mercoledì 18 agosto 2021

Un approfondimento su Edoardo Anton, sceneggiatore/adattatore de I Racconti di Padre Brown.

 I Racconti di Padre Brown sono ancora nella memoria di molti italiani, e possiamo dire che sia una delle riduzioni cinematografiche più riuscite della serie gialla del nostro Chesterton. Una delle sei puntate riscosse addirittura ventuno milioni di spettatori. Si dirà che all’epoca c’erano solo il Canale Nazionale e il Secondo Canale, ma ci si poteva anche non sedere di fronte al televisore, eppure questo accadde. Questo per dire della qualità della produzione ma soprattutto dell’interesse che destò il prete inglese creato da Chesterton. 


C’è anche da dire che erano gli anni del Commissario Maigret con Gino Cervi, di Nero Wolfe con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari, e tante altre belle produzioni di genere giallo o poliziesco. Questo creò una predisposizione e del gradimento in più.
In ogni caso io ricordo (avevo cinque anni) che tutti ci aspettavamo ci sarebbe stato un seguito, come fu per le numerose serie di Maigret. Purtroppo non ci fu, sono certo che queste possibili puntate in più avrebbero avuto un grande successo.

Ecco qui sotto una breve scheda dei crediti:

Anno di programmazione: 1970 - 1971 (miniserie TV settimanale di sei puntate andata in onda sul Canale Nazionale, o Primo Canale, della Rai dal 29 Dicembre 1970 al 6 Febbraio 1971: le altre puntate andarono in onda il 5 Gennaio 1971, il 12 Gennaio 1971, il 19 Gennaio 1971 e il 26 Gennaio 1971).

Ogni puntata durava sessanta minuti circa, in bianco e nero.

Regia: Vittorio Cottafavi (1914 - 1998).

Sceneggiatura: Edoardo Anton (1910 - 1986).

Scenografie: Carlo Cesarini da Senigallia (1923 - 1996).

Costumi: Corrado Colabucci (1935 -  2002).

Musiche: Vito Di Tommaso.

Fotografia: Corrado Bartoloni - Sandro Messina.

Attori: Renato Rascel - Padre Brown (1912 - 1991), Arnoldo Foà - Flambeau (1916-2014), Paolo Bonacelli - Il commissario capo (1937), Filippo De Gara - L’Ispettore Valentin (1928 -  1989), Vittorio Fanfoni - Johnny (1944 - 2016), Mario Pisu (1910 - 1976).

Oltre che in dvd per le Edizioni San Paolo, la serie è disponibile qui: https://www.raiplay.it/programmi/iraccontidipadrebrown

____

Vorrei dire una parola in più sul successo e sullo spirito di questa produzione.

Ciò che mi ha sempre colpito è la fedeltà allo spirito dei racconti, cosa che li rende ancora fruibilissimi e utili per chi voglia approcciare il cuore delle idee di Chesterton. A mio avviso non si può dire altrettanto di alcune produzioni più vicine a noi nel tempo, che sono semplicemente basate su alcuni personaggi dei Racconti ma non ne hanno molto altro.

E’ singolare vedere, ad esempio nell'episodio Il duello del Dottor Hirsch, un passaggio ragguardevole e significativo di Ortodossia, o meglio del suo spirito: nei primi minuti della puntata Padre Brown e Flambeau passeggiano su uno dei più alti livelli della Tour Eiffel, e ragionano sulla bellezza di Parigi, e sul fatto che c’era e poteva non esserci. Ecco, ne Il duello del Dottor Hirsch non c’è niente di tutto questo, ma nella eccezionale parafrasi televisiva l’autore della sceneggiatura dipinge questo quadro, anche in maniera originale, ripercorrendo quella bella pagina in cui Chesterton dice che la pagina più poetica del romanzo di Robinson Crusoe è l’elenco degli oggetti salvati dal naufragio. Non vengono usate le stesse parole, ma gli stessi concetti. Non c’erano in padre Brown, ma nella testa di Chesterton sì.

Cosa dedurre da ciò? Che lo sceneggiatore, Edoardo Anton, conosceva bene l’opera di Chesterton, e che ne coglieva gli aspetti più centrali, dipingendoli con originalità (ad un certo punto fa passare una bella giovane davanti ai due investigatori er dire che anche lei c’era e poteva non esserci…). Se “citava” (nella sostanza, non letteralmente) Ortodossia vuol dire che la conosceva bene, se di Ortodossia citava quella pagina, ecco, non è una pagina secondaria e trascurabile, se vogliamo è uno degli aspetti più determinanti del pensiero di Chesterton (la magia, la gratitudine…). Ci sono anche delle sottolineature che non esistono nei Racconti, come quando nel primo episodio televisivo fa dire a due signori, marito e moglie, che Padre Brown era “paradossale”, come a dirlo del suo autore.

Insomma, è sempre una sorpresa trovare queste citazioni delle altre opere di Chesterton, e le dobbiamo ad Edoardo Anton, lo sceneggiatore.




Ma chi era Edoardo Anton?

Edoardo Anton, pseudonimo di Edoardo Antonelli, nacque a Roma il 7 Gennaio 1910 e morì a Villefranche Sur Mer in Costa Azzurra l’11 Maggio 1986.. Fu commediografo, sceneggiature e regista.

Suo padre Luigi era drammaturgo e questo sicuramente gli diede lo spunto per inoltrarsi nella strada dell’arte cinematografica sotto vari ruoli. Verso la fine degli anni Trenta approdò all’EIAR, la futura RAI, scrivendo testi per programmi di varietà e di prosa radiofonica. E’ stato anche giornalista e critico - sia teatrale che cinematografico - per il quotidiano "Il Tempo" di Roma, nonché collaboratore della Bbc. Ha poi firmato numerose regie di teatro, mettendo in scena opere di Pirandello, Synge e Barry. La maggior parte della sua produzione fu comunque nella veste di sceneggiatore.

Ho voluto ricordare questo autore con gratitudine perché credo non sia per nulla estraneo alla mia originaria attrazione verso Padre Brown e successivamente verso Chesterton. Dico sempre che, quando lessi L’Uomo che fu Giovedì venti anni dopo aver visto gli episodi in TV, vi riconobbi che qualcosa le due opere avevano in comune. Sono certo che alcuni passaggi dello sceneggiato rendano ragione di questa mia impressione. Quindi grazie, signor Edoardo.

Marco Sermarini

Nessun commento: