Una città è, in senso proprio, più poetica anche di una campagna, perché mentre la natura è un caos di forze inconsce, una città è un caos di forze consapevoli. La cresta del fiore o il profilo del lichene possono essere simboli significativi o meno. Ma non c'è pietra nella strada o mattone nel muro che non sia in realtà un simbolo intenzionale, un messaggio di un uomo, come se fosse un telegramma o una cartolina postale. La strada più stretta possiede, in ogni suo angolo, l'anima dell'uomo che l'ha costruita, forse da tempo nella sua tomba. Ogni mattone reca un geroglifico umano come se fosse un mattone scolpito di Babilonia; ogni ardesia sul tetto è un documento educativo come se fosse un'ardesia coperta di somme e sottrazioni. Tutto ciò che tende, anche sotto la forma fantastica delle minuzie di Sherlock Holmes, ad affermare il romanticismo dei dettagli nella civiltà, a sottolineare il carattere insondabilmente umano di pietre e tegole, è una buona cosa. È bene che l'uomo comune prenda l'abitudine di guardare con fantasia dieci uomini per strada, anche solo per la possibilità che l'undicesimo sia un noto ladro.
Gilbert Keith Chesterton, L'imputato.
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