Qui sotto il collegamento al sito de Il Sussidiario.
Siamo lieti che il nostro vicepresidente ed amico rialzi il tiro sul distributismo e la sua attualità. Ogni giorno segnaliamo che esistono in giro nel mondo ed anche in Italia esperienze vere di distributismo, per cui il distributismo non è solo un auspicio non ancora studiato dagli economisti ma è una realtà.
Per quanto consta all'Uomo Vivo, più gli economisti staranno lontani dal distributismo, meno verrà teorizzato e più fiorirà. Dire che bisogna fare dei modelli, delle equazioni e così via, sennò sono tutte chiacchiere, è come cercare di descrivere una partita prima di giocarla per paura di puntare sulla squadra sbagliata.
Noi distributisti di cuore il distributismo lo stiamo cercando di fare, e ciò è l'unico modo perché esso si verifichi. Occorrerebbe poi tornare a guarda alla nostra tradizione come da tempo a più voci cerchiamo di dire da questa lunga colonna (il cosiddetto blog non è come un unico rullo, o se preferite una colonna...?). Mettendo nel motore di ricerca interno la parola "distributismo" vedrete molti articoli sul punto e non dovrete andare a cercare gli studi di chissà chi sul punto, tanto meno quelli di chi il distributismo lo ritiene "roba da comunisti" o di chi lo ritiene "roba da fascisti". Queste persone che peraltro rispetto hanno ancora il problema di ragionare secondo usanze e stilemi durissimi a morire e che non appartengono alla Tradizione Cristiana (destra, sinistra, centro) ma a quella hegeliana. Noi preferiamo tornare a San Benedetto da Norcia, San Tommaso d'Aquino, San Bernardino da Siena, San Giacomo della Marca. Il resto lo lasciamo a chi ancora pensa di cavare sangue dalle rape.
Non parliamo di chi ancora accende candele ad Adam Smith e compagni...
Da qui abbiamo parlato della Scuola Libera "Gilbert Keith Chesterton" di San Benedetto del Tronto (ci sono in mezzo anch'io), della Chesterton Academy di St. Paul, Minnesota (USA), della Central Catholic Library di Dublino (Irlanda), delle centinaia di persone che ogni giorno riprendono in mano la zappa e buttano alle ortiche l'Europa delle quote latte, dell'agricoltura industrializzata, e di tante altre cose.
E' di questi giorni la storia del Monte dei Paschi di Siena, una vicenda se vogliamo emblematica da questo punto di vista: al di là delle connotazioni morali e moralistiche che le vengono date (che piacciono molto alle forze politiche attuali nessuna esclusa, il che è veramente paradossale), si riesce bene a comprendere cosa hanno nel cuore i banchieri, cosa si fa quando si ripone fiducia nel "sistema bancario", cosa significa sperare che la banca ti dia un mutuo (è come sperare e pregare che qualcuno ti metta i ceppi ai piedi per dieci, venti, trenta anni... direte: ma non sei realista! Come fai oggi ad avere soldi se ti servono? E io rispondo: come si faceva ai tempi di San Giacomo della Marca? Il problema è che ce lo siamo dimenticati e che nel frattempo è stata costruita una legislazione d'acciaio a favore di questo sistema bancario, in nome di regole "tecniche").
Sono solo spunti di riflessione che mi auguro di poter sviluppare.
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