martedì 3 febbraio 2015

Houellebecq, Chesterton e L'Osteria Volante: una nota del nostro Andrea Carbonari

Cari amici della SCI,

qualche settimana fa è apparso nelle librerie il nuovo romanzo dello scrittore francese Michel Houellebecq, intitolato "Sottomissione". I primi articoli di giornali si sono concentrati sull'ambientazione storica del libro, la Francia di un futuro abbastanza prossimo, in cui un musulmano diventa presidente della repubblica sfruttando le rivalità della classe politica e le debolezze degli intellettuali del paese d'Oltralpe. Gli attentati di Parigi hanno purtroppo contribuito a rendere popolare l'autore, giudicato da alcuni profetico. Appena ho letto la notizia dell'uscita di questo libro, non ho potuto fare a meno di pensare a "L'osteria volante" scritta da Gilbert Keith Cheterton molti decenni prima. Ho fatto presente la coincidenza al nostro presidente Marco Sermarini, che mi ha "commissionato" questa nota, con l'obiettivo di investigare meglio i rapporti fra questedue opere.

Nella mia mail al presidentissimo, ho fatto presente un elemento che creava un preciso, anche se debole, collegamento fra lo zio Gilbert e Houellebecq. In un saggio che lo scrittore francese ha scritto qualche anno fa con Bernard-Henri Lévy (e pubblicato in Italia col titolo "Nemici pubblici") egli cita espressamente in due punti lo zio Gilbert. Ne parla con ammirazione, definendolo "sempre acuto" (la traduzione dal francese è mia), ma non dice quali libri di GKC ha letto. Partendo da questo presupposto, ho cercato di capire se per "Sottomissione" Houellebecq si sia veramente ispirato a "L'osteria volante". Non ho trovato al momento su internet prove chiare di questo. Ma il paragone fra i due libri non è sfuggito né a Philippe Maxence, presidente dell'associazione francese "Amici di Chesterton", né ad Annalisa Teggi (sul nostro blog troverete i link agli articoli di questi due illustri chestertoniani).

Dopo essermi fortificato con la lettura de "L'osteria volante", mi sono allora messo a leggere "Sottomissione". Chiedo fin d'ora scusa se mi è sfuggito qualcosa, ma mi sembra che l'idea della presa del potere da parte di un islamico in un paese cristiano (fallita in Chesterton e riuscita in Houellebecq) sia eventualmente l'unico collegamento con il romanzo di GKC. Anche in "Sottomissione" il nome di zio Gilbert è citato due volte, in entrambi i casi insieme a Hilaire Belloc. Entrambi sono infatti indicati come padri del "distributivismo", una filosofia economica antagonista sia al capitalismo che al comunismo. In realtà, noi chestertoniani amiamo di più chiamare la dottrina creata da zio Gilbert e Belloc "distributismo" (su questa teoria trovate molto materiale sul nostro blog). Questo errore è stato notato da Maxence, che l'attribuisce al fatto che Houellebecq cita in realtà una scheda apparsa sull'enciclopedia on line Wikipedia, e non le opere del Nostro.

   Dalla lettura di "Nemici pubblici" e "Sottomissione" ho ricavato l'idea che Houellebecq abbia letto in qualche modo Chesterton e lo apprezzi, ma non ne abbia subito un'influenza profonda. "Sottomissione" è infatti secondo me un libro prondamente anti-chestertoniano, poiché è ispirato da un pensiero nei fatti nichilista. Il protagonista è l'opposto dei personaggi principali di libri come "L'osteria volante", "Uomovivo", "La sfera e la croce" e "Il poeta e i pazzi" (cito solo alcune delle opere di narrativa di GKC). Quelli lottano, vincono, perdono, si lasciano trasformare dalla Grazia; lui si trascina, fa da spettatore, sguazza nei suoi vizi. Alla fine ha anche successo, perché adeguandosi all'andazzo generale riesce ad ottenere onori e incarichi.

Alla fine di tutto mi sento di dire quattro cose a te che mi leggi:

1) Leggi o rileggi "L'osteria volante". E questa volta mentre lo fai punta la tua attenzione all'aspetto politico-sociale del romanzo, e in particolare al fatto che la legge non è uguale per tutti (non ti voglio anticipare niente, ne riparleremo quando lo avrai letto). 
2) Non leggere "Sottomissione". Liberissima o liberissimo di non darmi retta, ma penso che non valga la pena dedicare soldi e tempo a un libro fondamentalmente depressivo.
3) Prega per la conversione di Houellebecq. Maxence nel suo articolo lo invita a continuare a leggere Chesterton per curarsi. E in realtà la cura è realmente buona, ma se il malato non si aprirà alla Grazia purtroppo essa non servirà a nulla. In diversi punti del romanzo il protagonista è sul punto di abbracciare la fede cattolica, ma i suoi vizi e le sue paturnie lo fanno tornare indietro. Speriamo che questo non avvenga anche con lo scrittore.
4) Se ti avanza tempo, prega anche per la mia conversione, perchè ne ho bisogno quanto se non più di Houellebecq.

Saluti chestertoniani,

Andrea Carbonari (Mr. Pond)

1 commento:

Kris ha detto...

Grazie Andrea per le tue dritte. Sto leggendo infatti da qualche settimana L'osteria volante del nostro Gilbert, dopo averne suggerito la lettura a mio figlio Piergiorgio che sta in Germania e che tocca con mano le questioni su commistioni con i mussulmani... Non ho il tempo e la voglia di leggere Sottomissione e mi fido del tuo giudizio. È vero che i libri del nostro sono curativi, ogni volta che ne leggo un pezzo mi sento rinfrancata... Non mancherò di pregare anche per te, ti chiedo di farlo anche per me!