Sfogliando le bibliografie su Chesterton, si scopre l'esistenza di un nome tra i primissimi autori di studi sul Nostro Eroe. Si tratta di Hugh Kenner, anzi, per essere più precisi di William Hugh Kenner, canadese di Peterborough nato nel 1923 e morto nel 2003.
Nome piuttosto misconosciuto in ambiente italiano ed europeo, è in realtà il critico e studioso della letteratura che inquadrò per primo ex professo l'aspetto dei paradossi di Chesterton. Infatti nel 1948 diede alle stampe, con la prefazione di Marshall McLuhan stesso, suo maestro, un testo di un certo interesse e di una certa importanza nello studio di Chesterton, Paradox in Chesterton, edito da Sheed and Ward, la casa editrice fondata da Frank Sheed e da sua moglie Maisie Ward (a cui tutti noi dobbiamo essere più che grati perché è stata la prima a redigere una biografia dello scrittore di Beaconsfield anzi due, perché c'è anche il sequel intitolato Return to Chesterton - entrambe sono inedite in italiano: ma possiamo vincere la guerra? Naturalmente scherzo ma non troppo).
Di McLuhan abbiamo detto qualcosa negli anni, e a causa sua ci incrociamo con Kenner. Non appena riuscirò ad averne una copia, vorrei infastidirvi con il contenuto di questo Paradox, per cui debbo rimandarvi ad una prossima puntata. Ma già da adesso posso dirvi che Kenner non è un autore da sottovalutare, visto che valorizzò e studiò anche l'opera di Ezra Pound e contribuì a farlo uscire dall'isolamento causatogli dalle scelte politiche. Anche qui c'è lo zampino di McLuhan, che di ritorno da un viaggio, lo portò nel luogo di internamento di Pound a Washington D.C. nel St. Elizabeths Hospital. Scrisse anche di James Joyce e di Wyndham Lewis.
Cercherò di raccontarvi qualcosa di questo volume più avanti.
Marco Sermarini
P. S.: come vedete, i "crocevia" dove incontriamo Chesterton sono davvero molteplici, e noi qui da questo blog cerchiamo di richiamarli uno ad uno. Spero solo che tutto questo vi sia utile a comprendere davvero chi era Chesterton in vita e chi è oggi.
M. S.
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