giovedì 4 maggio 2017

Eugenetica ieri e oggi: quali i pericoli scorti da Chesterton? - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)


"Un filo rosso pericoloso dall'evoluzionismo all'eugenetica: il laboratorio del nuovo Adamo"
.
"Eugenics" (traducibile in "Eugenica" o "Eugenetica") fu una parola introdotta da Francis Galton nel 1883.
Francis Galton (1822-1913), cugino di Charles Darwin, fu attratto dalla scoperta delle leggi dell'evoluzione e della selezione naturale del celebre cugino a tal punto da interessarsi con passione crescente allo studio genealogico degli "uomini di genio". Galton era convinto che, nella formazione della personalità dell'uomo, l'ambiente sociale avesse un ruolo trascurabile, laddove invece erano predominanti i caratteri biologici innati ereditari.
L'eugenetica ebbe così tanto successo che negli USA, dal 1907 in poi, ben ventisette Stati adottarono  leggi che risentirono dell'influenza di quel clima "eugenetico" e furono allestite campagne a favore della sterilizzazione.
All'inizio del Novecento, decine di migliaia di cittadini americani furono sterilizzati, grazie a leggi come quelle dello Stato dell'Indiana (1907) che, come recitava la stessa legge: " Prevedeva la sterilizzazione obbligatoria, nelle istituzioni statali, di idioti, imbecilli e criminali".
Come si è potuto arrivare a tanto errore ed orrore ? Quali sono state le cause più profonde di questi crimini, celati sotto il velo pseudoscientifico dell'eugenetica ?
Nel saggio di Gilbert Keith Chesterton: "Eugenetica e altri malanni", pubblicato nel 1922, il grande scrittore inglese scorse un filo rosso pericoloso che partiva dall'evoluzionismo ed approdava all'eugenetica.
Chesterton (1874-1936) vide infatti un connubio terribile tra l'evoluzionismo di Charles Darwin (1809-1882), l'eugenetica di Francis Galton  ed il superomismo di Friedrich Nietzsche (1844-1900). Una miscela esplosiva contro i più elementari diritti della persona e della famiglia.
Ne intuì soprattutto il fascino drammatico che queste teorie (o, forse meglio, utopie) avrebbero suscitato nelle generazioni successive e ne previde le tragiche conseguenze.
In merito all'attacco alla famiglia, basterebbe leggere queste poche righe di Charles Darwin per rendersene esatto conto. L'autore dell' "Origine delle specie" nel 1871 pubblicò "L'origine dell'uomo", così scrivendo: "L'uomo ricerca con cura il carattere, la genealogia dei suoi cavalli, del suo bestiame e dei suoi cani, prima di accoppiarli; ma quando si tratta del suo proprio matrimonio, di rado o meglio mai, si prende tutta questa briga. Eppure l'uomo potrebbe, mediante la selezione, fare qualcosa, non solo per la costruzione somatica dei suoi figli, ma anche per le loro qualità intellettuali e morali. I due sessi dovrebbero star lontani dal matrimonio quando sono deboli di mente e di corpo; ma queste speranze sono utopie, e non si realizzeranno mai, neppure in parte, finché le leggi dell'ereditarietà non saranno completamente conosciute. Il progresso del genere umano è un problema difficile da risolvere; quelli che possono evitare una grande povertà per i loro figli dovrebbero astenersi dal matrimonio, perché la povertà non è soltanto un gran male, ma tende ad aumentare perché provoca l'avventatezza del matrimonio".
Dalla fine dell'Ottocento alla Depressione del 1929, quasi la metà dei genetisti statunitensi erano coinvolti nel movimento eugenetico.
Perfino lo stesso Presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt (1858-1919) – da non confondersi con il successivo Franklin Delano Roosevelt – nel 1910 così dichiarava : "Un giorno noi tutti realizzeremo che il primo dovere di ogni buon cittadino, uomo o donna, di giusta razza, è quello di lasciare la propria stirpe dietro di sé nel mondo; e che, nello stesso tempo, non è di alcun vantaggio consentire una simile perpetuazione di cittadini di razza sbagliata. Il grande problema della civiltà è di riuscire ad ottenere, nella popolazione, l'aumento degli elementi di valore rispetto a quelli di poco valore o che risultano addirittura nocivi…Per raggiungere questo obbiettivo è indispensabile prendere piena coscienza dell'immensa influenza esercitata dalla ereditarietà…Spero ardentemente che agli uomini disonesti venga impedito del tutto di procreare; e che ciò avvenga non appena la cattiva natura di questa gente sia stata sufficientemente provata. I criminali dovrebbero essere sterilizzati e ai malati di mente dovrebbe essere vietato avere dei figli…E' importante che solo la brava gente si perpetui".
Non bisogna dimenticare che a  Theodore Roosevelt fu conferito il Premio Nobel per la Pace nel 1906.
Un altro Premio Nobel di fisiologia e medicina, Konrad Lorenz  (1903-1989), fondatore dell'etologia moderna, scriveva : "Bisognerebbe, per la preservazione della razza, considerare un'eliminazione degli esseri per noi moralmente inferiori ancora più severa di quanto non lo sia oggi (1940)…Dobbiamo – e ne abbiamo il diritto – affidarci ai migliori di noi e incaricarli di compiere una selezione che determinerà la prosperità o l'annientamento del nostro popolo…Nei tempi preistorici la selezione in base alla durezza, all'eroismo, all'utilità sociale era fatta solo dai fattori esterni ostili. Bisogna che questo ruolo venga ripreso oggi da un'organizzazione umana, altrimenti l'umanità, in mancanza di fattori selettivi, sarà annientata dalla degenerescenza dovuta all'addomesticamento".
Perché uomini di scienza e di intelletto poterono arrivare a tali feroci conclusioni ?
Credo che ci possa soccorrere in questo la figura paradossale del sacerdote cattolico-investigatore scaturito dalla fertile mente di Chesterton : il famoso Padre Brown.
Nel "Segreto di Padre Brown", Chesterton immagina che il prete, divenuto famoso per le sue ingegnose e risolutive indagini, venga intervistato da un giornalista americano (Mr. Chace), il quale, interrogandolo sulla scienza investigativa, fa rivelare a Padre Brown il suo segreto: " La scienza è una grande cosa e nel suo vero significato è una delle più grandi parole del mondo. Ma che cosa pensano gli uomini, nove volte su dieci, quando pronunciano questa parola?…Essi considerano l'uomo dall'esterno e lo studiano come fosse un gigantesco insetto, e questo atteggiamento che essi chiamano la fredda luce imparziale della scienza, io la chiamo una luce morta ed inumana. Essi si allontanano dall'uomo, come se fosse un remoto mostro preistorico; osservano il suo "cranio criminale" come se fosse una specie di strana escrescenza, simile al corno sul naso del rinoceronte. Quando uno scienziato parla di un "tipo" egli non intende mai se stesso, ma sempre il suo prossimo, e probabilmente il suo prossimo più povero. Io non nego che la fredda luce della scienza possa talvolta andar bene, benché, in un certo senso, essa sia il vero contrario della scienza stessa. Invece di essere conoscenza, essa è in realtà la soppressione di ciò che conosciamo. E' il trattare un amico come un estraneo, fingendo che ciò che ci è familiare sia in realtà remoto e misterioso…Bene, quello che voi chiamate "il segreto" è esattamente l'opposto. Io non cerco di guardare l'uomo dall'esterno…Io sono dentro un uomo".
Questo testo di quasi cento anni fa ("Eugenetica e altri malanni")  incredibilmente attuale deve innanzitutto avere lo scopo di rammentarci che non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia; anzi, per molti aspetti, l'eugenismo ha assunto oggi caratteri ancor più aggressivi, in considerazione del delirio d'onnipotenza della tecnocrazia e del ruolo dei media.
Nel 1998, Jeremy Rifkin, economista e saggista statunitense, in un suo libro dal titolo "Il secolo Biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era" scriveva :
"Le nuove scoperte sulle tecnologie della riproduzione – inclusi il congelamento e lo stoccaggio a lungo termine degli spermatozoi, delle uova e degli embrioni -, le tecniche di fecondazione in vitro, il trapianto di embrioni e la maternità surrogata, stanno rivoluzionando la riproduzione umana e il concepimento, rendendo possibile, a un livello superiore, la manipolazione artificiale dei feti".
Egli aggiunse ancora : "Più di uno scienziato sostiene che potrebbe essere possibile far crescere all'interno di uteri artificiali alcuni cloni umani privi di encefalo: questi potrebbero essere poi usati come pezzi di ricambio durante la vita dei donatori le cui cellule sono state clonate".
Lo scenario prospettato è, a dir poco, agghiacciante e davanti ai nostri occhi, oggi, sembra sempre più realizzarsi.
La "nuova eugenetica", fondata sulle biotecnologie, cerca di creare adesso in laboratorio il "nuovo Adamo", esattamente quello che drammaticamente paventava Chesterton.
Chesterton denunciò con grande coraggio il nesso tra i "malfattori straricchi" (e citava esplicitamente Harriman, Carnegie, Rockefeller) e l'eugenetica; questi personaggi del capitalismo finanziarono generosamente queste ricerche e considerarono l'eugenetica una delle loro cause predilette.
Abbiamo ora lo stesso coraggio ad esempio nel denunciare le manipolazioni genetiche in favore del desiderio privato e ricco di possedere un figlio da parte di una coppia di omosessuali ? Abbiamo ora lo stesso coraggio nel citare le cliniche (o chi altri) che si prestano a favorire le pratiche di "utero in affitto" e a manipolare i geni per esaudire gli insani desideri di un'umanità impazzita ?
Quale umanità stiamo costruendo ? Possiamo ancora chiamarla "umanità" ?
Credo che a questi interrogativi le risposte di Chesterton siano ancora stupefacenti.

Nessun commento: