lunedì 2 novembre 2015

I soldatini e i pupazzetti di Gilbert!

Che spettacolo, vero?

Sono i soldatini e i pupazzetti di Chesterton. Vi ho sempre detto che era un fanciullo, lo riconobbero in molti, primo fra tutti padre John O' Connor, il sacerdote irlandese ispiratore del personaggio di Padre Brown. Infatti lo soprannominò «Chestertonchild» ("Chestertonbimbo").

Sono ad Oxford, nella Chesterton Library, fondata tra gli altri dal carissimo Stratford Caldecott e dal grande Aidan Mackey. Si trova nell'Oratorio, la chiesa dei padri di San Filippo Neri.

Li ho voluti riproporre (le foto sono mie, fatte con una mano molto emozionata ed un cellulare sempre semiscarico ma ultracarico di appunti, ricordi, foto, in giorni intensissimi del Marzo 2014 - così carico che non vi ho mai finito di raccontare il mio viaggio là… e ancora devo raccontarvi quello in America!) perché scordiamo spesso la grandezza dell'innocenza di Chesterton ed il suo animo di bambino.

Forse sono una delle prove della sua santità, questi pupazzetti. Mi direte: perché, chi gioca a soldatini diventa santo? Questo è il trionfo dell'infantilismo. Rispondo: l'innocenza è una virtù a cui Chesterton tenne sempre, vorrei dire che è la strada maestra della santità, e cercò di esercitare questa virtù anche in questo modo.

Un altro segno di quest'innocenza è il rapporto beato che aveva con i bambini (cosa che condivideva con sua moglie Frances). Ci sono fior di testimonianze di sedute nella hall dell'Hotel Hassler di Roma, a Trinità dei Monti, mentre tre bambini giocavano con lui che si faceva pettinare tranquillo, o gente che l'ha visto lanciare carote e riprenderle con la bocca per la gioia dei bimbi presenti, durante noiosissimi party. Bambini divenuti suoi amici da piccoli e che sono rimasti tali per sempre.

Marco Sermarini


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