giovedì 23 maggio 2019

C. S. Lewis su Chesterton

E' stato qui che ho letto per la prima volta un volume di saggi di Chesterton. Non ne avevo mai sentito parlare e non avevo idea di ciò che rappresentava; e non riesco a capire perché mi abbia conquistato così immediatamente. Ci si sarebbe potuto aspettare che il mio pessimismo, il mio ateismo e il mio odio per il sentimento lo avrebbero reso per me il meno congeniale di tutti gli autori. Sembrerebbe quasi che la Provvidenza, o qualche "seconda causa" di tipo molto oscuro, superi di molto i nostri gusti precedenti quando decide di accomunare due menti. Apprezzare un autore può essere tanto involontario e improbabile quanto innamorarsi. Ero ormai un lettore abbastanza esperto da distinguere il gradimento dalla condivisione. Non ho dovuto accettare ciò che Chesterton ha detto per poterlo apprezzare.

Il suo umorismo era del tipo che mi piace di più - non le "battute" inserite nella pagina come ribes in una torta, tanto meno (quello che non posso sopportare), un tono generale di leggerezza e giocosità, ma l'umorismo che non è in alcun modo separabile dalla discussione, ma è piuttosto (come direbbe Aristotele) il "fiore" della dialettica stessa. La spada luccica non perché lo spadaccino si sia messo in cammino per farla luccicare, ma perché sta lottando per la sua vita e quindi la muove molto rapidamente. Per i critici che ritengono Chesterton frivolo o "paradossale" devo lavorare duramente per provare anche solo pietà; la simpatia è fuori questione. Inoltre, per quanto possa sembrare strano, mi piaceva per la sua bontà.

Clive Staples Lewis, Autobiografia

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