martedì 5 giugno 2007

Don Camillo e Peppone a teatro...








Riceviamo da Fabio Trevisan (con l'accento sulla a) questa straordinaria corrispondenza...
Grandissimi!

Presso il Monastero S.Maria del Lavello a Calolziocorte (Lecco), vicino alle sponde dell’Adda, si è tenuta una rappresentazione teatrale degli immortali Don Camillo e Peppone di Giovannino Guareschi. L’appuntamento teatrale ha concluso una bella rassegna di incontri dedicato al geniale scrittore emiliano, a cui hanno partecipato, fra gli altri, Alessandro Gnocchi, famoso per le molte opere dedicate al grande maestro parmense, Paolo Gulisano, altrettanto noto scrittore ed il comico nonché attore Enrico Beruschi. All’interno del Monastero è stata allestita una interessantissima mostra dedicata a Guareschi, con tanto di pannelli e fotografie e l’imperdibile motocicletta Guzzina rossa appartenuta al grande scrittore umorista cattolico. Dall’interesse suscitato in tutto il mondo dalle opere dello scrittore, noto anche per la rivista “Candido”, si comprende che il linguaggio universale delle sue “creature”, in primis appunto Don Camillo e Peppone, sia ancora capace di parlare al cuore e alla mente dell’uomo (in quanto uomo) di tutte le latitudini dei cinque continenti. Il regista Paolo D’Anna, con il quale il sottoscritto ha collaborato nella stesura di alcune parti, ha messo in scena un inedito “Don Camillo e Peppone” che è stato molto apprezzato dal folto pubblico presente.



Accompagnato dal suono della fisarmonica, che ha sottolineato il passaggio delle scene con tradizionali ballate popolari, sono entrati ed hanno calcato il proscenio (così si dice) inizialmente un attore attempato ed un commesso viaggiatore, i quali hanno introdotto, attraverso il loro dialogo, le scene successive. La bravura del regista è stata proprio quella di mettere il pubblico a contatto con la “terra” di Guareschi, facendo assaporare il sostrato culturale dei personaggi. Pertanto l’attore attempato ed il giovane commesso viaggiatore seduti su una panchina hanno rappresentato ai miei occhi la classica ed efficace iconografia del vecchio intento a raccontare al nipotino curioso davanti a un caminetto le storie vere e vissute del popolo di quella terra. Parlando così di culatello e di grana padano, di Verdi e di Lambrusco, ecco apparire l’insegna dell’Osteria del Boscaccio, con al tavolo i compagni di Peppone (lo Smilzo e il Bigio) intenti a elaborare una strategia rivoluzionaria contro il nero reazionario (Don Camillo). La sapiente e calibrata regia ha saputo collegare le diverse scene rappresentate: dall’intenso colloquio con il Crocifisso di Don Camillo alle grida concitate alla “Casa del Popolo”, dal Don Camillo al confessionale con Peppone all’ingresso originale della vecchia Desolina. Un’oretta godibile di spettacolo che la compagnia teatrale dilettantesca ha saputo allestire e con passione portare in scena. Davvero accattivante l’ingresso sul palco di Don Camillo (Massimo Colombo) su una vecchia rugginosa bicicletta degli anni ’50 e lo svolazzante fazzoletto rosso al collo del compagno Peppone (Alex Maino). Non poteva mancare alla scenografia il ritratto baffuto incorniciato di Stalin e la bandiera rossa comunista. E’ stato proprio questo apparato propagandistico mitico-rivoluzionario che ha scatenato alla fine della rappresentazione teatrale l’immaginario di alcuni facinorosi. Tra questi è doveroso segnalare, fra lo sbigottimento generale, il pensionando Prof. Roberto Prisco, fondatore dei mitici Gruppi Chestertoniani Veronesi, che dapprima seduto su una panchina verde intento a meditare sui trascorsi di rivoluzionario nostalgico, sobbalzando improvvisamente ha brandito assieme all’ineffabile e sconcertante Paolo Gulisano la bandiera rossa con tanto di falce e martello, strappandola con veemenza dagli interdetti attori ed agitandola ossessionatamente, avvoltolandosi poi in essa quale segno di fede (comunista) ed appartenenza inossidabile. Il culmine di questo inaspettato colpo di scena violento e rivoluzionario è stato raggiunto quando, davanti al ritratto del trinariciutissimo Stalin, Prisco e Gulisano hanno ostentato con forza il fatidico sinistro pugno chiuso e berciato a squarciagola alcuni slogans che si ritenevano ormai appartenenti al passato. La fede vetero-stalinista del duo non ha potuto passare inosservata, anche per il tasso alcolico (ma di solo vino rosso) dei rubicondi ed esagitati compagni che, in ossequio alla memoria del grande estinto (Stalin), hanno rivendicato onore e gloria al comunismo. Non posso che concludere il resoconto dell’imperdibile e sbalorditiva serata con una citazione di guareschiana memoria: “Contrordine, compagni, la frase apparsa sull’Unità dal titolo: “Bisogna brandire il vessillo comunista sul palco reazionario” contiene un errore di stampa e va letta: “Bisogna bandire il vessillo comunista sul palco reazionario”.




Scherzi a parte, a Gulisano e Prisco ironia piacendo


FABIO TREVISAN

3 commenti:

Claudio Redaelli ha detto...

peccato non averlo saputo prima, abitando non lontano avrei potuto assistyere allo spettacolo.
E' possibile essere informato delle iniziative riguardanti Chesterton e Guareschi? La mostra è ancora aperta?
grazie
Claudio Redaelli
claudioredaelli@tiscali.it

L'Uomo Vivo ha detto...

Carissimo,
per Chesterton basta seguire questo piccolo blog.
Per Guareschi cercheremo di attrezzarci.
Per le questioni relative a quella manifestazione, ho detto a Fabio Trevisan di informarti al meglio.
Grazie dell'attenzione.

L'Uomo Vivo

Unknown ha detto...

Ciao,
mi chiamo Artesino Simone, di Imola Ho una questione da chiedervi, quest'anno, in occasione della festa patronale della mia parrocchia (S.Francesco in Imola) che si terrà verso inizio ottobre, con il nostro gruppo giovanile della parrocchia (di cui faccio parte in quanto universitario) volevamo mettere in piedi una rappresentazione allegra bella comica ma allo stesso tempo "leggera" .
Dato la tempistica ristretta stiamo "disperatamente" cercando un testo , al momento stiamo leggendo "le avventure di un uomo vivo" ed in particolare la riduzione teatrale di Fabio Trevisan dal titolo "un uomo vivo con due gambe". Ma cercavamo qualcosa anche su Don Camillo e Peppone. ( e non vi nascondo che siamo in ascolto di ogni buon suggerimento) . Dato che nella ricerca di copioni ci siamo imbattuti appunto in questo post, ci chiedevamo se fosse possibile averne copia oppure acquistarlo.

ringraziandovi fin da ora per ogni vostra risposta di Cuore vi saluto in Cristo.

Simone
sir.arthor@gmail.com