Chestertonians di fine marzo,
sono lieto di offrirvi un articolo "fresco" di stampa che il nostro caro amico scrittore,
PAOLO GULISANO (alla vostra destra trovate il link al suo bel blog), fondatore e Vicepresidente della Società Chestertoniana Italiana, ci ha appena donato.
Il suo intervento, come scoprirete leggendolo, ci evidenzia alcuni lati più dark ed ambigui dell'operato di
Anthony Charles Lynton Blair, detto
Tony Blair, primo ministro del Regno Unito dal lontano 1997...
Cari amici, avanti con giudizio…
Paolo Gulisano La politica è una faccenda piuttosto particolare: per molti è il proseguimento dell’economia (e degli affari) con altri mezzi, per molti è interesse, per altri è passione. Oggi in Italia è soprattutto tifo. E’ bandiera, è fazione, o stai di qua o stai di là. Già, ma dove?
Bene ha fatto il nostro Blog a ricordare che, come diceva il cardinale Newman, anche la Chiesa è un soggetto politico, termine molto più pregnante che non “partito”, che esprime un concetto – appunto- di “parte”, di porzione, mentre la Chiesa è Cattolica, ovvero abbraccia e comprende il tutto.
Comunque, per dei cattolici, la propria bandiera, la propria Patria, la propria Causa, è la Chiesa, anzitutto. Se la Chiesa per i credenti che fanno politica viene prima della sinistra e della destra, di Prodi e Berlusconi, di qualunque “fedeltà” parziale, le cose non potranno che andare meglio.
Lo sapeva bene Gilbert Chesterton, che non si schierò mai né a destra né a sinistra, ma solo dalla parte del buon senso e della Fede.
Se si seguirà questo metro di giudizio, si eviteranno gli errori commessi dai cattofaziosi che stanno prima col loro partito che con le ragioni della Fede. E questi non sono errori solo delle varie rosibindi.
Pensate alla cantonata presa nei confronti di Tony Blair e dalla sua politica dal settimanale di centrodestra Tempi, il quale per lungo tempo ha cantato le lodi del premier inglese Tony Blair, meritevole soprattutto di aver portato in Regno Unito in guerra coll’Irak. Nel giugno 2003, ad esempio, il periodico diretto da Gigino Amicone elogiava la politica “thatcheriana” dell’inquilino di Downing Street in termini apologetici: “In fatto di lotta alla criminalità, poi, il premier ha sfidato tutti con scelte controcorrente, da molti ritenute addirittura draconiane, come la riapertura dei manicomi criminali poiché «non possiamo permetterci che dei pazzi girino indisturbati per le strade».
Vogliamo parlare di immigrazione? Profughi e rifugiati che non hanno diritto all'asilo in Gran Bretagna verranno espulsi dal Paese in un massimo di sei mesi dal loro arrivo e nel corso della permanenza, non riceveranno alcun contributo finanziario in contanti - come invece hanno fatto fino al 2001 - ma solo buoni per cibo e vestiti.
Le riforme sono partite con un'accelerazione delle procedure per esaminare le richieste d'asilo, che, con i nuovi parametri, verranno concluse entro due mesi dall'arrivo del profugo. Una volta raggiunta una decisione, ci sarà un'unica possibilità d'appello (a differenza del sistema attuale, che prevede diversi ricorsi), che verrà considerata entro quattro mesi.
In caso di esito negativo, il richiedente verrà immediatamente trasferito dal tribunale in un centro d'accoglienza e sarà rispedito in patria. Oggi, inoltre, Blair ha chiesto l'istituzione di centri di permanenza per clandestini fuori dai confini dell'Ue per evitare la loro presenza su suolo comunitario in attesa dell'espulsione.
Scozia e Galles vogliono più autonomia? Nessun problema, c'è la devolution, altra scommessa vinta dal primo premier britannico a indossare i jeans quando lavora in ufficio a Downing Street: responsabilizzare e decentrare, questa la ricetta.
Nemmeno Maggie avrebbe osato tanto.
Blair di sinistra? Certo, nelle piccole cose che fanno contenti i perditempo della politica: apertura alle coppie gay (con un paio di outing istituzionali a colorare il tutto con le tinte del gossip) e dibattito sull'abolizione della caccia alla volpe. Sulle cose serie, però, i provvedimenti hanno in calce il timbro di "Iron Maggie". E la Gran Bretagna va.”
Già, e dove è andata? “Sotto la guida di Tony Blair il Governo e il Parlamento hanno fatto piombare il Paese in un abisso dell’etica, in cui non esiste giusto o sbagliato, ma semplici aspetti amministrativi e tecnici da risolvere attraverso l’attuazione di nuovi approcci contrari alla vita.
Due delle prime misure messe in atto da Tony Blair riguardano l'aver avviato una politica relativa alla gravidanza adolescenziale e l'aver dato spazio alle proposte dirette a modificare la legge sulla fine della vita.
La prima concerne la possibilità di far abortire e di fornire farmaci e dispositivi anticoncezionali alle ragazze anche di 11 anni senza la conoscenza o il consenso dei genitori. La seconda ha portato al varo di una legge – la Mental Capacity Act 2005 – che consente, e in determinate circostanze impone, ai medici di far morire d’inedia e disidratazione pazienti indifesi.
Il Governo Blair sta esportando l’aborto su richiesta nei Paesi in via di sviluppo sotto il pretesto degli Obiettivi di sviluppo del Millennio ed ha aumentato il finanziamento per le agenzie dedite al controllo demografico quali la International Planned Parenthood Federation e il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, coinvolte peraltro anche nella politica cinese del figlio unico.
Tony Blair ha promosso anche la sperimentazione distruttiva degli embrioni umani clonati. In generale, non esiste sostanzialmente nessun ambito eticamente sensibile per la vita e la famiglia che non sia stato peggiorato durante il Governo Blair.
Inoltre, il Regno Unito esercita una influenza decisiva nell’ambito dell’Unione europea e di molte altre parti del mondo, a sostegno di politiche contrarie alla vita e alla famiglia.” Il Regno Unito sta esportando valori contrari alla vita e alla famiglia, insomma, e questa non è l’articolata opinione di uno storico nemico della perfida Albione, ma di un autentico british, che però è cattolico, e quindi dotato di buon senso: John Smeaton, Direttore di un’organizzazione impegnata a promuovere legislazioni pro vita, la Society for the Protection of Unborn Children.
A differenza dei tifosi “tempisti” di Blair, che erano rimasti abbagliati dal suo carisma mediatico (un “Berlusconi” a Downing Street?) e soprattutto dal suo intransigente appoggio a Georgie Bush, il cattolico inglese Smeaton, implacabilmente chestertoniano, svela tutte le nequizie luciferine di Blair, come l’essere riuscito a sancire l’eutanasia per omissione nella legge dell’aprile 2005, mentre al contempo assicurava ai politici e ai leader religiosi di essere completamente contrario alla legalizzazione dell’eutanasia.
Altri provvedimenti presi dal pessimo Tony fanno morire d’invidia Zapatero, la bestia rossa dei cons, come il fatto che in Gran Bretagna grazie a Blair l’aborto e i contraccettivi vengono resi disponibili ai bambini minori di 16 anni a scuola – anche nelle scuole cattoliche – senza necessità di informare oppure ottenere il consenso dei genitori.
Inoltre, il Governo britannico ha emanato una normativa sulle pari opportunità nel lavoro tra uomini, donne, omosessuali e transessuali, che deve essere attuata pena pesanti sanzioni.
La Gran Bretagna, insomma, ha completamente perso la sua bussola morale. E questo, se sicuramente addolora Gilbert sulla sua enorme nuvola in Paradiso, deve far riflettere tutti noi qui e ora, e soprattutto dovrebbe far meditare sul fatto che non si fa politica da cattolici anteponendo, alle ragioni di Dio e dell’uomo, quelle della fazione ideologica o economica.
Non tifosi, ma testimoni, proprio come GKC