lunedì 11 giugno 2018

Un aforisma al giorno - La genesi de Il Napoleone di Notting Hill

"Un giorno, me ne andavo a spasso per le vie di Nord Kensington, raccontandomi storie di assalti assedi medievali alla maniera di Walter Scott e, per diletto, tentavo di adattarle alla selva di mattoni e di calce intorno a me. Ben capivo che Londra era già troppo grande e sfilacciata, per essere una città nel senso di una cittadella. (…) Quando il mio sguardo si arrestò, in modo del tutto irrazionale, su un isolato di bottegucce illuminate, mi piacque pensare che soltanto questo avrebbe dovuto essere preservato e difeso, come un piccolo borgo in un deserto. Trovai molto divertente contarle una ad una e scoprire che contenevano l'essenziale di un paese civile: una farmacia, una libreria, un negozio di generi alimentari e un pub. Infine, con mia grande gioia, c'era un antiquario pieno di spade e alabarde… avrebbero dovuto servire ad armare il soldato pronto a combattere per quella sacra via. Cominciai distrattamente a chiedermi che cosa i nemici avrebbero attaccato o da che punto sarebbero avanzati. Poi alzai lo sguardo e, nel grigiore lontano, vidi la gran torre dell'acquedotto, a pochi passi dalla strada dove ero nato. All'improvviso mi venne in mente che conquistare la torre dell'acquedotto sarebbe stato un bel colpo militare, con cui inondare tutta la valle; e, con il torrente e le cataratte di acque immaginarie che fluivano, il primo abbozzo di un racconto chiamato Il Napoleone di Notting Hill, fece breccia nella mia mente. Se non ho mai preso sul serio i miei libri, l'ho fatto con le mie opinioni. Non parlo del mio romanzo (…). Questo piccolo, circostanziato ricordo rimanda questioni ben più pratiche: guarda caso, è il solo modo di spiegare la posizione che avrei assunto poco dopo in politica (…). Riebbi il sogno ricorrente della torre che non si può scalare, dei cittadini all'assedio e cominciai a tracciare il primo abbozzo del mio piccolo romanzo su Londra.

Gilbert Keith Chesterton, Autobiografia

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