sabato 28 agosto 2010

Ancora grasse citazioni da L'Uomo Comune

Grazie, Fabio.


Da L'UOMO COMUNE 

di Gilbert Keith Chesterton

 

DAL CAPITOLO 

"DUE RIGIDI PEZZI DI FERRO"

"Vorrei dire per via di metafora che i sessi sono due ostinati pezzi di ferro, che se mai si potranno fondere, si fonderanno allo stato incandescente. Ogni donna finirà per scoprire che suo marito è un animale egoista, se paragonato all'ideale femminile. Ma è bene che ella compia la scoperta della bestia mentre entrambi si trovano ancora a vivere la storia de "La Bella e il Mostro". Ogni uomo deve scoprire che sua moglie è irritabile, vale a dire tanto sensibile da fare impazzire: perché di fronte all'ideale maschile ogni donna è folle… Tutto il valore dei normali rapporti fra uomo e donna sta nel fatto che essi incominciano veramente a criticarsi quando incominciano ad ammirarsi davvero. Ed è bello che sia così. Io sostengo, e non rifiuto alcuna parte di responsabilità in tale affermazione, che è meglio che i due sessi non si comprendano, fino al momento in cui si uniranno in matrimonio. E' bene che non abbiano la conoscenza prima di avere il rispetto e la carità... Coloro che da Dio vennero separati, nessun uomo osi unire".

 

DAL CAPITOLO 

"DIO E LE DERRATE"

"Coloro che nei tempi moderni hanno tentato di distruggere la religione popolare, o la fede tradizionale, hanno sempre avvertito la necessità di offrire in sostituzione qualcosa di solido… I primi filosofi del secolo diciottesimo sostenevano in genere che la Libertà non fosse soltanto cosa buona, ma addirittura la sola ed unica origine di tutte le cose ottime. L'uomo che viveva secondo Natura, l'Uomo Naturale, o il Nobile Selvaggio, sarebbero stati immediatamente felici, purché non fossero mai andati in chiesa, ed avessero tralasciato di salutare per via il curato. Quei filosofi scopersero presto ciò che il curato avrebbe potuto dir loro fin da principio, vale a dire che essere un animale felice è ancora più difficile che essere un uomo felice. Invero, l'uomo non può essere una bestia per la stessa ragione che non può essere un angelo: perché è uomo".

 

 

DAL CAPITOLO

 "LA SOLUZIONE DELL'INDOVINELLO"

 

"Quando l'uomo è veramente vivo, il suo stato è indescrivibile; dovrà dire la verità o morire. Né a voi né a me è toccato in sorte di vivere in un'epoca eroica. Si parla del fragore e della inquietudine della nostra epoca, ma io credo che quest'epoca sia in realtà molto sonnolenta; tutte le ruote del traffico non fanno che conciliare il sonno. Lo stridere dei pistoni ed il risonare dei magli non formano che un'enorme, carezzevole ninna-nanna. Ma credo che anche nella nostra vita tranquilla si possa avvertire il fatto grandioso che sta al centro di ogni religione. Per quanto i cieli siano tranquilli, e freschi i prati, non possiamo dimenticare che se solo ci riuscisse di comprendere quale ne è il loro significato, esso sarebbe grandioso e straziante".

 

 

DAL CAPITOLO

 " RACCONTI DI TOLSTOI"

 

"Alcuni credono che ritornare alla natura voglia dire non bere vino; altri credono che voglia dire berne molto più di quanto sia conveniente alla salute… Orbene, questo eroico desiderio di ritornare alla natura è naturalmente, sotto certi aspetti, molto simile all'eroico desiderio che ha il gattino di andare incontro alla propria coda. La coda è un oggetto semplice e bellissimo, armonioso nella curva, e dolce nella materia; ma una delle sue carettiristiche, forse minori, ma certo reali, è quella di penzolare dietro all'animale… Dirò ora che la natura è come una coda, nel senso che se essa deve adempiere il suo effettivo dovere, è essenziale che rimanga sempre dietro. Immaginarsi di poter vedere la natura, e specialmente la nostra natura, faccia a faccia è follia; vuol dire perfino bestemmiare… La grandezza della natura sta in questo, che essa è onnipotente ed invisibile, che forse più ci governa quando meno crediamo stia badando a noi… Si ha la sensazione che l'uomo non possa diventare semplice soltanto dichiarando guerra a ciò che è complesso; si sente infatti nei momenti più ragionevoli che l'uomo non può assolutamente diventare semplice. Una semplicità voluta può essere intrinsecamente più elaborata dello stesso lusso".

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