'amore, alla libertà, alla giustizia e alla pace, cioè parlando di una cosa e intendendone un'altra; per fare qualche esempio: amore=sesso, libertà=faccio quello che mi pare...), tirando poi la conclusione che se vuoi essere un buon medico o un buon farmacista, il primato ce l'ha sempre la Scienza. Attenzione: la Scienza, non la scienza, che già sarebbe qualcosina di meglio, seppure...

Ecco, questo discorso secondo me casca a fagiolo. Non ce l'ho con le categorie sanitarie (si può dire altrettanto a tutti i professionisti...), ma con la strana idea per cui la Scienza (?) è la panacea di tutti mali del mondo e che in fondo far prevalere il proprio approccio religioso su
quello tecnico è profondamente sbagliato, "medioevale", eccetera...

Grazie, Papa.

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