lunedì 3 settembre 2018

Fede cattolica e mondo moderno - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"Ho sempre avuto un forte senso di repulsione intellettuale nei confronti del modernismo, anche prima di convertirmi al cattolicesimo"

Credo che Chesterton ci possa aiutare a comprendere il drammatico momento che stiamo vivendo, anche se fosse quanto trattato da S. Paolo nella seconda lettera ai Tessalonicesi in merito all'apostasia totale della Chiesa, alla manifestazione completa dell'iniquità ed alla Parusia. Egli ci fa comprendere appieno quanto il peccato manifesto e manifestato sia una visione del mondo, meglio un'ideologia mondana (modernismo). Scriveva in The Thing: Why I am a Catholic del 1929: "Ciò che oggi è sicuro è che l'intero cammino dell'umanità può fare marcia indietro; che il progresso può progredire , o apparentemente progredire, in un modo esattamente contrario rispetto a ciò per cui i suoi padri hanno combattuto e che ritenevano più importante; non solo restaurando, ma riaffermando esclusivamente ciò che i suoi nonni furono costretti ad abbandonare, o che si ritrovavano impossibilitati a difendere. Il mondo intero si sta nuovamente muovendo, ma nella direzione contraria rispetto a prima". Egli si chiedeva quale direzione fosse quella tracciata dal modernismo. Ancor prima di entrare ufficialmente nella Chiesa Cattolica nel 1922, Chesterton intuì che il modernismo avrebbe portato al relativismo e al nichilismo poiché quella frenesia delle "cose nuove", osteggiata da S. Pio X ma ancor prima da Leone XIII, era priva di sostanza ontologica, logica ed etica: "Oggi è questa la direzione in cui il mondo si sta muovendo, sempre che si possa parlare di direzione. In realtà tale direzione non esiste. La direzione che il mondo dovrebbe prendere non esiste, non è mai esistita. Il mondo non sta andando da nessuna parte…il mondo è come lo descrissero i santi e i profeti: non migliora né peggiora. Ma c'è una cosa che il mondo fa: barcolla". Ne: "La sfera e la croce" del 1910, oltre a contrapporre i due simboli (il mondo-sfera e la Croce di Cristo), ne descriveva lucidamente il loro posto: la Croce era ben piantata sulla terra poiché in questo modo impediva a quella sfera di perdersi, di barcollare e rotolare via verso le chine pericolose del modernismo. Solo la Croce avrebbe potuto impedire a quella sfera creata di errare nella perdizione: "Lasciato a se stesso, il mondo non va da nessuna parte…questo è ciò che la Chiesa sostiene da sempre". Chesterton riprendeva giustamente il Salmo 145, 2-3: "Non confidate nei prìncipi, in uomini in cui non c'è salvezza". Ed aggiungeva: "C'è solo un piccolo difetto riguardante l'uomo, immagine di Dio, meraviglia del mondo: non ci si può fidare". 
Il modernismo quindi e la fede cattolica erano incompatibili: la Fede giudicava il mondo, la Croce impediva all'uomo di smarrirsi. Stava nell'autentica civiltà cattolica, nel cuore della cristianità la stabilità dell'uomo, del senso comune, delle tradizioni veraci. Non nel futuro né in nessun movimento dove l'uomo moderno ha cercato, stava la via, la verità e la vita: "Noi non vogliamo una Chiesa che si muova con il mondo, ma una Chiesa che rimuova il mondo verso ciò cui sta muovendo". Ecco perché Chesterton, ancor prima di convertirsi, ripudiava il modernismo, la grande eresia madre di tutte le eresie. Ecco perché rifiutava ogni accondiscendenza mondana e giudicava il mondo nella sua iniquità e nella sua arresa al sesso, come denunciò incredibilmente un secolo fa. Allora si parlava di eugenetica, di divorzio, di regolazione delle nascite: "Fu solo il culmine di un lungo processo di compromessi e vigliaccherie sul problema sessuale; la resa finale che segue ad una ritirata continua". Che dire oggi dove l'empietà e la malvagità non vengono più riconosciute tali, nemmeno dalla Chiesa? Che vengono addirittura praticate e sostenute da uomini di chiesa? Nei tempi di Chesterton, dove la Chiesa scomunicava, si preservava nell'ortodossia la ragione e, infatti, il grande scrittore inglese osservava: "La Chiesa scomunica, ma proprio quella parola implica che è possibile rientrare nella comunione per il comunicante reintegrato". Questa era la vera misericordia, l'autentica libertà, la possibilità della ragione, il significato eccelso dell' Extra Ecclesiam nulla salus, come Chesterton stesso precisava: "La Chiesa cattolica è la sola capace di salvare l'uomo dallo stato di schiavitù in cui si troverebbe se fosse soltanto il figlio del suo tempo". Cosa accade allora se la Chiesa, da Madre e Maestra diventa discepola del mondo? Cosa accade se invece di guidare, in forza dell'autorità conferitagli da Cristo e dello Spirito Santo ricevuto, accompagna il mondo per poi trovarsi ammalato come il mondo e i suoi vizi?

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