Non è raro (anzi, direi che è il più frequente) il caso del critico che nell'autore studiato cerca sopratutto se stesso o un aspetto di se stesso. Basta pensare a quali autori il Chesterton è andato dedicando la sua attenzione, per accorgersi che Browning, Dickens, e, ora, Chaucer, sono abili travestimenti di un medesimo personaggio: G. K. Chesterton. Estraete le qualità che hanno in comune, e daranno un miscuglio squisitamente chestertoniano. Sovrapponete le loro immagini, e nel ritratto che ne risulterà, esuberante, religioso, umoristico, riconoscerete facilmente l'effigie, tra buffonesca ed episcopale (come la vide Emilio Cecchi) di G. K. Chesterton.
Mario Praz, Cronache letterarie anglosassoni, vol. I, "Chesterton e Chaucer".
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