domenica 7 settembre 2014

Di ritorno da Beaconsfield / 4

Carissimi Amici Chestertoniani,

dopo tanto tempo riesco a riprendere la cronaca di quei giorni campali e gloriosi; ci siamo lasciati la sera del sabato della conference col bicchiere della staffa al White Hart, il pub che spesso Chesterton frequentava a Beaconsfield.

La tomba di Edmund Burke, come vedete
un po' troppo nascosta tra i banchi della
chiesa parrocchiale anglicana
La domenica tutto parte in maniera piuttosto comica: il solitamente puntuale e svedese Dale manca all'appello. io e padre Spencer ci guardiamo negli occhi piuttosto stupiti, allora prendo e vado a chiamarlo in camera. Busso alla porta, niente. Busso ancora, per sicurezza: niente. Busso di nuovo e sento un suono indistinto ma umano: Dale si sta muovendo. Penso: forse l'ho disturbato in bagno. Mi apre: occhio assonnato, vestaglia da camera, sorriso leggermente appannato. Dale, sarebbe ora, faccio. Lui: but what time is it? Dale, sono le nove e dieci... Dale: the time changed two weeks ago in the USA! Praticamente l'ora legale cambiava quella notte in Europa, e da lui era successo due settimane prima. Credo sia l'unica volta che ho acchiappato in fallo Dale con l'orario. Lui non potrebbe dire lo stesso di me... Give me twenty minutes, sorry... Dale, relax, faccio io... Scendo, racconto la scena ridendo come un pazzo a Spencer e ci dirigiamo ridendo verso il centro di Beaconsfield. Spencer mi propone di andare a vedere la locale chiesa anglicana, dove in teoria sarebbe dovuto andare anche Chesterton. I racconti dicono che il parroco anglicano, alla notizia della conversione di Chesterton, avrebbe detto: bene, sono felice, perché non era molto devoto come anglicano... Nel senso che Chesterton non frequentava molto la chiesa, prima della conversione al cattolicesimo, al contrario di sua moglie. Incontriamo il parroco, un giovanotto con il clergyman e il maglione, scambiamo due parole e osserviamo che quel giorno festeggiano le mamme (in Inghilterra la festa non si celebra nello stesso nostro giorno). Giriamo e cerchiamo la tomba di Edmund Burke, famoso per aver appoggiato le rivendicazioni irlandesi verso la fine del XVIII secolo, personaggio qui ritenuto controverso tanto da meritare una sepoltura sotto uno dei banchi dei fedeli, poco visibile. Salutiamo e usciamo, nel frattempo Dale arriva scusandosi ed io non posso che prenderlo un po' in giro.



Andiamo a fare colazione, presso io. Ci dirigiamo verso il bar del giorno precedente, quello più somigliante ad un bar italiano. Chiedo un cappuccino medio (in medio stat virtus) e mi danno un secchio a forma di tazza con un secchio di cappuccino dentro: lo accompagno con un cornetto piuttosto voluminoso che mi impegna abbastanza tempo, abbastanza per farmi una interessante chiacchierata con Martin Thompson che nel frattempo ci ha raggiunti. Martin si ascolta volentieri, brav'uomo, bravo chestertoniano, condividiamo le esperienze familiari, con i figli, con la scuola. Non so se sono io che contagio tutti con le chiacchiere ma sta di fatto che restiamo a chiacchierare per oltre un'ora, per poi decidere di andare ad Oxford, dove sono stato invitato a pranzo dai Caldecott e dove gli altri amici sono stati invitati da Aidan Mackey.
Ma prima ci vuole un ultimo saluto a Gilbert e quindi ripassiamo nel cimitero cattolico...
La strada appare piuttosto sgombra e scorrevole, una sorta di autostrada. Beaconsfield e Oxford distano circa venticinque minuti di macchina, forse anche meno.
Dale offre del tabacco a Gilbert...
Finalmente arriviamo nella famosa Oxford, sono molto curioso di vederla, ma il pensiero di incontrare i Caldecott mi rende piuttosto insensibile alla novità e alla sua plurisecolare storia.
C'eravamo veramente...
Confesso di essere piuttosto ansioso e contento al tempo stesso: i Caldecott sono diventati carissimi amici dei Tipi Loschi, dei chestertoniani e della mia famiglia. Abbiamo tanto pregato per la salute di Stratford, e so che non gli resta molto da vivere, per cui ci sono tante cose nel cuore e tante emozioni che girano dentro di me.
Mi apre la porta Leonie, che stava preparando il pranzo. Si sente il buon odore dell'arrosto all'inglese nella casetta dei miei amici, ci abbracciamo e ci salutiamo davvero da buoni amici e siamo tutti e due un po' commossi. Aspetto l'arrivo di Stratford dal piano di sopra, mi siedo un attimo e chiedo a Leonie se ha bisogno di aiuto. Nel frattempo scende Stratford. Lo abbraccio e maldestramente (mia madre mi dice sempre che sono un po' materiale...) gli faccio un po' male: ha tanti dolori causati dalla sua malattia, gli chiedo scusa e ci salutiamo in maniera un po' meno cameratesca ma non meno affettuosa.
Guardo quest'uomo tanto bravo, tanto buono e gentile, e sinceramente mi spiace di vederlo soffrire. Lui come sempre mostra grande serenità e gentilezza. Devo dire di aver avuto in questi anni tante occasioni straordinarie di conoscere persone straordinarie, grazie a Chesterton. Cose impensabili: io non sono uno intraprendente, facile a muovermi, sono un hobbit in tutto salvo che nella statura, tanto per parafrasare Tolkien, ma Nostro Signore mi ha dato e mi sta dando tante opportunità, spero solo di non deluderlo e di salvarmi l'anima. Una di queste persone buone e brave ce l'ho davanti e penso che forse lo vedrò per l'ultima volta. Non ci penso molto, pero': penso che esiste la Comunione dei Santi, anche se in ogni caso per un po' non ci incontreremo, e che abbiamo tante cose in comune, come il fatto di lavorare per lo stesso Re. Stratford sta combattendo come un buon soldato la sua ultima battaglia e questo lo considero un motivo in più di essere grato a Nostro Signore: sono vicino ad un combattente.
Ci sediamo, facciamo due chiacchiere prima di pranzo, parliamo di come sono andate le cose il giorno precedente, di Tessa, sua figlia, che ha esposto la relazione di suo padre in maniera brillante e simpatica, facendogli onore. Parliamo delle altre relazioni e gli racconto la gag dello zoo (ricordate il suggerimento di padre Spencer? Guarda che la gente qui viene come allo zoo, sono contenti di ascoltare i versi degli animali...): davanti ad un accademico come lui, una persona davvero seria, nel miglior senso della parola, un giullare come me dovrebbe misurare le parole, cercare di andare verso argomenti più acconci, e invece non ci riesco. D'altronde sono quello che sono e non riesco a fingere più di tanto senza ridere. Ma la cosa risulta gradita anche a lui, che si fa una sincera risata. Questo dimostra la grande umiltà di quest'uomo, la sua sincera umanità e il fatto che fossimo davvero amici.
Pranziamo insieme, arriva anche Tessa, e allarghiamo i nostri orizzonti sempre di più. Mi chiedono della scuola, dei ragazzi, delle nostre opere e delle nostre battaglie, parliamo di John Kanu e del nostro impegno per la Sierra Leone. Progettiamo anche qualcosa insieme, qualcosa sul filone del popolo della Contea, una mia idea secondo la quale ormai tocca a noi, le persone comuni, quelli che stanno costruendo cose nuove dal basso.
Stratford va a fare un riposino e io faccio altre due chiacchiere con le donne Caldecott, graziose e buone. Vogliono farmi conoscere Evangeline, la figlia di Sophie, una delle altre due ragazze Caldecott, per cui programmiamo di trovarci più tardi al centro.
Nel frattempo torna Stratford e mettiamo a punto altre cose. Arriva anche il sacerdote che gli porta la Santa Comunione: non riesce a muoversi tanto da andare a messa ed allora questo sacerdote dell'Oratorio di Oxford (un figlio di San Filippo Neri, un amico di amici) va a casa.
La Chesterton Library dalla galleria.
Lo riconoscete di spalle il giovane Aidan?
Saluto Stratford dicendo che più tardi sarei tornato con gli altri del nostro clan chestertoniano: Dale, Martin e Spencer. Al centro loro mi aspettano per visitare la Chesterton Library con tutte le sue cose. Arrivo, salgo le scale guidato da Spencer, incontro il caro Aidan ancora grato del soggiorno in Italia. Incontro padre Jerome, il custode di tutto questo ben di Dio, e gli assicuro il nostro impegno a spedirgli i volumi italiani dell'opera di Chesterton che gli mancano. Finalmente entro: quanti libri suoi, quanti libri su di lui! Potrei anche avere un certo shock, amici. Ci sono diverse persone che stanno visitando questo luogo voluto da Martin, Aidan, Stratford ed altri ancora, ma soprattutto da Aidan, che ha donato tutte le cose che appartenevano a Chesterton che egli possedeva. Giro disorientato, non riesco a capacitarmi di tutto quello che ho attorno e del fatto che sono praticamente a casa di Gilbert, tra le sue cose.
Padre Spencer con una raccolta del
The New Witness, direttore Cecil Chesterton
La sedia del suo barbiere di fiducia, dove lui sedeva e gorgogliava umorismo e sapienza, il suo cappello (l'ho messo, confess


o, e lo stesso ha fatto Dale e ci siamo fatti la foto...), i suoi bastoni da passeggio. Davanti ai soldatini confesso di essermi commosso: avevo la stessa passione da piccolo e ogni tanto anche adesso... La cosa più bella? Sono rimasto commosso e silenzioso davanti al teatrino delle marionette e ai pupazzetti che disegnava, colorava e tagliava lui stesso. Non si tratta solo di cose appartenute a lui, sono parte della sua filosofia di vita, della sua vita reale, delle cose che diceva e davvero faceva.
Ecco i pupazzi e le sagome per il teatrino delle marionette!
Mi passano davanti agli occhi le festicciole che sua moglie e lui organizzavano per i bambini di Beaconsfield, e lui che se la spassava facendo il pazzo per loro, lei che preparava regalini per questi bimbi.
Troppo bello, troppo poco tempo! Perché non facciamo tutti così?!?
Pupazzetti e soldatini di Gilbert
Vado via con rammarico, vorrei portare via tutto con me. Andiamo al piano di sopra, nell'Oratorio, dove padre Jerome ci consente di celebrare la messa in un posto specialissimo: la cappella interna degli oratoriani, che conserva un altare di un sacerdote recusant, cioè uno di quelli che ha dato la vita perché amava la messa vera, non il culto anglicano (scusate, ma non sono assolutamente la stessa cosa, cari amici). Padre Spencer celebra la messa antica in questo posto che serba una tale reliquia. Io servo la messa, ne sono molto contento.
Le ha fatte proprio lui!
Faceva sul serio...
Dopo questa specialissima esperienza (grazie, Spencer! Quante cose belle mi hai fatto fare!) vado in un pub dove conosco il genero di Stratford ed Evangeline, la nipotina, che era con la nonna e la mamma. Una bellissima bimba, buona. Passiamo un po' di tempo insieme ed andiamo a casa di Stratford, dove troviamo anche Dale, Martin e Spencer. Ridendo dico se per caso stavamo al Consiglio di Elrond, anche se mancava qualcuno. Io ovviamente faccio la parte di Pipino (Stratford sostiene che io ne sarei l'incarnazione, a causa della mia tendenza a fare rumore e combinare guai dovunque...), gli altri non so, ma viviamo un bel momento insieme. Ci facciamo una bella e storica foto insieme e salutiamo questo nostro caro amico. Non dico altro, ma eravamo tutti toccati e commossi.
Dale parte per Leeds dove lo aspettano p



Dale con uno sguardo da potenziale ladro...

Il cavalierato di San Gregorio Magno attribuitogli
da Papa Pio XI, suo ammiratore e lettore

La poltrona del suo barbiere di fiducia,
quella dove sedeva sempre lui

Quante miglia, quante conferenze, quante volte
sarà stata persa e ritrovata...?

Dale non ce l'ha fatta...


... e nemmeno io!

Due belle foto tra amici...

... a casa di Stratford

Eccoci a Londra, in piena zona Chesterton!

Non è Pump Street ma sicuramente era così!
er un'altra serata, Martin torna finalmente a casa, Spencer ed io andiamo in pullman a Londra, precisamente a Notting Hill, cari amici, dove ci aspetta il parroco cattolico che ci ospita nella canonica della Chiesa di San Francesco.
Sono molto emozionato, quasi come quando sono arrivato a Beaconsfield: questo luogo ha ispirato Chesterton a scrivere uno dei suoi più noti romanzi, una cosa che ci ha attratto talmente che abbiamo voluto intitolare il nostro negozio on line a Pump Street, il cuore di Notting Hill, che era il cuore del mondo per Adam Wayne. Guardate che siamo entrati in una via che sembrava proprio Pump Street...
Ho pensato che tutti dobbiamo amare e lottare per la nostra Pump Street, e in quel posto tutto sembra vero, magia di Chesterton.
Ceniamo in un bel posto a Kensington (col cameriere italiano che mi riconosce subito come italiano, bella cosa, mi fa piacere) e il nostro anfitrione, sacerdote colto e gentile, ci mostra St. Mary the Abbott, la chiesa dove i Chesterton si sposarono (ricordate la storia della pistola, del latte e del cartellino del prezzo sotto le scarpe di Gilbert...?), St. George a Campden Hill, la chiesa dove il bimbo Gilbert fu battezzato (rileggetevi la prima pagina di Autobiografia, io ho visto quella pagina!), le case elegantissime di questo nobile quartiere di Londra che ospita anche il giovane principe William e la sua graziosa moglie Kate.
Andiamo a dormire belli cotti, ma il nostro ospite fa un errore gravissimo: mi lascia un libro sui Martiri Inglesi sul comodino nella sua bella casa. Sto sveglio altre due ore a leggere senza riuscire a staccarmi, e non so ancora cosa mi aspetta il giorno dopo.
Non ho visto ancora niente.
Grande.

2 commenti:

Michele Durighello ha detto...

Buongiorno. Volevo chiedere, da chestertoniano (intenzionato a farmi quanto prima membro della SCI) in fieri quale sono, due cose:
-non si potrebbe mettere il tasto DONAZIONE via paypal sul sito per facilitare il sostentamento della (o il tesseramento alla SCI)?

- potrei chiedervi uno o più testi validi (partendo magari da quello citato nell'articolo qui sopra) sul tema dei martiri inglesi?

Mille grazie!

MD

L'Uomo Vivo ha detto...

Prima cosa mi scuso per il ritardo nella risposta.
Secondo, l'idea del versamento via Paypal si può percorrere, grazie per il suggerimento.
Terzo, presto verranno dati alle stampe gli atti della Festa del beato Pier Giorgio Frassati che verranno messi in vendita su www.pumpstreet.it, durante questa manifestazione nel 2014 c'è stata una relazione di padre Spencer Howe su questo tema e anche una breve mostra in pannelli.
Poi in effetti non c'è molto: sono molto politicamente ed ecclesialmente scorretti, questi martiri!
Può essere utile questo profilo tracciato nel sito Santi e Beati:

http://www.santiebeati.it/dettaglio/93330

Esisteva sul tema un vecchio libro di Evelyn Waugh tradotto anche in italiano credo dalle Edizioni Paoline negli anni '50 o '60, ma figurati se si trova...