domenica 26 gennaio 2025

Our Note Book, come nacque e si sviluppò la rubrica che diede grande popolarità a Chesterton.

Una copertina dell'Illustrated
London News
del 1905, l'anno in cui Chesterton
prese in mano la rubrica Our Note Book



Come molti di noi sanno, Chesterton nel 1905 fu scelto dal direttore dell'Illustrated London News, una popolare rivista illustrata londinese, come autore che avrebbe continuato la rubrica "Our Note Book" dopo la morte di Louis Frederic Austin, il giornalista che per secondo l'aveva condotta.

Julia Stapleton (oggi Emeritus Professor della School of Government and International Affairs dell'Università di Durham), che tra l'altro è la curatrice della raccolta degli articoli che Chesterton scrisse sul Daily News per circa tredici anni, ha scritto un breve saggio che consente di comprendere il contesto giornalistico e le aspettative in cui Chesterton si inserì prendendo in mano la popolare rubrica della rivista illustrata. Cerchiamo allora di trarre qualche notizia d'interesse per il chestertoniano, rimandando alla lettura del breve saggio chi volesse approfondire l'argomento.

Sir Bruce Ingram (1877-1963) fu direttore del giornale dal 1900 al 1963. Durante questo lungo e significativo periodo la rubrica "Our Note Book" divenne una piattaforma utile alla celebrazione di fatti, tendenze e discussioni, nonché alla critica culturale; Ingram lasciò ben intendere il suo programma culturale a proposito della rubrica in una lettera a Chesterton nel 1905, quando lo invitò a diventarne il successivo curatore: si trattava, disse, di “una discussione molto leggera su questioni del momento... svolta senza pregiudizi politici”. A questo proposito il concetto di “pregiudizio politico” per Ingram corrispondeva chiaramente con l'idea che chi scriveva dovesse essere privo di pregiudizi politici legati ad un qualsiasi partito. Quando questo accadde, invero raramente, Ingram si limitò ad aggiungere una nota in cui precisava che le opinioni dell'autore non riflettevano necessariamente quelle della rivista. Come ha ricordato l'autore più longevo della rubrica, Arthur Bryant (1899-1985), che successe a Chesterton,  Ingram aveva accordato una generosa “tolleranza e libertà” ai collaboratori di fiducia. Julia Stapleton precisa che fu "davvero molto generoso".

Nel secolo trascorso tra il 1888, quando la rubrica cessò di essere anonima, e il 1985, quando fu interrotta, vi furono solo quattro autori. Tutti e quattro gli autori morirono sulla breccia, ossia al loro posto di autori della rubrica. Il primo fu James Payn (1830-1898), romanziere e redattore della rivista, amico intimo di Charles Dickens. Alla sua morte, il testimone passò a Louis Frederic Austin (1852-1905), leader-scrittore, critico drammatico e recensore del Daily Chronicle. Il suo incarico coincise con la guerra anglo-boera (l'evento che consentì a Chesterton di farsi conoscere per l'originalità del suo pensiero e delle sue posizioni politiche e che gli diede modo di diventare amico di Hilaire Belloc) e Austin era di convinte simpatie imperialiste. Ingram condivideva il suo forte orgoglio patriottico ma non era affatto legato al tipo di patriottismo imperialista che caratterizzava le colonne di Austin, soprattutto dopo la fine della guerra. Scegliendo Chesterton come successore di Austin, Ingram si rivolse all'estremo opposto del patriottismo edoardiano.

Dice Julia Stapleton che «Chesterton era un noto “Little Englander” che si era fatto conoscere come giornalista del principale quotidiano liberale The Daily News. Quel giornale aveva criticato apertamente la guerra boera e Chesterton aveva dedicato molte delle sue rubriche settimanali a criticare l'imperialismo in generale e l'Impero britannico in particolare. Al centro del suo pensiero c'era una visione del patriottismo incentrata su legami locali piuttosto che metropolitani, antichi piuttosto che moderni». Chesterton sfruttò la rubrica, su questo piano, per dileggiare l'inganno delle cricche letterarie e politiche ad essa legate. Continua l'autrice del saggio: «Lo si nota, ad esempio, nell'identificare il “popolo d'Inghilterra” con i marinai, i facchini e gli spazzini delle strade piuttosto che con coloro che occupano posizioni più elevate nella scala sociale; nell'attaccare i tentativi di manipolare quello che considerava il patriottismo e la religione popolare attraverso l'istruzione pubblica; e nel suo inno alla celebrazione del Natale contro i sogghigni dei secolaristi». Chesterton era estremamente orgoglioso del suo legame con il giornale che, dice Julia Staopleton, «era stato un punto fermo della sua infanzia». Personalmente credo che molte delle prove migliori del suo attaccamento alla realtà, che era il nerbo del suo pensiero e del sentirsi in primis un giornalista più che uno scrittore, Chesterton le abbia date da questa colonna. A parte i periodi di assenza dovuti a malattie o viaggi, Chesterton tenne la sua rubrica settimanale ininterrottamente fino alla morte nel giugno 1936.

Il saggio è disponibile qui:

https://www.gale.com/intl/essays/julia-stapleton-illustrated-london-news-our-note-book

Marco Sermarini

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