mercoledì 1 luglio 2009

Orissa: prima condanna per i pogrom anti-cristiani

di Nirmala Carvalho
A nove mesi dagli attacchi nel Kandhamal, emessa la prima sentenza contro uno dei responsabili delle violenze. P. Chellan, tra le prime vittime del fanatismo indù, chiede piena protezione per i testimoni ai processi, sottoposti a continue minacce.


Bhubaneshwar (AsiaNews) - Prima condanna per i pogrom anti-cristiani nel Kandhamal, il distretto dell’Orissa più colpito dalle violenze indù dell’anno scorso. Il tribunale di Phulbani ha riconosciuto Chakradhara Mallick colpevole del rogo della casa di Lokanath Digal, cristiano del villaggio di Dampidia, condannandolo a quattro anni di reclusione e 4mila rupie di multa (pari a 59 euro).

Mallick è un leader tribale coinvolto in una serie di casi di rivolte e attacchi contro i cristiani. Il giudice lo ha riconosciuto colpevole di aver istigato la popolazione a dare le fiamme alla casa di Digal.

P. Thomas Chellan, direttore del Centro pastorale di Konjamendi nel Kandhamal e tra i primi cristiani vittime delle violenze indù, ha commentato la notizia per AsiaNews affermando che “questa condanna servirà a instillare fiducia tra le vittime delle violenze che attendono sia fatta giustizia”. Per il sacerdote, la pena inflitta a Mallick è un primo segnale che fa sperare “che la giustizia e la normalità torneranno nel Kandhamal”.

Ad oggi molti cristiani vivono ancora nei campi profughi e non rientrano nelle loro case per il timore di nuovi attacchi. Il clima di insicurezza e paura è amplificato anche dalla lentezza della polizia nell’arrestare i responsabili delle violenze e dalle continue minacce di morte che i fanatici indù rivolgono ai cristiani.

P. Chellan afferma che, se si vuole davvero riportare la giustizia nel Kandhamal, “i testimoni [nei processi] devono ricevere piena protezione” altrimenti “la gente non ha il coraggio di andare a deporre per il timore di ripercussioni e di finire nella mani della popolazione dei loro villaggi”: le persone che vengono accusate sono le stesse che ostacolano il loro ritorno a casa.

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