mercoledì 25 luglio 2007

IL MITO SEMPLICE DI HARRY POTTER

Pubblichiamo l'intervento su Harry Potter uscito sull'ultimo numero di Tempi, a cura del nostro caro Paolo Gulisano. Bello.

“La magia era tutt’altra cosa dall’agitare
semplicemente la bacchetta magica”
(J.K. Rowling)

La saga di Harry Potter rappresenta uno dei più incredibili successi editoriali degli ultimi anni, e in qualche modo una sorta di “caso letterario” che ha fatto molto discutere e versare, come si suol dire, tantissimo inchiostro.
Che Harry Potter potesse assurgere alla dimensione di “mito” era stato profetizzato dalla sua creatrice fin dalle prime battute del primo libro della saga, Harry Potter e la Pietra filosofale”, anche se l’opinione della Rowling riguardo al successo, che tanto ha presa sui cuori degli uomini del nostro tempo, è drasticamente negativo. La scrittrice mette in bocca alla professoressa McGranitt queste parole:«Questa gente non capirà mai Harry Potter. Lui diventerà famoso… leggendario! Non mi stupirebbe se in futuro la giornata di oggi venisse designata come la festa di Harry Potter. Su di lui si scriveranno volumi, tutti i bambini del mondo conosceranno il suo nome!» «Proprio così» disse Silente fissandola tutto serio. «Ce ne sarebbe abbastanza per far girare la testa a qualsiasi ragazzo. Famoso prima ancora di parlare e di camminare! Famoso per qualcosa di cui non avrà conservato neanche il ricordo! Non riesce a capire quanto starà meglio, se crescerà lontano da tutto questo fino al giorno in cui sarà pronto per reggerlo?» (p. 17-18).
La fama di Harry è davvero cresciuta, è dilagata ben oltre i confini del suo mondo letterario, e forse davvero Harry Potter non è stato capito. Rappresenta un mistero da esplorare, un mito da interpretare, un mito semplice, ma non semplicistico.
J.K. Rowling ha seminato nelle pagine incantate della saga di Hogwarts tanta saggezza, oltre che tanta bellezza, e vale davvero la pena cercare di scoprire quello che c’è dietro lo specchio delle avventure di Harry e il suo incredibile successo. Tra l’altro, quando la Rowling fa notare che il successo non è un valore fondante dell’esistenza, non scherza affatto. Basti pensare a quando, già mondialmente famosa, nel 2000 viene invitata a Londra dalla regina Elisabetta II per ricevere l’ onorificenza Ordine dell’Impero britannico “per servizi resi alla letteratura”. All’ultimo minuto la Rowling comunica l’impossibilità a parteciparvi a causa dell’influenza della figlia che ha bisogno di lei e la cerimonia viene rimandata. Avrebbe potuto lasciare qualcun altro vicino alla figlia e andare alla cerimonia? Sì, molti avranno pensato, se teniamo presente che l’occasione era unica e i bambini poi guariscono, ma la bambina di sette anni nel cuore di una mamma valeva di più del successo.
Questo aneddoto ci fa comprendere da quale penna – e da quale cuore- sia stato scritto Harry Potter. Per questo la “biografia gastronomica” che questo volume presenta ci può dire molto sull’Autrice.

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