"Il grande effetto della Riforma fu l'isolamento dell'anima. Questo fu il suo frutto, e di qui procedettero tutte le sue conseguenze".
Il "Chesterbelloc" non si fermava ad una mera seppur amara constatazione ma denunciava le apparenti tranquillità e gli ipotetici vantaggi conseguiti dall'isolamento dell'anima, che erano appunto gli "sviluppi" di trecento anni di allargamento delle scienze della natura (contro la progressiva erosione della metafisica classica), la corruzione del principio d'autorità (contro la Chiesa Cattolica Romana all'inizio e, a cascata, contro la famiglia e l'ordine tradizionale), l'aumento generale del benessere (inteso come ricchezza individuale ma la perdita progressiva della dignità della persona), il dilagare dello scetticismo come radicale negazione dell'essere (da qui il crollo del supporto della ragione alla fede e l'inevitabile deriva del relativismo) e soprattutto, secondo le parole di Belloc: "L'universalizzarsi progressivo di una nota: quella della disperazione". Ciò era dovuto all'isolamento dell'anima prodotto dalla Riforma: la perdita della Fede, del sostegno della Chiesa Cattolica Romana e quindi, sempre secondo le loro affermazioni: "La perdita di un sostegno collettivo, di un sano equilibrio assicurato dall'esperienza comune, da una pubblica certezza". L'isolamento dell'anima costituiva quindi la vera definizione dell'infelicità, della disperazione del mondo moderno. La perdita della Fede equivaleva alla perdita della Chiesa e dell'Europa stessa.
Quella forza malvagia che aveva prodotto questa scissione (tra Fede e Chiesa, tra ragione e fede, tra autorità e presunta libertà) era l'effetto di una esplosione e, secondo il monito del "Chesterbelloc", avremmo ancora dovuto udirne la terribile conflagrazione oltre a vederne i miserabili e nefasti fatti. La forza che teneva unita l'Europa e la Fede, l'uomo con Dio, l'umanità e la Chiesa, si era trasformata in un'altra che le aveva separate violentemente, facendo scorgere agli inizi un apparente beneficio, una serie di progressi materiali. L'anima così prodotta e quindi isolata era stata costretta però al vagabondaggio, all'illusione o alla suggestione di averne tratto qualche vantaggio: "Questo singolare e sorprendente risultato del lungo divorzio tra la mente sottrattasi al Cattolicesimo e la ragione ha una ripercussione profonda sul mondo moderno e la grande battaglia che dovrà essere ingaggiata tra il caos e l'ordine si scatenerà ampiamente su questa forma di suggestione". Questo fu il frutto acerbo e il grande effetto della Riforma e le terribili e devastanti conseguenze: non soltanto quelle evidentemente dannose che misero in pericolo tutte le nostre tradizioni e la nostra felicità, ma anche quelle apparentemente vantaggiose, specie di ordine materiale.
Il processo di protestantizzazione scaturito da allora, aveva posto a Chesterton e Belloc una stupefacente constatazione, che valeva per l'Inghilterra dei loro tempi ma che potrebbe significarne l'attualità dei nostri giorni: "L'Inghilterra non perdette la Fede nel 1550-1620 perché allora era protestante: piuttosto essa è ora protestante perché allora perdette la Fede".
Inviato da iPhone
Nessun commento:
Posta un commento